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My Dying Bride - A Map Of All Our Failures
( 9028 letture )
Un dio che avesse voluto far fallire l'uomo, gli avrebbe dato come meta la perfezione (Claudio Lamparelli)

Volete sapere cosa penso freddamente del nuovo My Dying Bride? Penso che è un prodotto umano, non divino!
Penso che, cercando la ricetta tipica degli albionici, in A Map Of All Our Failures ci sia molto di quanto si creda ci debba essere, ad esclusione del coinvolgimento che i grandi cavalli di battaglia - ma anche qualche virata recente - sanno conferire a distanza di anni. E ciò, di per sé, potrebbe ben spiegare la mia delusione, seppure per onestà intellettuale si debbano escludere tagli di voto radicali ed irresponsabilmente tranchant che un qualunque ascoltatore del secondo millennio non potrebbe né capire né tantomeno condividere.
Per criticare i My Dying Bride, tacciandoli magari di fallimento, sarebbe dunque sufficiente riconoscere per una volta la loro “normalità”. Vediamo dunque se la cosa è, o meno, dimostrabile…

Dopo For Lies I Sire (che per il sottoscritto non rappresenta affatto un disastro), Evinta (che reputo un esperimento affascinante) e The Bargest O’ Withby (che registra il rientro su canoni stilistici assimilabili alla prima era) mi aspettavo infatti dagli inglesi un prodotto molto diverso da quello che mi sono poi trovato tra le mani. Innanzitutto, proprio partendo dalla rivisitazione novantiana affrontata dall’EP, pensavo ad un disco molto grezzo e pesante, non solo nella cernita dei suoni, ma anche in quello delle partiture. E non vorrei che questa mia ultima affermazione deviasse troppo l’attenzione sullo sviluppo melodico, comunque necessario ad una band “emotiva” come i My Dying Bride ed altresì presente in quest’ultima fatica, bensì che fosse riferita principalmente alla struttura libera - totalmente scevra da logiche commerciali - che il capolavoro Turn Loose The Swans insegnò anni or sono al mondo.
Diciamolo, A Map Of All Our Failures è differente perché più consueto; “normale” insomma: le canzoni sono tutte architettate sulla sequenza e ricorrenza dei temi principali, il vocalism si muove anche su stornelli tendenzialmente allineati allo sviluppo melodico e l’ensemble strumentale, certamente impreziosito dalle keys ed il violino di MacGowan (che meglio figura rispetto alla bocciatissima Katie Stone, senza però brillare per originalità), appare più curato e raffinato, forse troppo “affettato” per i miei personalissimi gusti in fatto di doom (che difatti scorgo tra questi brani essere molto annacquato in favore di derive maggiormente gothic). Se dunque è innegabile una certa ricerca di “innovazione”, ma prendete con le pinze questo termine, che in alcuni momenti mi ricorda il criticato 34.788%... Complete (nel lavoro di Aaron, ad esempio), è altrettanto vero che l’insistenza delle sovraincisioni vocali e degli intrecci chitarristici (le armonizzazioni dei cordofoni non sono da buttare, ma alla lunga suonano tutte molto simili), non conduce negli oscuri antri in cui i nostri probabilmente avrebbero voluto abbandonarci.

I brani, presi singolarmente, qualcosa restituiscono (soprattutto pensando a tutti quegli euro spesi per non interrompere la collezione), ma è durante il continuum a mancare il feeling con il disco, come si fosse alle prese con un puzzle di b-sides più o meno efficaci. The Poorest Waltz, A Tapestry Scorned e Hail Odysseus ad esempio non sono male, ma anche tra loro non comprendo un preciso filo conduttore alla base del songwriting. Nel calderone è difatti possibile trovare l’intero ventaglio di ciò che negli anni ha contribuito a costruire il trademark mydyingbridiano, come i movimenti melodici a tre (due chitarre e violino) o le sfuriate del growling adagiate sulle ritmiche cadenzate di Hamish Glencross, senza che tutto suoni in modo conciso e ben riferibile.
