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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Dialcaloiz - Sangue della Terra II
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( 2440 letture )
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Provengono dalla Val di Susa i Dialcaloiz e ci propongono una ruspante e vivace mistura di rock/hard rock anni 70 con pulsioni che vanno dal punk all’heavy unite ad una spiccata vena cantautoriale. Tanta carne al fuoco per un risultato che fa della sincerità e del calore le sue armi migliori. Formatisi nel 2006 e con diverse uscite autoprodotte o indipendenti alle spalle, tra le quali la partecipazione ad alcune compilation, i piemontesi trovano il contratto con l’etichetta Dispetto Records, che pubblica il qui presente Sangue Della Terra II nel 2011 (il primo capitolo era invece uscito nel 2009). Ascoltare i brani contenuti in questo album fa inevitabilmente compiere un salto indietro nel tempo, sia a livello musicale che lirico, dato il fortissimo legame che la band crea con la storica scena degli anni 70, nella quale la musica, come ogni altra forma di arte, veniva concepita non solo per se stessa, ma anche come veicolo per idee politiche e sociali. Ovvio quindi che l’aspetto lirico rivesta un ruolo importante, anche se il gruppo riesce a non risultare forzatamente retorico o pesante, scegliendo comunque un registro semplice e scarno, spesso allusivo ed ironico, che solo in alcuni episodi diventa più chiaro e sferzante. Il trio mostra comunque di amare molto anche il lato musicale della propria proposta e di non considerarlo solo un pretesto per accompagnare i testi.
Sangue della Terra II si regge essenzialmente sul lavoro strumentale dei tre musicisti coinvolti, i quali dimostrano di possedere ormai un amalgama ottimo e completo, sostenendosi e rilanciandosi a vicenda, specialmente nelle lunghe sezioni strumentali che quasi sempre costituiscono il valore aggiunto del disco. La precisa derivazione settantiana della musica, che attinge dalla canzone di protesta ma la riporta ad un hard rock deciso e vitale, è la cifra artistica dei Dialcaloiz, grazie alla quale il gruppo si può permettere di inserire nel tessuto dei brani divagazioni solistiche, parti arpeggiate, riff protometal e tanta rabbia. Le parti vocali, appannaggio del chitarrista Paolo Patane’ (autore anche dei brani) e del bassista Diego Paolo Zuccotti, sono forse il punto debole dell’intera proposta, a causa dell’approccio fin troppo debitore verso il classico cantautorato italiano (peraltro la somiglianza vocale proprio con Francesco Guccini in qualche caso è davvero forte) e di linee melodiche non proprio imperdibili e appoggiate sulla musica, senza che mai ottengano davvero un ruolo importante, al di là del messaggio dei testi. A livello strumentale, vista la natura di trio della band, il ruolo preponderante è svolto dalla chitarra di Patane’, che offre il suo meglio in fase di riffing e di accompagnamento arpeggiato, senza negarsi qualche fuga solistica non tecnicamente eccelsa ma di impatto. Intelligente anche l’uso delle doppiature con la chitarra acustica in qualche brano. Non da meno comunque il lavoro della sezione ritmica, nella quale sia Zuccotti che un superadrenalico Buscaglione danno decisamente il loro contributo. Interessante l’opener Etilico, brano decisamente più lungo degli altri, visti i quasi dieci minuti di durata, che raccoglie in buona parte il repertorio musicale della band alternando parti arpeggiate a più decise sezioni strumentali guidate dalla chitarra. Più rockeggianti e quasi punk Sabbia e Cemento, anche da un punto di vista testuale, ironico ed irriverente come si conviene, e Rockin’ on Hell. Molto valide anche Fumo Calante, Il Lago ed Octave, peraltro i brani più apertamente improntati alla critica politica (Fumo Calante ha fatto anche parte della compilation No Tav del 2009), ma anche quelli musicalmente forse più interessanti. Vicino invece al tipico immaginario metal lo strumentale Labirinth, influenza questa sfogata anche nella satirica Cloroformio, nella quale l’ascendente dei Diamond Head è palese. Si fa notare a metà tracklist la presenza della riuscita cover di Pigro, ottimo brano di Ivan Graziani, cantautore a lungo dimenticato e che sembra aver ritrovato nel tempo un meritato riconoscimento, almeno a livello underground.
Sangue della Terra II è in buona sostanza un disco suonato con passione e competenza da un gruppo di musicisti non giovanissimi, ma di buono spessore, che sa usare sia la testa che le mani. I limiti della proposta dei Dialcaloiz risiedono essenzialmente tutti in linee vocali appena abbozzate e tutto sommato poco convincenti rispetto alla perizia strumentale dimostrata dalla band (non a caso, sono presenti due strumentali) ed anche rispetto al messaggio stesso che si cerca di portare avanti. Un difetto, se lo vogliamo ritenere tale, che probabilmente verrà notato maggiormente proprio dai normali fruitori dell’hard rock, piuttosto che dagli amanti della musica italiana; i quali, potrebbero però essere allontanati dalla veemenza rock di canzoni tutt’altro che arrendevoli o morbide. La produzione dell’album, d’altra parte, esalta la natura live e strumentale dei brani, ma pur senza rivelare manchevolezze particolari, è palesemente povero da un punto di vista di post-produzione e mastering. La natura di live band ne risulta esaltata, mentre viene penalizzato il disco in sé, che rischia di apparire più vicino ad un ottimo demo che ad un album ufficiale. I Dialcaloiz, comunque, dimostrano di avere diverse frecce al proprio arco, anche da un punto di vista compositivo e brani come Il Lago lo testimoniano appieno. Peccato per alcune canzoni non esaltanti e per una generale sensazione che il risultato finale sia ancora grezzo e da sistemare. Resta comunque la consapevolezza di avere a che fare con un gruppo sincero e dalle discrete potenzialità, che può ancora affinare le proprie qualità compositive e migliorare quelle legate al cantato, magari proprio favorendo l’ingresso di un frontman vero e proprio.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Etilico 2. Sabbia e Cemento 3. Labirinth 4. Fumo Calante 5. Pigro (Ivan Graziani cover) 6. Il Lago 7. Octave 8. Rockin’ on Hell 9. My Life Is Trova Löng 10. Cloroformio 11. Black Janiel’s
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Line Up
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Paolo Patane’ (Voce, Chitarra) Diego Paolo Zuccotti (Voce, Basso) Giulio Buscaglione (Batteria)
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RECENSIONI |
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