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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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Aragorn - La Historia Prohibida
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( 1139 letture )
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C’è poco da fare, l’opera di J.R.R. Tolkien esercita da sempre e sempre continuerà ad esercitare un fascino unico sulle generazioni vecchie e nuove, in tutti gli ambiti possibili ed immaginabili. La musica non è naturalmente sfuggita all’influsso del maestro, in particolar quella metal (chi ha detto Blind Guardian?): i nostri Compagni dell’Anello di oggi sono i peruviani Aragorn, fautori di un power metal di stampo abbastanza classico, con l’interessante/curiosa variante del cantato in lingua madre.
L’album di cui ci occupiamo è il loro primo e finora unico, intitolato La Historia Prohibida e, fin dall’inizio, si evidenzia per un massiccio uso di tastiere: lo si nota chiaramente già nella breve intro e poi nella title-track, il cui inizio e le cui strofe sono letteralmente infarcite di tastiere festose che accompagnano la sezione ritmica e le chitarre e sostengono la voce di Sebastiàn Flores; la produzione, fatta direttamente dal gruppo, non è purtroppo sufficientemente adeguata da consentire a tutti gli strumenti di emergere e, in particolare, penalizza un po’ basso e chitarre, esaltando al contrario anche troppo le succitate tastiere. Di positivo, però, c’è la gradevole aggiunta di violino, suonato sempre da Sebastiàn Flores, nella seconda metà del brano, che contribuisce a variare un po’ la ricetta di una canzone altrimenti troppo standard. Va meglio, da questo punto di vista, con El Rey y El Peón, più variegata ed interessante nei suoi brevi interludi di chitarra classica e nelle sue strofe nuovamente più veloce; bisogna inoltre sottolineare che l’assenza di tastiere, almeno qui, gioca totalmente a favore della godibilità della canzone e delle prestazioni dei singoli musicisti, in particolare dei due chitarristi Jorge Goicochea e David Horna: El Lago de Iluciones è una dolce ballad scandita da un pianoforte ed incentrata sulla bella voce del cantante, forse a tratti un filo lamentosa ma molto a sua agio in questo tipo di brano. Sarebbe davvero molto bella, se poi non intervenissero brevemente le maledette tastierine a guastare il tutto…ma fortunatamente durano poco e non inficiano eccessivamente la bontà del brano! Aragorn el Guerrero è più tipicamente power nella sua velocità e non è brillantissima, ma mette finalmente in evidenza le doti del bassista Robert Álvarez, finora non pervenuto per motivi legati alla produzione troppo ovattata, quasi da acquario in certi passaggi. La Tristeza del Rey ci vede nuovamente coinvolti in una canzone dalla produzione non grandiosa /eufemismo) ed è un peccato, dal momento che è abbastanza variegata da risultare fra le tracce più interessanti dell’intero disco, soprattutto per il suo inizio combinato tastiere/violino (il passaggio di tastiera è debitore in modo maniacale degli Stratovarius) e la conclusione. I nostri si divertono insomma a tentar di variare il più possibile la mistura, il che è certamente una caratteristica positiva, ma a tratti risultano comunque troppo simili a se stessi, come nelle due tracce che seguono: Corazón de Centauro, difatti, è nuovamente un brano basato sulla velocità, ma è un po’ troppo simile a quanto già ascoltato in precedenza, mentre Por el Dolor è una ballad molto bella, ma drammaticamente simile a El Lago de Iluciones; l’unica differenza sostanziale è l’impostazione lievemente più lirica dell’ugola del cantante, per il resto la base di piano è davvero molto simile. A concludere questo disco troviamo l’epica e pomposa Doble Dragón, basata sulle gesta dei due chitarristi che tentano in tutti i modi di imitare il modo di suonare del sommo Eddie Van Halen; non ci riescono, ma il tentativo è apprezzabile e la canzone, in cui gli Aragorn riversano ogni briciolo della loro fantasia e della loro buona tecnica, è gradevole.
In sostanza, La Historia Prohibida non è certamente un brutto album, ma è molto penalizzato da una serie di scelte e, soprattutto, dalla produzione: fra le scelte possiamo sicuramente annoverare l’eccessiva ripetitività di alcune soluzioni musicali proposte, specie nei brani più veloci e tipicamente power, ma anche l’utilizzo di quelle fastidiose tastiere dal suono simile a quello della Chicco; della produzione abbiamo già parlato nel dettaglio per quanto riguarda i singoli pezzi e ribadiamo che non rende giustizia alle qualità dei membri della band. Le luci dell’album, invece, sono proprio le buone doti tecniche, la capacità di scrivere canzoni a tratti molto coinvolgenti e variegate, l’abilità nel tessere melodie accattivanti e, perché no, il coraggio del cantato in lingua madre. Per ora, dunque, augurandoci che in futuro questi ragazzi producano qualcosa di sensibilmente migliore e con un budget più elevato, possiamo definire La Historia Prohibida come un lavoro sufficiente, ma certamente non molto altro.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Animus ab Mortis 02.La Historia Prohibida 03. El Rey y El Peón 04. El Lago De Ilusiones 05. Aragorn El Guerrero 06. La Tristeza del Rey 07. Corazón de Centauro 08. Por el Dolor 09. Doble Dragón
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Line Up
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Sebastián Flores (Voce, Violino) Jorge Goicochea (Chitarra) David Horna (Chitarra) Robert Álvarez (Basso) José Lopez (Batteria)
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RECENSIONI |
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