Perché? Perché nelle note c’è poca personalità, poca disperazione, poca disgrazia. Non bastano i tempi bradipici di Like A Perpetual Funeral e della titletrack, o le pause e gli organi di A Tapestry Scorned, a a fare dei Nostri una band ancorata alla propria tradizione (come i membri hanno invece cercato di veicolare attraverso le dichiarazioni pre-release): nel disco si scovano troppi riempitivi che sviliscono l’ascolto e che provocano skip alla ricerca del “brano giusto”… che mai arriva.
Tra le virtù, va ammessa una certa perizia nella scelta dei suoni e nel mastering complessivo che, pur non incontrando il mio personalissimo gusto, dimostra attenzione ed impegno ed un packaging carino, giocato su colori scuri ed immagini soffocanti. Peccato solo che la sequenza di note degli oltre sessanta minuti del disco non sia all’altezza delle arti grafiche e dei tecnicismi sonori presentati.

In conclusione: i My Dying Bride confezionano un album standard che non rimarrà tra le perle della discografia. Nella mia via lattea del gradimento A Map Of All Our Failures si posiziona nell’intorno di 34.788%... Complete e poco sotto A Line Of Deathless Kings. Lontanissimo dalla vetta, insomma, ma pur sempre ascoltabile e degno di un posto nella mia scaffalatura.
Un fallimento, dunque?
Dipende: per voi i My Dying Bride sono uomini o dei?



VOTO RECENSORE
65
VOTO LETTORI
74.67 su 93 voti [ VOTA]
Marino Sumo
Venerdì 7 Ottobre 2022, 16.04.42
36
Con una carriera come quella dei My Dying Bride è normale che ogni tanto saltino fuori dei lavori meno ispirati rispetto alla norma. Il disco in questione per quel che mi riguarda rientra in questa categoria,ma è comunque tutto tranne che insufficiente. Voto 65
Brider
Mercoledì 6 Gennaio 2021, 7.43.04
35
Dal nick si evince (non evinta ahahah) il mio amore per questo gruppo. Il commento lo lascio qua, perchè voto 65 e basta a questa (ennesima) perla un se po vedè!
65 e 72 AHAHAHAHAHA
Sabato 2 Gennaio 2021, 22.30.08
34
Dove se ne intendono (non si può nominare) media del 93. Qui invece... Dopo più di 20 anni di attività, sfornare un disco di tale caratura è facoltà solo per Grandissimi. Ergo, non fatevi fuorviare da 'sti numeri del lotto che leggete qui sopra e godetevelo.
Fake Votes
Domenica 20 Dicembre 2020, 1.16.00
33
Bellissimo album. Splendido davvero. Ma come cazzo si fa a mettergli solo 65???
Rio
Venerdì 6 Maggio 2016, 16.52.07
32
Non mi trovo d'accordo con la pur rispettabile e ben scritta recensione. Questo fu un grande ritorno agli standard qualitativi abituali dopo la crisi d'ispirazione manifestata con i due lavori precedenti. Atmosfere pesanti, melodie struggenti, colori cupi. Album tutt'altro che immediato, poco digeribile, ma che cresce con gli ascolti. Personalmente sento la mancanza degli intermezzi in growl, quasi del tutto assenti per la verità, ma forse non erano adatti in un album così maledettamente lento e cupo. Sono sostanzialmente d'accordo con i commenti qua sotto di Malleus e Piggod.
Steelminded
Sabato 7 Marzo 2015, 12.16.10
31
Credo che sia uno dei dischi più pesanti dei My Dying Bride, e ho detto tutto... Comunque sono prettamente d'accordo con il recensore, sottolineando che non capisco perchè non usano più il violino come una volta __ in molti dei pezzi è solo accennato...
David
Lunedì 18 Novembre 2013, 22.29.25
30
All'inizio ero rimasto molto deluso...però poi dopo vari ascolti il disco è migliorato e sono riuscito a vederne qualche lato "positivo" (se si può parlare di lati positivi nella musica della Sposa Morente...): The Poorest Waltz, Like a Perpetual Funeral, Hail Odysseus, tutti brani non eccellenti e quindi non all'altezza di altre composizioni passate ma, come già detto da altri, godibili. Poi comunque uno degli apici della disperazione dei My Dying Bride viene toccato nella parte centrale della title-track...mi fa sprofondare in un abisso che nel complesso del disco non è molto profondo ma in questo punto è di un nero come raramente ho incontrato. Per me un 73 ci sta.
