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13/07/22
GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR + STEARICA
STUPINIGI SONIC PARK - NICHELINO (TO)
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Mad Maze - Frames of Alienation
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( 1839 letture )
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L'underground thrash nostrano sta ultimamente perdendo colpi, indebolito dall'ormai tramontata moda da revival e da una crisi economica che sta facendo morire, uno dopo l'altro, tutti i locali dove era ancora possibile esibirsi; nonostante questo, ci sono ancora realtà che, stringendo i denti, vanno avanti per la propria strada. Come i Mad Maze, provenienti da Modena ed attivi appena dal 2010, scritturati dalla Punishment 18 Records per il loro debutto, Frames of Alienation, facente seguito all'ep del 2010, No Time Left. Non è un esordio da strapparsi i capelli, né il full length che ci farà gridare al miracolo, ma almeno rappresenta la tenacia e la perseveranza di tutti quei ragazzi che non vogliono smettere di credere nel thrash; Frames of Alienation é un potente disco di thrash aggressivo, forse troppo canonico nella composizione e nell'esecuzione: suonato come si deve, ma non sempre trascinante e fresco come converrebbe. Nonostante poggi su riff affilati, accelerazioni martellanti e strutture non certo piatte o ignoranti. Il disco rimane nel limbo del gradevole, senza mai sfociare in qualcosa di più, a causa di parti vocali troppo simili e piatte. È un thrash ipervitaminico, con parecchie sfumature hardcore: dunque, zero istanti di pausa, velocità asfissianti, tecnica basica e molta foga. Purtroppo, a questo si aggiunge la mancanza di refrain azzeccati e momenti davvero incisivi; la band sembra annettere al proprio stile anche qualche lontana reminescenza groove-thrash, ma resta dedita per lo più all'HC thrash: ne consegue una ricetta portante abbastanza ripetitiva e priva di fantasia, cosa che appesantisce l'ascolto. Le linee vocali, monocorde e ripetitive, fiaccano oltre modo l'opera, che invece sarebbe molto più aggressiva e coinvolgente di quello che sembra: difatti, il pezzo migliore é la strumentale ..Beyond, ricca di sprazzi melodici, anche soft e rilassati.
La tracklist é aperta dall'intro sinistreggiante e dall'immediato attacco sfrontato di Walls of Lies, un brano che esalta la produzione nitida ed il martello ritmico operato da Mirko Virdis; nonostante il buon guitar solo, rimane un pezzo non trascendentale, incalzato dalla corsa a perdifiato di Sacred Deceit, passaggio sostenuto da un drumworking ancora più tellurico di Mirko Virdis(impegnato a scandire rallentamenti e ripartenze furibonde), oltre che da un chorus leggermente più orecchiabile. L'autoreferenziale Mad Maze possiede un andamento più contenuto e melodico, anche se la base ritmica resta moderna e corposa; un assolo prolungato, ma non indimenticabile, completa il brano. Uno dei macigni più indigesti del platter è Cursed Dreams, mai avvincente e fiaccata da rallentamenti eccessivi: fortunatamente incombe la già citata ...Beyond a rialzare la baracca con le sue idee positive e le citazioni quasi neoclassiche, evidenti anche nel guitar solo di Caught in the Net; quest'ultima, assieme a Lord of All that Remains, mette in luce un buon rifferrama e ritmiche velocissime, ma ancora una volta perde punti dal punto di vista vocale. Le conclusive Mk-Ultra e Retribution, a loro volta, godono di un riffato prorompente ed una possente base sonora, elementi che contribuiscono a ribadire l'idea portante dell'intera recensione: di per sé la ricetta non sarebbe male, peccato che poi molte premesse non vengano mantenute con coerenza nell'arco dei nove pezzi disseminati lungo la tracklist.
Essendo soltanto il primo disco, questi Mad Maze hanno ancora parecchi margini di miglioramento: il consiglio, se ci è consentito, è quello di curare maggiormente le parti vocali, rendendole più espressive, dinamiche, riconoscibili. Musicalmente, invece, i cinque modenesi sembrano già pronti ed efficaci. Ovvio, di migliorare non si smette mai, però i riff proposti in Frames of Alienation sono già taglienti e le serrate ritmiche generano qualche principio di headbanging, ed il che non può che essere un segnale positivo. Le stoccate batteristiche sembrano ricordare vagamente qualcosa dei Testament degli anni duemila, ed è proprio sulla base intessuta dagli strumentisti che i Nostri devono partire, lavorando sodo, per dimostrare di saper crescere e maturare.
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8
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Buona recensione ma l'album è da 80!!! |
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7
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album piacevole. buona band. Repka è come il prezzemolo.. ovunque.. voto direi tra 65 e 70 |
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6
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Ah, questo non lo sapevo, allora speriamo bene. |
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5
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D'accordissimo con te, la sua voce è espressiva su un cantato più naturale! Peccato che non faccia più parte della band, son curioso di sentire il nuovo cantante ... |
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4
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A me quando il Dettori ci mette il growl mi fa rosicare, non c'azzecca proprio, è fuori contesto, però per il resto mi piace la sua voce e i pezzi per quanto siano un deja-vù costante suonano davvero bene. Sono più per un 75 e quindi più vicino a PaulThrash come valutazione. |
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3
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Ah, la cover si commenta da sola, Repka (che un po' ha rotto le balle, però fa sempre dei grandi soggetti, non c'è che dire)  |
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2
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Mmmmm a me era piaciuto un botto già "No Time Left", infatti ne avevo parlato con Corrado che ovviamente stava già ascoltando da un po' quella demo forse la demo era più spartana a livello di suoni ed aveva un gusto dannatamente accattivante, ma l'unica pecca che trovo in "Framed of Alienation" è proprio un certo gusto nel mix che non mi ha entusiasmato, anche se prodotto decisamente coi controfiocchi... per il resto, non mi sento di essere pienamente d'accordo con Rino, alzo a 78 il voto  |
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1
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wow che Cover Flashante, non male!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Walls of Lies 2. Sacred Deceit 3. Mad Maze 4. Cursed Dreams 5. ..Beyond 6. Caught in the Net 7. Lord of All that Remains 8. Mk-Ultra 9. Retribution
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Line Up
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Alberto Dettori (Voce) Alberto Baroni (Chitarra) Luca Venturelli (Chitarra) Andrea Casari (Basso) Mirko Virdis (Batteria)
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