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Janis Joplin - Pearl
( 6734 letture )
Triste ma vero, viviamo in una società che santifica e commercializza la morte: non c'è bisogno di allontanarsi molto dalla propria sfera familiare per notare come la dipartita di una persona faccia passare in secondo piano gli attriti e controversie per fare spazio al cordoglio e al rispetto (cosa sacrosanta, ma che troppo spesso sfocia nell'ipocrisia).
Nella musica, questo fenomeno umano viene strumentalizzato per venderci qualsiasi cosa: dal disco-spazzatura postumo, che probabilmente nemmeno il povero artista deceduto avrebbe voluto vedesse la luce, a ristampe dei suoi album di maggior successo, fino a gadgettistica di vario genere. Proprio in anni recenti abbiamo avuto gli infelici episodi di grandissime personalità come Michael Jackson o Amy Winehouse, troppo spesso in prima pagina per motivi lontani dalla musica, ma che hanno scritto importanti pagine della musica pop moderna.
Se, fortunatamente, nel metal questo genere di iniziative non ha preso piede in maniera massiccia, il rock è un vero e proprio ricettacolo di leggende, dove la figura dell'artista maledetto è diventata un vero e proprio cliché fin dai tempi di Elvis e Jim Morrison.Qui iniziano i problemi, perché se è possibile accettare che le opere di un'artista possano essere meglio apprezzate dopo la sua morte (nella pittura, praticamente, è la norma) non si dovrebbe permettere che certe personalità diventino delle autentiche icone chic da piazzare su una maglietta o come immagine personale dei vari Facebook, MSN o Twitter.
A tal proposito, vorrei riportare il modo in cui ho conosciuto la grandissima Janis Joplin qualche anno fa: ai tempi, ero un casuale fruitore del metal anni ottanta e di qualcosa di contemporaneo, per niente attento alla musica come storia, tecnica e arte. Girando su Facebook (ebbene si, in gioventù feci la pazzia di iscrivermi) notai che una mia amica aveva cambiato la sua foto con quella della famosa artista statunitense e, una volta chiesto chi fosse, venne fuori che era una “grandissima cantante morta troppi anni fa, bravissima però!”. Ecco che, anni dopo, mi accorgo che l'artista diventa immagine, che le persone distolgono l'attenzione dalla musica per concentrarla solo sull'estetica e sull'apparire, perché ciò che conta non è amare l'opera d'arte o chi la crea, ma farlo sapere agli altri: e allora via alle magliette vendute dei grandi supermercati dei vari Beatles, Ramones, Rolling Stones, alle gigantografie del povero Morrison svendute, perché “quello lì non so chi è, ma la sua faccia è su un sacco di magliette!”.

Tutta questa lunghissima premessa serve non soltanto a selezionare i lettori più perseveranti e meritevoli, ma soprattutto ad alleggerire la leggendaria Janis di un bagaglio di moda e cultura pop che non le appartiene, per poter finalmente concentrarci sulla sua arte. Il suo ultimo lavoro, Pearl (postumo soltanto per modo di dire), vede la luce pochi mesi dopo quella maledetta notte del 4 Ottobre 1970 in cui la nostra perde la vita a causa di un'overdose di eroina ed è permeato da quella carica emotiva che caratterizza il suo precedente lavoro solista e le uscite con i Big Brother and the Holding Company. Una forza rock, vorticose e psichedeliche sonorità blues, lo stile soul nelle linee vocali, sono tutti i tratti distintivi della musica di Janis che però qui vengono accompagnati da una malinconia in cui molti hanno visto un presagio della fine imminente dell'artista. Può essere più appropriato allora partire dall'ultimo pezzo inciso dalla cantante americana, quella Mercedes Benz in cui più che in tutto il resto del platter si ritrova la tristezza e lo strazio nella potentissima voce della nostra che ci dice molto più di quanto il semplice e scanzonato testo della canzone voglia far trasparire. Altre tracce si distinguono presentando un mood più leggero e arioso, come la blueseggiante Mover Over, la bellissima Half Moon o la folle Buried Alive In The Blues, mentre altre ritornano su toni più oscuri, soprattutto quando le linee vocali tendono al soul in maniera più palese, vedere Cry Baby e A Woman Left Lonely. Presenta una leggera variazione dalle suddette tendenze My Baby, in controtendenza rispetto a quanto appena detto, mentre Me And Bobby McGee è una rivisitazione, con qualche accorgimento, di un pezzo di Kris Kristofferson. Forse la più bella prova vocale dell'artista statunitense è però contenuta nell'emotiva Trust Me, passionale e felice pezzo carico di sentimento e pathos, mentre Get It While You Can è più lenta e meno originale, forse il pezzo meno impressionante in una tracklist impareggiabile come questa.