pj
Mercoledì 15 Maggio 2013, 23.57.50
29
se qualcuno considera 34.788%... Complete un fallimento...ragazzi miei... non capisce molto di musica. I MDB hanno fatto un gran album alternative come per i manes in how the world came to an end (capolavoro assoluto). Sono perle che il metallaro medio, non capisce molto.... anzi disprezza. Ma se ci si avvicina con una visione piu ampia...sono album da amare. Volete che i gruppi facciano la stessa fuffa per 20 anni? ragazzi miei, non ci siamo proprio... ah altro esempio...gli ulver....
doomale
Mercoledì 1 Maggio 2013, 22.49.16
28
devo essere sincero...l'avevo giudicato male all'inizio..è cresciuto molto dopo svariati ascolti con il giusto stato mentale del momento...e devo dire che ora mi piace e lo riascolto spesso...diciamo che adesso un 85 glielo posso anche dare!
tartu
Sabato 2 Febbraio 2013, 11.13.55
27
mi trasmette inquietudine...ma e' quello che voglio, che vogliamo...
enry
Sabato 24 Novembre 2012, 20.11.46
26
Per me hanno smesso di essere 'Dei' più di 10 anni fa, ora li considero 'solo' una buona band che ogni tanto regala qualche ottimo colpo di coda (il bellissimo EP, per esempio). A parte questo, disco di difficile valutazione per me, troppo altalenante, si passa da ottimi pezzi come Kneel till Doomsday e Hail Odysseus ad altri un po' troppo mosci e inconcludenti. Da fan quale sono sempre stato mi son preso il disco e mi godo quei tre-quattro brani di buona fattura, anche se complessivamente sono d'accordo con la recensione di Giasse.
FABIO 78
Martedì 20 Novembre 2012, 21.57.08
25
COME TUTTI I CAPOLAVORI DELLA SPOSA DEVONO ESSERE ASCOLTATI PIU VOLTE... QUESTO IN MODO PARTICOLARE...E DOPO UN MESE CHE NON ASCOLTO ALTRO POSSO SOLO RINGRAZIARE PER L ENNESIMA PERLA CHE HANNO PRODOTTO QUESTI RAGAZZI....VOTO 100
Bloody Karma
Giovedì 15 Novembre 2012, 15.31.35
24
dopo un primo ascolto...sono rimasto piuttosto infreddolito e decisamente annoiato...sicuramente è troppo poco per dare un giudizio completo, ma i deja-vu sono effettivamente troppi....
Sudparadiso
Sabato 3 Novembre 2012, 13.38.59
23
Quoto pienamente Vulgaris. Perchè siano assimilati gli album dei MDB ci vigliono più e più ascolti.. il disco non sarà ricordato come Like Gods ma si tratta comunque di un album più che degno in mezzo a tante uscite insufficienti e di poco conto. Voto 80.
VULGARIS
Sabato 3 Novembre 2012, 13.19.35
22
Disco che ha bisogno di più ascolti per essere appreso.80 ci sta tutto cmq..........non scherziamo
piggod
Venerdì 2 Novembre 2012, 19.15.09
21
Dragi Markiz, ne vem zakaj ste uporabljali angleščino v Vašem odgovoru. Mar niso bili Angleži v zgodovini Vaši veliki nasprotniki? Čeprav sem prepričan, da me ne boste razumeli, bom na vsak način uporabljal svojo materinščino. My Dying Bride so nedvomno mojstri žanra, saj ,v obratnem primeru, koga bi lahko upoštevali kot takega? Pustiva zelenjavo pri miru in raje poslušajva to, kar upoštevam za stotni kamen dooma. S spoštovanjem.
Le Marquis de Fremont
Venerdì 2 Novembre 2012, 15.23.07
20
... sorry, "Months grow vegetables..." (typewriting error, I beg your pardon...)
