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Bleed Someone Dry - Subjects
( 2285 letture )
Dalla Toscana con furore arrivano questi cinque caotici e dissesanti elementi, i Bleed Someone Dry.
All’attivo hanno già una pubblicazione risalente al 2007, anno della loro formazione, The World Is Falling In Tragedy, sotto l’etichetta indipendente inglese UK Division. Diciamo che il debut era un lavoro decisamente meno maturo e più grezzo rispetto alla chicca qual è il full-lenght in questione, Subjects.
La release si avvale di una parola chiave che lo rende simile a un concept, ossia la sudditanza, la repressione dell’individuo imposta dai dettami chiave della società odierna, riconducibili a etiche morali e sociali come i dettami di uno stato laico, fintamente democratico e avvezzo alle tendenze sterili e ai preconcetti precambriani.
Subjects dimostra inoltre quanto sia necessaria la coesione totale degli elementi che contribuiscono alla sua realizzazione, per far si che il risultato non sia solo un impronta sulla sabbia ma qualcosa di ben più marcato e con una palese e conforme strutturalità delle varie tracce.
La pubblicazione questa volta avviene per mezzo di una label di Verona, la Kreative Klan, già produttrice di band in ambito di metalcore e metal estremo in genere come Aneurysm, Mothercare e Path to Exile, per citarne alcuni.
Tuttavia i Bleed Someone Dry non sembrano etichettabili sotto un genere di quelli sopra citati.
O, per lo meno, non totalmente.
Poi, per quanto vengano definiti mathcore dalla loro stessa label, è forse erroneo piazzarli solo sotto quella definizione, che oltretutto è a sua volta molto articolata e tendente al fraintendimento.

Sotto l’aspetto dell’uso di accordi dissonanti e di tempi pestati, spezzati da ritmiche dispari, che si accostano ad un cantato a volte pulito e a volte marcissimo, possono ricordare più gruppi come i Five Star Prison Cell di Matriarch (album vivamente consigliato agli appassionati del genere) o i primi Norma Jean, rispetto a nomi come Meshuggah o Dillinger Escape Plan poiché, per quante articolazioni ci siano nelle varie tracce, non siamo davanti a iper-tecnicismi (a livello di riff e ritmiche) così complessi da risultare di difficile comprensione. Inoltre si sentono gli influssi delle loro radici death anche solo guardando la tecnica vocale usata, il riffing e proprio una certa linearità delle ritmiche.
Una peculiarità sta forse nell’introduzione di basi elettroniche o intere tracce di stampo, che punta a effetti semplici con ritmi cadenzati su stampo drum and bass a 80 bpm (intro e outro, infatti, hanno questa struttura) che nel contesto funzionano, questo va riconosciuto. Poi apprezzarle è un lavoro postumo, diciamo così, ed è una precisazione che faccio perché, di norma, quando si ha a che fare con certe novità, qualcuno potrebbe subito scartare l’idea di approcciarsi ad un genere innovativo e fresco come quello proposto da questa band.
Quindi potrebbero stare lì, sulla linea di confine tra mathcore e death metal.
Le nove tracce proposte necessitano di particolare attenzione nell’ascolto, ma sono comunque fruibili ai più senza problemi di sorta, nonostante le strutture non elementari.
I tecnicismi non si sprecano ma non sono eccessivi, seppure in certe tracce possano risultare ridondanti e ossessivi non si peccano in pomposi virtuosismi poiché nulla è ripetuto a sproposito. Ogni singolo stacco ha senso d’esserci e gli elementi del gruppo non lottano tra loro per sopraffarsi ma, piuttosto, si impongono di trovare l’assetto più idoneo a mantenere il muro di suono e ad ottenere il risultato desiderato. La title track Subjects, assieme a Corrosive Whisperer e By My Horny Hands, ne sono gli esempi lampanti; si hanno frequenti cambi di tempo, iper-distorsioni che rendono i riff aggressivi e un growling acre e tiratissimo che si inserisce sempre perfettamente nell’andatura dei brani.
In The Law is Not Equal For All abbiamo anche inserimenti swing e intramezzi di quiete uniti alla caratteristica complessa brutalità che è tipica di quest'album, assieme a cali ritmici vecchio stampo.
Quest’ultima peculiarità la si trova anche in Jab of Hatred e Wide Open Jaws.

A livello d’esecuzione è davvero un bel lavoro: l’impatto non scende mai e solo verso la fine si trova qualche attimo cheto.
Personalmente non mi ha lasciato il segno, ma de gustibus non disputandum est.
Perciò lo indico agli amanti del genere, anche solo per dar una possibilità ad un gruppo che non teme nessun rischio.
E anche a chi sente il bisogno di qualche innovazione ben inserita, in un contesto dove le sonorità non tradiscono un death metal che, seppur sia di nuova matrice, non disprezza le passate e grezze radici.



VOTO RECENSORE
72
VOTO LETTORI
79.5 su 4 voti [ VOTA]
Guru
Giovedì 24 Gennaio 2013, 15.46.24
1
Gran bel disco davvero!! Curato nei minimi particolari e finalmente sonorità che si discostano un minimo da tutta la merda digitale che sta andando di moda ora!! P.S. li ho visti anche dal vivo e credetemi rendono 1000 volte di più!!!
INFORMAZIONI
2012
Kreative Klan
Thrash Core
Tracklist
1. Bleed
2. As Broken Shards
3. Subjects
4. Corrosive Whisper
5. Wide Open Jaws
6. Jab Of Hatred
7. By My Horny Hands
8. The Law Is Not Equal For All
9. ‘Till The End
Line Up
Alessio Bruni (Voce)
Jonathan Mazzeo (Chitarra)
Marco Ferro (Chitarra)
Mattia Baldanzi (Basso)
Alfeo Ginetti (Batteria)
 
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