In conclusione, siamo di fronte ad uno dei capolavori assoluti della musica, sicuramente il momento più alto di ispirazione per la nostra Janis Joplin, che forse non a caso è coinciso con uno dei suoi momenti di disperazione più profonda. È un album che va ascoltato, una voce che va sentita almeno una volta, emozioni che vanno provate se si dice di amare la musica. La meravigliosa commozione che solo la vera arte di un vero artista sa suscitare in ognuno di noi non dovrebbe diventare parte di uno stile, parte di un modo di conformarsi con la società. Ascoltate la musica, amate i musicisti, adorateli se volete, ma ricordateli sempre per quello per cui loro vogliono essere ricordati, allora onorerete la loro memoria.



VOTO RECENSORE
96
VOTO LETTORI
92.47 su 23 voti [ VOTA]
Franco
Venerdì 13 Dicembre 2019, 19.35.55
32
Lagna Janis Joplin? Ci si dovrebbe pulire le mani prima di usare la tastiera scrivendo di lei; se fosse davvero una lagna allora come mai così tante persone che nemmeno erano nate quando morì la amano e non cessano di rimpiangerla?
Area
Lunedì 7 Ottobre 2019, 15.17.45
31
Il migliore dei due album solisti di Janis! Oltretutto similmente a molti altri esponenti del Rock Psichedelico pure lei qui tenta l'incursione nel Country con un ottima cover (Me & Bobby McGee). I due fatti con i Big Brother (l'omonimo e Cheap Thrills spesso accreditati alla sola Joplin) sono un altra cosa sia come genere che come periodo.
Replica Van Pelt
Lunedì 7 Ottobre 2019, 14.59.39
30
@ Rasta,è un buon di vedere la cosa,molto semplice e umano,e forse hai ragione.Devo comunque ringraziarti.ciao
Rasta
Lunedì 7 Ottobre 2019, 14.39.06
29
... perdonami, dopo questo non tornerò + sull'argomento. JANIS JOPLIN non è morta in nome dell'Arte, ma a seguito dei suoi vizi e stravizi, che, come è noto, all'Arte fanno sempre + male che bene. Se poi invece si vuole credere alla cospirazione che uccise con partite di ero malata, i più grandi Musicisti e capi carismatici della rivoluzione dei Sixties, da parte dei soliti noti (cosa che peraltro, se venisse eventualmente dimostrata non meraviglierebbe affatto), allora si: è morta x la Sua Arte.
Replica Van Pelt
Sabato 5 Ottobre 2019, 21.06.46
28
Scrivo solo quello che mi passa per la testa,se mi ponessi il problema del giusto o sbagliato non scriverei più nulla,ma ultimamente mi domando se in un mondo di stronzate come questo l'arte abbia un senso,parlo di arte e non di quella che ci spacciano come arte,se l'arte esista e la si possa chiamare tale solo perchè ce lo impone questo sistema perchè sia alla fine più facilmente ed economicamente spacciabile,se la morte di una ragazza di 27 anni sia giustificabile con quella cosa che si chiama arte.Vorrei sapere cosa mi risponderebbe lei,sarei già contento.
Rasta
Sabato 5 Ottobre 2019, 19.41.43
27
Replica Van Pelt: il mio commento puramente tecnico sparisce di fronte al tuo così sofferto. Non sono tagliato x la poesia ma ci vedo davvero qualcosa di poetico. Arte o non arte comunque la voce di JANIS emozionerà sempre a tutti gli angoli di questo piccolo e brulicante pianeta. Saluto e stretta di mano!!!
