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Helldorados - Helldorados
( 1200 letture )
Sono inguaribilmente polemico nei confronti di quegli artisti che non aggiungono un sapore nuovo alla loro proposta musicale, oggigiorno. E d’altro canto come si potrebbe parlare di genere musicale “vivo” se qualcuno ogni tanto non arrivasse a scrollare la polvere di dosso ad una musica che viene ascoltata e amata da più di trent’anni? Tuttavia, l’innovazione è qualcosa caratteristico delle grandi opere che vengono ricordate e riconosciute universalmente come capolavori, album che cambiano l’indirizzo musicale del rock per anni a venire. Nessuno si stupirà, quindi, che questo omonimo lavoro dei tedeschi Helldorados non venga osannato come nuova stella guida di un’intera generazione di musicisti. Potremmo invece smettere di fare gli oziosi sognatori, e dire che questo platter è fresco e godibile, apprezzabile per il suo animo sincero e catchy, immediato e spontaneo, qualità quantomai sottovalutate nella musica moderna. E dove i nostri mancano di originalità, ci pensa il riff azzeccato e il colpo di classe a portare a casa il risultato.

Dopo la breve intro orchestrale In the Beginning arriva la potentissima Never Gonna Stop, un’ignorante cavalcata heavy, classica quanto ben riuscita, melodica al punto giusto, serrata e granitica. You Live, You Learn, You Die segue lo stesso spirito, alzando il tiro ma concedendosi linee vocali leggermente meno riuscite e anche Go to Hell si conferma squisitamente tradizionale, con sezioni pericolosamente vicine al roccioso riffing dei Judas Priest. Segue Changes, ballata leggera e malinconica che spezza il ritmo regalandoci un momento di emozionante calma e passaggi al limite del pop. Ci pensa Shout Out a farci tornare sui terreni più duri che abbiamo trovato inizialmente, proponendo però melodie più invasive, che strizzano l’occhio al mainstream in maniera palese: non un punto a sfavore per me, ma non tutti la penseranno allo stesso modo. Hunter ha coloratissime sfumature hard rock e blues e risulta molto intrattenente, con le sue linee vocali accattivanti e il riffing semplice quanto efficace. Svolta decisamente Double Dealer, che ci riporta subito sui territori heavy e speed che già ci avevano deliziato, mentre Gone ripropone le melodie melense di Shout in maniera ancora più marcata, risultando alquanto indigesta, specialmente ai palati più esigenti. La furiosa Torture Is My Name è veloce e frizzante, una potente cavalcata heavy che sfoggia riff decisi e ritmiche precise e curate come sempre, anche se non gode della freschezza di qualche suo più illustre precedente. Chiudono la banalotta Girls, che di interessante propone solamente un ritornello di facilissima assimilazione, e l’insensata Got Laid, una canzone che a fronte di quanto ascoltato per tutta la tracklist non ha alcun motivo d’esistere: stupisce per banalità e si trascina per tutti i suoi quasi cinque minuti in maniera noiosa e scontata.

Luci e ombre caratterizzano questo omonimo esordio per i tedeschi Helldorados, che danno il meglio di loro quando si lasciano andare e non si preoccupano più di tanto del loro pubblico. La potenza sonora lascia troppo spesso il posto alla melodia fine a se stessa e la qualità del prodotto, in certi casi, ne risente particolarmente. I Nostri hanno confezionato un album piacevole, granitico e grintoso in certi casi, più lento e ragionato in altri, ma comunque godibile in ogni suo momento. E se la performance della band è precisa e impeccabile, non si può dire lo stesso per la qualità delle composizioni, troppo altalenante e che a tratti sprofonda in abissi di noia di non invidiabile oscurità. Solo sufficiente, ma si intravede un possibile futuro per i nostri: da tenere d’occhio per le prossime uscite.



VOTO RECENSORE
69
VOTO LETTORI
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INFORMAZIONI
2012
Massacre Records
Heavy
Tracklist
1. In the Beginning
2. Never Gonna Stop
3. You Live, You Learn, You Die
4. Go to Hell
5. Changes
6. Shout Out
7. Hunter
8. Double Dealer
9. Gone
10. Torture Is My Name
11. Girls
12. Got Laid
Line Up
Pierre (Voce)
Steve (Chitarra)
Gunnar (Basso)
Chris (Batteria)
 
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