Le Marquis de Fremont
Venerdì 2 Novembre 2012, 15.20.11
19
Well, Mr. Piggod, out of question regarding everybody's own opinion. As well the comparison are actually not easy to make at all times, as different timing and environment are involve at any single work. Nevertheless I stress several time on my comments the fact that when music needs many attempt to listen, to grow out fine, I consider that quite poor on songwriting. Probably they are "masters" of the genres (are they?) and this is a masterpiece (as opinions it doesn't looks like) but it sounds, as matter of fact, likely boring and some steps below other of their productions. In some months time? Will see. Months grows vegetables, maybe sounds? All my respect on you, whatever.
fabriziomagno
Giovedì 1 Novembre 2012, 12.41.35
18
concordo con massimiliano, lontano dalla vetta ma comunque godibile. A volte scancate, a tratti eccitante, troppi alti e bassi. Trovo più godurioso e "semplice" l'ascolto dei ventisette minuti di The Barghest o' Whitby... voto: 68
Doomale
Giovedì 1 Novembre 2012, 11.50.51
17
Ascoltato ancora troppo poco per dare un giudizio definitivo...ma comunque a primo impatto cè qualcosa di diverso e fiacco che non mi convince del tutto...vedremo se crescerà con gli ascolti. P.S. comunque per me For lies i sire anche se lontano dai vecchi Bride era un buonissimo album!
Gasta
Mercoledì 31 Ottobre 2012, 22.19.49
16
A me è piaciuto - e ritengo "For Lies I Sire" riuscito maluccio. 80.
born_too_late
Martedì 30 Ottobre 2012, 17.45.20
15
Disco abbastanza piatto anche se gradevole. 65 pure per me.
Malleus
Martedì 30 Ottobre 2012, 17.32.43
14
Sono in totale disaccordo con la recensione, a me il disco precedente non era piaciuto un granchè, invece trovo questo disco di ottimo livello... Per me è senza alcun dubbio il loro lavoro migliore da Dreadful Hours... Il riff di Kneel til doomsday non è un riff, è un enorme cumulo di nubi nere come la notte che si aggrovigliano sinuose su se stesse ed implodono nel nulla lasciando come unica rimembranza di quell'oscurità, l'eco lontano di una campana che suona a lutto. E potrei dilungarmi ore e ore a parlare di altre canzoni che reputo spettacolari quanto la opener, come Hail Odysseus, The Poorest Waltz che secondo me a tratti è addirittura pink floydiana e la title track... dai la title track ha uno dei momenti più intensi della discografia del gruppo. Per me voto 95, disco dell'anno.
bradipo
Martedì 30 Ottobre 2012, 17.29.20
13
per me i MDB sono dei , come minimo semidei e questo è un disco che ho gradito molto...da 80-85 minimo.
piggod
Martedì 30 Ottobre 2012, 16.29.53
12
Mon Cher Marquis, c'est évident que nous avons des opinions différentes. Songs of Darkness, Words of Light est probablement supérieure à A Map of All Our Failures, mais je pourrais le affirmer sans doute seulement après quelques mois. En bref, je pense que My Dying bride nous prouve une fois de plus qu’ils sont bel et bien les maîtres du genre, et que ce cd constitue bien un chef d’œuvre de leur discographie. Au revoir
Metal3K
Martedì 30 Ottobre 2012, 14.40.07
11
Purtroppo devo unirmi al coro degli scontenti. Pur continuando ad ascoltarlo ed a scorgere, specie tra i primi brani, momenti di pura goduria, nel complesso da questo album mi aspettavo molto di piu', a dire il vero mi aspettavo anche un ritorno agli esordi, sperando che The Bargest O’ Whitby rappresentasse in qualche modo un annuncio in tal senso. Probabilmente per un po' continuero' ad ascoltarlo, ma di sicuro non e' neanche paragonabile ai capolavori del passato e poi devo dire che, onestamente, e' da A Line of Deathless Kings che non mi entusiasmo piu' di tanto per un loro nuovo album (escludendo TBOW che pero' e' solo un EP ovviamente). Peccato, purtroppo sono solo uomini.
