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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Negura Bunget - ‘N Crugu Bradului
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( 3314 letture )
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Ad oggi i Negura Bunget sono sicuramente considerati una delle band più interessanti e innovative del panorama black metal europeo. Con una carriera che li vede attivi dal 1995, il gruppo rumeno si è guadagnato meritatamente un nome importante in ambito metal, tanto da diventare anche l’influenza principale di diverse band dello stesso filone (i Drudkh ne sono un chiarissimo esempio), senza contare un continuo rinnovamento stilistico che li ha visti comporre album più vicini al black tradizionali ed altri aperti anche alla musica tradizionalistica, all’ambient e al neofolk. ‘N Crugu Bradului è la terza fatica dell’ensemble, nonché una delle loro opere più ambiziose in assoluto. Il disco è infatti strutturato in solamente quattro tracce della durata media di 13 minuti che compongono un concept album sulle quattro stagioni. Un tema molto affascinante che la band di Timisoara trasforma in musica con grandissima originalità e caratterizzazione.
Sebbene ogni traccia sia la descrizione di una stagione diversa, l’atmosfera predominante dell’album è sicuramente quella invernale, che emerge attraverso un suono plumbeo e oscuro che compare sia nelle parti puramente black metal che negli intermezzi folk e ambient. È proprio questa, infatti, una delle caratteristiche del disco: l’alternarsi di passaggi musicali apparentemente differenti tra loro, che sono l’elemento che rende più progressivo e vario l’album in questione. Come non rimanere ipnotizzati dai lenti e dilatati passaggi acustici di Vara (in italiano estate) e dal loro suono psichedelico e ripetitivo di grande impatto? Come non lasciarsi trasportare dall’intermezzo neofolk di Toamna (Autunno), che vede un dileguarsi continuo di raffinatissimi fraseggi chitarristici? Per non parlare poi del finale ambient/atmosferico di Larna (Inverno) che fa perdere l’ascoltatore nelle foreste buie e desolanti della Transilvania. La forza evocativa di questo lavoro è sorprendente, la natura selvaggia, la musica primordiale e ritualistica proiettano davanti agli occhi di chi ascolta tutta la bellezza e l’inquietudine dei boschi e delle montagne, dipinte dal gruppo nei vari momenti dell’anno, con una sensibilità artistica veramente unica. Le parti black del disco sono l’antitesi degli inserti ambient e folk che rappresentano il lato pacato delle quattro stagioni, mentre queste invece ne descrivono il lato più aggressivo e inquietante. Nonostante questo però il risultato sul piano atmosferico rimane invariato, poiché le visioni oscure e naturalistiche create dal gruppo restano le stesse per gli interi cinquanta minuti dell’album. Una curiosità interessante relativa alla tracklist del CD è che oltre ai titoli delle quattro stagioni esistono anche dei titoli alternativi che non rimandano minimamente al concept dell’album ma si concentrano su tematiche puramente naturalistiche: ad esempio la primavera diventa Wind’s Gate, l’estate Towards the Well of Stones, l’autunno Down There to the Twilight e l’inverno Wolves Are Calling in the Forest. Questa scelta bizzarra offre probabilmente una seconda interpretazione del disco snaturandolo dalla sua integrità di concept album.
In conclusione si può senza dubbio dare il merito a questo album di essere stato uno dei primi ad aprire le porte del black metal atmosferico moderno, genere che al giorno d’oggi sembra riscuotere tanta approvazione. Questo disco è uscito 10 esatti anni fa, e ai tempi l’idea un black metal così particolare era veramente innovativa, anche se in verità gli Enslaved hanno anticipato le coordinate del genere molto tempo prima. A mio parere quest’opera rappresenta una tappa davvero importante per l’evoluzione del black metal ed è inoltre uno dei primi lavori ad introdurre il folk psichedelico in un contesto di questo tipo.