Fabio Rasta
Sabato 5 Ottobre 2019, 19.36.24
26
Peccato JANIS non abbia potuto ascoltarlo finito. Neanche noi se x questo: mi sono sempre chiesto come avrebbe cantato Buried Alive In The Blues e non me lo sono mai neppure riuscito a immaginare. Sono convinto a lei sarebbe piaciuto questo LP. Una produzione davvero all'altezza e un manipolo di canzoni una + bella dell'altra a renderle giustizia, con la ciliegina della cover di KRISTOFERSSON, immortalata x sempre nella versione di JANIS. Band base (FULL TILT BOOGIE mi pare si chiamasse) e arrangiamenti semplici. Performance vocale divina, con una ottima resa sonora, cosa abbastanza carente in quasi tutte le registrazioni di JANIS JOPLIN. Su Mercedes Benz JANIS sale proprio in cattedra: "Teach you how to sing the Blues!"
Replica Van Pelt
Sabato 5 Ottobre 2019, 19.30.14
25
Sto cercando di scrivere qualcosa,ma non riesco a percorrere tutte le sue cicatrici,mi chiedo se abbia un senso che l'arte abbia un suo prezzo da pagare,non è un panino,una maglietta,un adesivo,stiamo parlando di vite che si perdono e poi svaniscono,in nome dell'arte??ma arte di cosa?in nome dell'arte,o dell'urgenza espressiva,mio nonno faceva il contadino,quello vero,non bio o cazzate varie,se ne è andato a 84 anni,rispetto ad oggi la sua era arte.Sto cercando di scrivere qualcosa,e invece mi perdo qui,fra queste note e la sua voce,e mio nonno amava questa terra allo stesso modo.
Rob Fleming
Mercoledì 27 Gennaio 2016, 18.43.14
24
Clamoroso
BOB
Giovedì 18 Settembre 2014, 14.23.30
23
ogni canzone della sua discografia è un capolavoro!!!c'è solo da inchinarsi dinanzi a questa leggenda!
@
Mercoledì 5 Marzo 2014, 23.44.05
22
Se leggete il suo commento potete chiaramente capire che "the True" non capisce un cazzo di musica.
dario
Domenica 12 Maggio 2013, 15.59.54
21
Lagna ? Janis joplin ? ....o mamma...
the True
Martedì 30 Ottobre 2012, 15.34.26
20
rock?? belìn.. ma è una lagna contunua....
Unia
Venerdì 26 Ottobre 2012, 20.57.55
19
Janis Joplin: una leggenda del blues e di Woodstock! Una personalità e una voce meravigliosa. "Triste ma vero, viviamo in una società che santifica e commercializza la morte...", forse, perché l'uomo non è capace d'uscire dai suoi vincoli mortali. Si chiama "desiderio d'immortalità". Grazie per la recensione, davvero un ottimo album e un'ottima artista.
Compagno di Merende
Giovedì 11 Ottobre 2012, 7.56.22
18
Esattamente, si cita sempre Van Gogh che in vita era povero come esempio generale, ma sono in realtà pochissimi i pittori che non hanno campato della propria arte. Su Aldo Giovanni e Giacomo immagino che sia come dici, anche se la scelta dell'oggetto (appunto, non un dipinto o un'opera apprezzabile per la sua forma ma qualcosa di più simile alle opere della finta protesta di Manzoni) farebbe pensare all'arte minimale o di concetto, dove in pratica l'autore (vivo o morto che sia) vale più dell'opera.
Listick
Mercoledì 10 Ottobre 2012, 16.36.38
17
Durante il film si specifica più volte che la Gamba viene acquistata proprio facendo conto sulla morte dell'artista e, di conseguenza, sull'aumento del valore dell'opera. Quello a cui ti riferisci tu mi sembra più vicino alla protesta del Manzoni (Piero) e della sua celebre "Merda D'Artista" Per quanto riguarda la pittura: a me pare di ricordare che artisti comei van Gogh avessero vissuto gran parte della loro vita nell'indigenza (se non tutta), ma confesso che questa è cultura scolastica!
Compagno di Merende
Mercoledì 10 Ottobre 2012, 8.23.18
16
@ Listick: giustissimo il valore di leggenda che si dà ad artisti del passato per di più se morti, ma nella pittura essere apprezzati dopo la scomparsa non è la norma, anzi. Il senso della gamba di legno di Aldo Giovanni e Giacomo credo che sia invece una presa in giro dell'arte concettuale, in cui l'oggetto conta meno della firma.
LORIN
Martedì 9 Ottobre 2012, 18.17.27
15
Questo disco è meraviglioso,come tutti quelli di Janis del resto e mi fa piacere per una volta tanto vedere anche che il voto in generale stavolta rispecchia veramente il valore del disco in questione.Quindi anche il mio è 100 e lode.