Le Marquis de Fremont
Martedì 30 Ottobre 2012, 13.58.33
10
Parbleau, ho fatto una certa fatica a finire il disco. Probabilmente avevo ancora nelle orecchie Evinta che sarà un "esperimento affascinante" ma che mi ha annoiato a morte (strano, gli Ash Ra o Klaus Schulze pur con pezzi lunghissimi, non mi fanno questo effetto...) o probabilmente perché, se parliamo di "doom", l'ultimo degli Evoken o dei Candlemass, ma anche Northwinds e Pale Divine, sono un'altra cosa. Sono prolifici in modo esagerato e quando prolifici troppo inevitabilmente cadi nel piatto e nel mediocre. Per carità, non è un album scarso ma Song of Darkness, Words of Light (sorry, Monsieur Piggod...) è alcune galassie più in alto. Au revoir.
Witchcraft
Martedì 30 Ottobre 2012, 1.20.33
9
Un album discreto, nulla più, disamina perfetta, però trovo The Poorest Waltz un capolavoro!!!!!
piggod
Martedì 30 Ottobre 2012, 0.27.25
8
Mah, per me è al livello di The Dreadful Hours e di Songs of Darkness, Words of Light. Assolutamente non paragonabile a quel fallimento che è stato 34.788% Complete, anche perché le coordinate stilistiche non hanno nulla a che vedere con il succitato disco. Non è una questione di vedere i My Dying Bride come uomini o dei (d'altronde sono solo artisti). Il disco penso di averlo oramai assimilato e di skippare le canzoni non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello. A mio avviso è un gran disco che dopo due dischi di mestiere (comunque di qualità) riporta i britannici al vertice della scena come loro compete. Voto: 85
FURIO
Martedì 30 Ottobre 2012, 0.26.59
7
Per me erano dei semi-Dei... ma leggendo le tue parole penso che eviterò di ascoltare questo nuovo lavoro per il timore di declassarli ulteriormente...
Kryptos
Lunedì 29 Ottobre 2012, 23.00.21
6
D'accordo con la recensione. Dischetto onesto e molto "standard"; i My Dying Bride per me hanno smesso di essere indispensabili da parecchio tempo ma quantomeno con questo lavoro hanno fatto un passo avanti rispetto a "For Lies I Sire", che continuo a ritenere una sòla pazzesca.
Ubik
Lunedì 29 Ottobre 2012, 22.45.07
5
Per i pochi ascolti che ho dato si merita una sufficienza stiracchiata, spero salga con gli ascolti ma ne dubito fortemente. Delusione totale
Undercover
Lunedì 29 Ottobre 2012, 22.40.04
4
Per me dei non lo sono da tempo, però hanno mantenuto dei buoni standard sinora, stavolta invece mi sa di "piattume", ben fatto ma mancano, neanche le atmosfere sono avvolgenti o grigie nella maniera My Dying Bride, peccato. Non insufficiente, però...
Enrico
Lunedì 29 Ottobre 2012, 22.22.48
3
D'accordissimo con il voto.
aneurysm
Lunedì 29 Ottobre 2012, 22.20.58
2
totale disaccordo...voto 85...bellissimo, molto meglio dell ultimo
Red Rainbow
Lunedì 29 Ottobre 2012, 22.10.21
1
Colta la "provocazione" della domanda finale di Giasse e appartenendo alla schiera di chi ritiene che i MDB appartengano alla divin categoria, non posso che allinearmi al contenuto della rece e alla valutazione finale. Stessa sensazione di un discreto lavoro "di maniera", stesso retrogusto di b-sides, stessa impressione complessiva di un "altopiano" sicuramente accattivante ma da cui però non si arriva alla vetta... Insomma, se alla fine dell'ora di ascolto ti sorprendi a ricordare con piacere soprattutto The Poorest Waltz (buon brano, ma probabilmente quello con meno pretese dell'album) forse qualcosa stavolta non ha funzionato del tutto...
INFORMAZIONI
2012
Peaceville Records
Doom
Tracklist
1. Kneel Till Doomsday
2. The Poorest Waltz
3. A Tapestry Scorned
4. Like A Perpetual Funeral
5. A Map Of All Our Failures
6. Hail Odysseus
7. Within The Presence Of Absence
8. Abandoned As Christ
Line Up
Aaron Stainthorpe (vocals)
Andrew Craighan (guitar)
Hamish Hamilton Glencross (guitar)
Lena Abe (bass)
Shaun MacGowan (violin, keyboards)
Shaun Taylor-Steels (drums)
 
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