|
26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
|
|
HellLight - Funeral Doom (reissue)
|
( 2093 letture )
|
Brasiliani, attivi dal 1996 ma con solamente tre full-length in carriera: la Solitude Production regala agli HellLight una chance per farsi conoscere al mondo intero, ristampando il loro secondo lavoro intitolato Funeral Doom.
Che musica suoneranno mai i nostri? Stranamente, la questione non è così semplice: questi tre ragazzi di São Paulo sono infatti autori di un doom metal estremo fortemente influenzato dalla frangia più melodica del doom/death albionico (quello più gothicheggiante, per intenderci), uno strano incontro tra Until Death Overtakes Me e i My Dying Bride più decadenti, per capirci. Ovviamente, parlando della struttura portante dei brani, è sempre il funeral a farla da padrone: forte è infatti l’influenza degli Esoteric (ma senza la loro profondità, purtroppo) così come degli immancabili Mournful Congregation nella scelta dei riff e nel timbro ruggente del growling, seppur i nostri preferiscano affidare le linee guida delle loro composizioni alle tastiere. La particolarità degli HellLight risiede nella frequenza con la quale aprono il loro sound alla melodia, o meglio, alle influenze più disparate: molto frequente è infatti l’utilizzo di assoli di chiara matrice heavy metal (se non addirittura hard rock!), con i quali i brasiliani amano chiudere i propri lunghi e articolati brani. La scelta di non confinarsi all’interno degli stretti confini imposti da uno dei generi musicali più intransigenti in assoluto è davvero rimarchevole, seppur talvolta i risultati auspicati non combacino del tutto con quanto i nostri sono riusciti a mettere su disco.
Si parte con Deep Sideral Silence, un pezzo molto lungo (ma la durata media rimarrà quasi sempre sopra i dieci minuti) e ottimamente confezionato dalle tastiere di Eric, il quale conferisce un apporto emozionale assolutamente degno di nota. Il brano scorre che è una meraviglia, anche se una coda più appassionante l’avrebbe reso di certo memorabile. La successiva titletrack paga dazio agli australiani Mournful Congregation per quanto riguarda la scelta dei riff e delle tetre atmosfere dipinte dal growling di Fabio; tuttavia, il pezzo prende presto una strada del tutto inaspettata, aprendosi a un solo di chitarra malinconico (questo davvero bello) e a delle clean vocals che mi sono parse decisamente stonate, oltre che mal bilanciate dal punto di vista dell’ingegneria del suono. Una struttura similare pervade Nexus Alma, la quale mantiene per tutta la sua durata lo stesso incedere lento e catacombale, andando quindi a sottolineare le doti compositive del gruppo nel concepire composizioni non troppo complesse ma ugualmente efficaci. Davvero molto bella. Dopo un buon intermezzo strumentale arriviamo a Life in Darkness, un brano ancora molto lungo e sofferto, ma anche noioso per via della reiterata formula compositiva fatta di pesanti riff in crescendo che si aprono alla melodia sul finale, e in questo pezzo la coda assume connotati decisamente romantico/decadenti. La stessa debolezza nella varietà degli arrangiamenti è riscontrabile nella successiva Afterlife, brano che vede di nuovo il ritorno delle clean vocals, stavolta non stonate, ma nemmeno molto incisive. In Memory of the Old Spirits i brasiliani scoprono le loro carte, e giocano su di un pezzo a tutti gli effetti melodic doom/death: ottimi contrappunti di pianoforte e trama principale delle chitarre ben sostenuta dal growl, finale molto malinconico e nessuna traccia di funeral doom.
Questa ristampa da parte della Solitude Production vede il presente lavoro abbinato al mini album (si fa per dire, vista la durata) The Light That Brought Darkness, raccolta di cover di artisti quali Black Sabbath, Danzig, Bathory, Pink Floyd, Queen e perfino Neil Young, fatto che sottolinea ancora una volta la varietà di influenze che anima la visione musicale degli HellLight.
Funeral Doom piacerà agli appassionati di melodic doom/death, e molto meno ai funeral doomster più ortodossi. A voi la scelta.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
7
|
Come detto nella recensione non si tratta di Funeral Doom Metal allo stato puro e si possono fare delle similitudini con band come My Dyng Bride e Swallow The Sun anche se il sound risulta comunque più pesante nel complesso. Non un disco originalissimo ma ben suonato e prodotto.
Non ha convinto al 100% il cantato in growl mentre invece ho trovato più convincenti le parti in clean. Ottimi invece i lunghi fraseggi chitarristici. Nel complesso un buon album ma che sicuramente non fa gridare al capolavoro. Il voto della recensione lo trovo abbastanza in linea con il mio: 75 |
|
|
|
|
|
|
6
|
Ottimo disco, così com'è ottima tutta la discografia degli HellLight. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Appena letto il titolo del disco e relativo genere mi sono buttato su youtube. Delusione iniziale in quanto mi aspettavo un dischetto Funeral (non avevo ancora letto la recensione), delusione scomparsa dopo poco in quanto Funeral Doom è veramente un bel disco! Voto 75. Appena trovo due soldi lo prenderò su Internet (dopo quelli di Aldebaran e Monads) |
|
|
|
|
|
|
4
|
Ma figurati, grazie a te per essere sempre attivo sulle nostre pagine! |
|
|
|
|
|
|
3
|
Ricevuto e grazie per la risposta |
|
|
|
|
|
|
2
|
Beh Undercover, tu hai decismente dei gusti molto vari però..Io parlavo di chi ascolta solamente doom estremo e, leggendo un titolo come "funeral doom", si sarebbe aspettato tutt'altra musica. Ma il punto è che il voto non è determinato da questo, ma da una certa ripetività compositiva (come riportato nella recensione), la quale comunque non affossa del tutto un lavoro assolutamente gradevole. Poi 73, per me, è un buon voto: di solito (a parte qualche abbaglio) sono molto parsimonioso con i voti |
|
|
|
|
|
|
1
|
E anche stavolta non mi trovo d'accordo, è vero che sono melodici e tendenti più al doom/death soprattutto in questo lavoro che fa parte del passato, però non vedo perché un appasionato di funeral (presente, eccomi) non debba trovare un gustoso un piatto ricco simile, tra le altre cose la produzione pur non essendo stratosfericamente differente dall'originale per quanto riguarda il full, offre comunque una resa migliore e il mini è succoso e alquanto interessante dato che se la giocano con cover particolari dando una propria forma, è strano sta band sembra venga sottovalutata, 73 a questo 63 all'altro lavoro... mah, è una delle poche volte che non riesco a trovare un filo logico nella votazione. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
CD 1: 1. Deep Siderial Silence 2. Funeral Doom 3. Nexus Alma 4. The Diary 5. Life In Darkness 6. Afterlife 7. In Memory Of The Old Spirits
CD 2: 1. The Light That Brought Darkness 2. Heaven And Hell 3. How The Gods Kill 4. Hey Hey My My 5. Comfortably Numb 6. Man Of Iron 7. The Show Must Go On
|
|
Line Up
|
Fabio de Vida (vocals, guitar, keyboards) Alexandre Vida (bass) Eric Nefus (keyboards, only on Funeral Doom full-lenght) Robson Silva (drums)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|