Nikolas
Martedì 9 Ottobre 2012, 14.29.56
14
La divina, brividi incredibili ogni volta che la ascolto, per me è quasi una liturgia religiosa l'ascolto di questo disco. 100 e lode, senza dubbi.
fabio II
Martedì 9 Ottobre 2012, 12.14.48
13
guasta
fabio II
Martedì 9 Ottobre 2012, 12.13.07
12
Ma figurati Undercover mica dubito due tuoi gusti visto che ci sentiamo anche spesso fuori da Metallized...è che il portone per Grace suonava un pò male....Caro Lizard un pò di sano linguaggio rock, in questo caso con peli sulla lungua (AHAHAH!), non gusta mai! Eppoi devo riprendermi dalla scomparsa di un amico. Scusate l'OT
Undercover
Martedì 9 Ottobre 2012, 12.04.07
11
ahahah no no caro Fabio, mi piace la topa e Grace era una gran bella topa
Lizard
Martedì 9 Ottobre 2012, 11.59.43
10
Mi stupisco di lei dottor Fabio II: questo linguaggio non le si addice affatto
fabio II
Martedì 9 Ottobre 2012, 11.44.25
9
Beh Grace era anche una fotomodella, sai che fatica sfondare..ehm ehm il portone...diciamo che hai usato un termine un pò troppo adatto ai gay. Per quanto, più gay ci sono più c'è f..a libera; dovessi scegliere farei fuori quello che se ne tromba 10 al giorno: è quello che mi porta via il pane di bocca. PS: ah aspettiamo i Jefferson a questo punto.. e Metal Maniac a vedere se sposa la mia teoria ahahhah!
Lizard
Martedì 9 Ottobre 2012, 11.30.21
8
Disco eccellente, voce meravigliosa, anche se leggermente più usurata rispetto agli esordi (il che comunque finisce per accrescerne il fascino). Su Pearl c'è tutto quello che Janis era riuscita ad essere fino a quel momento: blues, soul, rock ed una disperazione profonda che tocca l'anima.
Undercover
Martedì 9 Ottobre 2012, 11.28.59
7
Eh ma i Jefferson Airplane... sfondi un portone apertissimo
fabio II
Martedì 9 Ottobre 2012, 11.20.22
6
Undercover questa è una di quei rari casi di donna che provocano brividi alle palle senza neanche toccarti, come Grace Slick
Undercover
Martedì 9 Ottobre 2012, 11.00.56
5
Spettacolare, questa donna avrebbe messo in riga chiunque al tempo, carisma da vendere, un'animo capace di farti sognare quanto di renderti partecipe del proprio dolore e della passione riversata nella sua arte, immensa e disco bestiale.
Gabriele
Martedì 9 Ottobre 2012, 10.54.46
4
Capolavoro come pochi altri.
Listick
Martedì 9 Ottobre 2012, 9.12.06
3
@Compagno: certo che lo è, ciò non toglie che ancora oggi mi ritrovo ad apprezzarre band o artisti passati a miglior vita (le band in senso figurato, ovviamente!) semplicemente perchè non le conoscevo prima di allora; che problema c'è? Il problema è il senso di leggenda che viene creato intorno ad un musicista per il solo fatto di essere morto, cosa che dai noi usa moltissimo. Ci si dimentica del valore dell'arte in sè e si trasferisce l'attenzione sulla vita dell'autore (la "Gamba" di Aldo, Giovanni e Giacomo ironizzava proprio su questo )
MyCoven
Martedì 9 Ottobre 2012, 8.48.33
2
100 dalla prima all'ultima nota. Magnifica Janis!!
Compagno di Merende
Martedì 9 Ottobre 2012, 8.23.38
1
"le opere di un'artista possano essere meglio apprezzate dopo la sua morte (nella pittura, praticamente, è la norma)" questo è un triste luogo comune assai lontano dalla realtà.
INFORMAZIONI
1971
Columbia Records
Rock
Tracklist
1. Move Over
2. Cry baby
3. A Woman Left Lonely
4. Half Moon
5. Buried Alive in the Blues
6. My Baby
7. Me And Bobby McGee
8. Mercedes Benz
9. Trust Me
10. Get It While You Can
Line Up
Janis Joplin (Voce)
John Till (Chitarra)
Richard Bell (Piano)
Ken Pearson (Organo)
Brad Champell (Basso)
Clark Pierson (Batteria)
 
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