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GrimNote - Screaming Underground
( 2983 letture )
Un logo che si addice sicuramente ad un gruppo gothic ed una copertina che avrebbe fatto invidia a Nick Kamen e George Michael negli anni 80, sono il biglietto da visita dei GrimNote, band veneta dedita in realtà ad un sano e classico hard rock. Tolta quindi l’iniziale confusione non resta che addentrarsi in Screaming Underground, debutto sulla lunga distanza del gruppo, che segue la nascita della band nel 2009 e il primo demo, datato 2011. L’album viene registrato presso gli studi della Magister Recording Area sotto la guida di Riccardo Damiani, arrangiatore, fonico e produttore, e vede anche la partecipazione di Alessandro Moro, tastierista ospite anche dal vivo. Come detto, la principale vena compositiva dell’album è rintracciabile in un hard rock classico e ben strutturato, che non disdegna frequenti incursioni in un rock addolcito da chitarre acustiche e declinazioni in lingua madre, cori e arrangiamenti semplici ma intelligentemente dosati di piano ed organo hammond. Colpisce la buonissima qualità strumentale della band, vista la relativa giovane età dei componenti, un tratto questo che si riscontra sempre più spesso anche in gruppi al debutto e che testimonia come la crescita sotto questo punto di vista sia stata davvero notevole negli ultimi anni. I GrimNote offrono senz’altro un livello di partenza già rimarchevole, come ben esemplificato dai soli di Giovanni Bergamin alla chitarra, sicuramente uno dei punti di forza della band, assieme alla bella voce scura e graffiata di Edoardo Fusaro ed alla potente sezione ritmica formata da Antonio Isca e Marco Zanini.

Tanto potenziale si riflette nella tessitura dei brani, sicuramente curati dal punto di vista strutturale e nei quali il lavoro di arrangiamento condotto mostra una maturità già notevole. Meno chiare, invece, sono le intenzioni della band da un punto di vista di identità della proposta: hard rock sì, ma con un accento piuttosto forte di rock e con qualche divagazione forse un po’ fuori contesto, come nel caso della spagnoleggiante Mirando el Mar, che mal si amalgama in un album che, come molti debutti, soffre di una eterogeneità eccessiva. Anche a livello di ispirazione, non si registrano livelli compositivi uniformi, così che canzoni di spessore discreto si affiancano ad altre decisamente meno incoraggianti e riuscite, al punto da rendere difficoltoso l’ascolto integrale dell’album. Gli episodi più convincenti si riassumono nell’opener Screaming Underground, che si regge su un riff suadente e vagamente doom, nella semiballad Mistery e nelle conclusive Sad Reality (con un andamento che sembra mascherare un omaggio a Whiskey In the Jar, non fosse per il ritornello decisamente più malinconico) e Crow Will Come, brano mediorientaleggiante e “misterioso”. La parte centrale dell’album si infatti rivela poco coesa e fin troppo oscillante, senza riuscire mai a convincere appieno, seppure vada riconosciuto che, di per sé, brani come 27 Coffee e Burning My Sky siano senz’altro piacevoli e che il pubblico del rock italiano potrebbe apprezzare una canzone come La Meta Lontana. Discorso a parte per Pirati, cantata in italiano, la quale offre un testo sicuramente encomiabile nelle intenzioni, che viene però funestato da un ritornello decisamente scadente nella sua ingenuità e totalmente da dimenticare. Sulle prestazioni individuali dei musicisti c’è poco da obbiettare, come già sottolineato: qua il livello è più che buono e convincente sotto tutti i punti di vista; le potenzialità ci sono e sono anche piuttosto evidenti. In questo senso, la titletrack è senz’altro un biglietto di presentazione convincente. Buono anche il lavoro dietro alla consolle, che dona equilibrio e spessore ai singoli strumenti, peccando forse solo in termini di insieme, con un suono secco ma comunque stratificato che avrebbe giovato di un maggior calore. Ma si tratta comunque di un particolare tutto sommato secondario nell’economia di questo debutto.

La prima cosa che viene in mente finendo di ascoltare Screaming Underground è: peccato. Perché le qualità messe in mostra dal gruppo sembravano promettere un album di ben più elevato spessore, che si percepisce essere nelle corde dei GrimNote. Peccato perché alcune ingenuità potevano e dovevano essere evitate potendo contare su alcuni brani capaci di fare la differenza, che si perdono però nel complesso di un disco non soddisfacente, che mostra una band ancora in cerca di se stessa, che indugia su ispirazioni tra loro incoerenti le quali non si completano a vicenda, ma sottraggono qualcosa l’una all’altra. Senz’altro da perseguire invece l’ingresso in pianta stabile di un tastierista, dato il significativo apporto in fase di arrangiamento. Stiamo ovviamente parlando di un debutto, quindi le asperità legate tanto all’immagine quanto alla proposta della band sono sì da limare, ma tutto sommato comprensibili; il disappunto nasce dal fatto che le premesse per un lavoro di livello c’erano tutte ed invece Screaming Underground promette ma non mantiene, quasi che fosse arrivato forse troppo presto. Qualche altro mese dedicato alla composizione di brani che reggessero meglio il confronto con le tracce più ispirate, avrebbe senz'altro giovato. Ciò non toglie che siamo alle prese con una band solida e dalla quale è lecito attendersi un salto di qualità importante anche nell’immediato.



VOTO RECENSORE
56
VOTO LETTORI
81.5 su 10 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2012
Lady Music Records
Hard Rock
Tracklist
1. Screaming Underground
2. Pirati
3. Misteri
4. 27 Coffees
5. Burning My Sky
6. La Meta Lontana
7. Beautiful Tits
8. Mirando el Mar
9. Sad Reality
10. Crow Will Come
Line Up
Edoardo “Dodo” Fusaro (Voce)
Giovanni “Giobo” Bergamin (Chitarra)
Antonio “Toni” Isca (Basso)
Marco “Zanna” Zanini (Batteria)

Musicista Ospite
Alessandro Moro (Tastiera, Piano, Organo Hammond)
 
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