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18
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Grande album...Abbastanza ostico all'inizio ma che sa regalare belle sfumature e soddisfazioni. Forse OM e' un pelo piu bello...ma sono due capolavori. Resta in pace Gabriel e grazie per le emozioni derivanti dalla tua terra, che ci hai regalato. |
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16
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Grandissimo album. Un filino sotto OM che è pressochè perfetto, ma anche qui ci andiamo vicino. Penso che " 'N Crugu Bradului", "OM", Virstele Pamintului" e anche "Dar De Duh" dei gemelli Dordeduh siano album incredibili e in parte, forse, inarrivabili. |
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15
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Mi sembra davvero un bell'album, lo sto approfondendo. Il voto credo sia proprio adeguato. Continuo a sostenere che un 79 non sia affatto un voto basso, anzi. Se qualsiasi bell'album merita 85 o più, la rosa dei voti possibili si restringerà a tal punto che tra poco i voti saranno tutti uguali... |
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14
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Probabilmente è perché a me piace questo tipo di musica ma non mi ci è voluto molto ad assimilarlo. Uno del capolavori dei Negura Bunget, con un songwriting ottimo e perfetto dosaggio di black, ambient e folk. Non sapevo che i Drudkh si fossero inspirati a loro: si impara sempre qualcosa... Non mi interessano molto i "voti" ma se 100 è il massimo, io gli andrei vicino. Au revoir. |
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13
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Caspita, solo 79? Mi si spezza un po' il cuore |
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12
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Il migliore dei Negurâ. |
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11
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Bel disco, difficile da assimilare (mi ci son voluti 7-8 ascolti) ma che alla fine ripaga l'ascoltatore...per me siamo intorno all'85. |
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10
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Questo è uno degli album più importanti del black metal negli anni '2000. Gli preferisco OM, però dai non scherziamo... Quoto il vichingo: scendere sotto il 90 è un reato. Questi Negura Bunget erano una delle migliori band ad aver calcato terra negli ultimi dieci anni. Un gruppo capace di mischiare l'estremo con il folk e la psichedelia come nessun'altro (infatti, escludendo i Dordeduh per ovvi motivi, non c'è alcun gruppo che si avvicini al loro modo di suonare). Semplicemente divini, voto al disco: 95. |
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9
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Vabbè che questo tipo di album non sia roba proprio per tutti mi sembra oggettivo, ci vuole un animo che sia in totale affinità con i loro ambienti e con quello che vogliono esprimere per comprenderlo e indagarlo come merita. Insomma, non è una cosa diretta che ti entra dentro al primo colpo come puó esserlo una robetta hair glam o chessó io. Minimo 10 ascolti per farti assorbire da questa maestosità ci vogliono. |
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8
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Quoto undercover, anche per me il voto è fin troppo alto, purtroppo nonostante ripetuti ascolti, non fanno per me...sarò ignorante in materia, per fortuna cè gente colta e illuminata come Nosferatu che sopperisce ai miei limiti culturali! |
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7
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Recensioni ottime, sia questa che quella dei Dordeduh, però paradossalmente credo che ti sia un pò trattenuto con i voti, insomma, leggendo le recensioni sia questo che l'altro sono due 90 pieni, ma non capisco perchè poi siano un 78 e un 79. In ogni caso ottimo lavoro davvero. |
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6
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Un capolavoro indiscusso......siete voi che non riuscite a capirlo.... la Romania non e solo zingari e dracula....cho non comprende questo disco e ignorante in materia....... |
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5
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@vichingo: purtroppo sono ignorante su questa band, ma Om all'inizio avevo grosse difficoltà a comprenderlo (tutti ne parlavano come un capolavoro imprescindibile del genere) e lo misi da parte..adesso mi causa forte dipendenza, credo che approfondirò anche altri loro lavori |
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4
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Vabbè, de gustibus... ho anche scritto "per come la vedo io"... |
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3
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@il vichingo a me fanno proprio recere, pensa te... sono sicuro che possano piacere ma non mi dicono davvero una mazza, anzi 79 lo ritengo anche alto. |
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2
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I gusti son gusti e non si discutono, questo è pacifico, ma per come la vedo io scendere sotto il 90 su 100 è un reato per i primi quattro dei Negura. Il mio preferito della band resta Om, ma anche questo è un ottimo, consigliato a tutti. |
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1
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ottimo album di pagan/black, atmosfere incredibili e un songwriting di grande qualità, uno dei migliori dischi dei Negura Bunget. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Primavar 2. Vara 3. Toamna 4. Larna
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Line Up
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Hupogrammos (Voce, Chitarra, Percussioni, Tulnic) Sol Faur (Chitarra) Ursu (Basso) Negru (Batteria, Percussioni, Xylofono)
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