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19/02/21
THE DEAD DAISIES
LIVE CLUB - TREZZO SULL'ADDA (MI)
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Rhyme - The Seed and the Sewage
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( 2966 letture )
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Una band italiana, che picchia durissimo, conosciuta maggiormente fuori dai patrii confini che nello Stivale. Nulla di sorprendente oggi, una chimera fino a 20 anni fa; poi il tragitto dischiuso da Lacuna Coil e altre realtà hanno reso possibile questo “Italian Dream”. I Rhyme hanno firmato un contratto con Bakerteam Records per la pubblicazione di questo secondo album, The Seed And The Sewage, successore del propizio Fi(r)st, esordio apprezzato che l’anno scorso ha permesso loro di accompagnarsi in tour con Papa Roach e Misfits in Europa ed allo storico Rocklahoma Festival negli USA. Davvero un traguardo ragguardevole. Influenzati da Audioslave, Deftones, Alter Bridge, Soundgarden, Alice in Chains, Papa Roach, tra gli altri, il quartetto ha registrato questo nuovo capitolo fra gli ZetaFactory Studios di Carpi (MO) ed i Magnitude Studios di Seregno (MB). Capeggiato dal chitarrista Matteo Magni, il platter sfoggia, a livello di lyrics, uno spaccato dell’attuale situazione economica e sociale con annessi e connessi. Ironia, indignazione, aggressività, sarcasmo, disperazione, tutti questi aggettivi tinteggiano i suoni, che al contrario di quanto ci si possa attendere, non appaiono così cupi o nefasti ma spesso risultano spazianti e mai nichilisti. Un alternative con una base fortissima legata al hard rock massiccio e al classico line-up quadrangolare.
Una rullata introduce il pugno di ferro di Manimal, voce cattiva, chitarre potenti e una sezione ritmica cruda, al servizio di melodie grezze ma tremendamente accattivanti che cucinano un piatto appetibile ai palati metal dei kids. The Hangman sega in due le casse con guitar che tranciano, mentre la voce di Gabriele Gozzi è semplicemente perfetta nella sua acrimonia musicale, dentellando un’ennesima, grande, traccia munita di cori a bomba, mentre Blind Dog risulta uno degli hit principali dell’opera con quel ritmo spezzato e il gran lavoro della drums di Vinny Brando e la direzionalità sfiora i lidi dei superbi Alice In Chains, ma con una fattura molto personale che da il giusto imprinting all’intera release. Slayer to the System è urlata, pesante, cadenzata, una vera mattonata in faccia ma con verve e cori che paiono estratti da I Wanna Rock dei Twisted Sister, ovviamente in chiave più modernista: insomma, un’ulteriore grande song che si associa ad un solo wah wah senza ritmica sotto a rafforzare il tutto e con il solo basso a tenere la linea, una sorta di reminiscenza del primo album dei Van Halen. Condivido anche questa scelta. Fairytopia schitarra che è un piacere, Party Right possiede la perfetta scansione melodica dell’alternative da classifica dei Foo Fighters, in più si evidenziano un ottimo bridge assai ombroso e un solo-guitar saltellante e molto hard ottantiano, davvero originali i ragazzi in alcuni tratti. Brand New Jesus mischia noise e asperità crossover con un singer sempre trascinante in tutte le sfumature proposte dalla band, World Underground ha un riff iniziale coinvolgente, linea vocale melodica devastante e ritmica chitarristica al calcestruzzo; Nevermore, invece, è più caotica e sciorina gli artigli tipici della musica alternativa anche se il chorus, tallonato da una batteria secca, attira la curiosità. Anche in un brano non eccezionale, come quest’ultimo, i Rhyme infilano sempre degli spunti lodevoli e degni di nota, cosa non da tutti. Victim Of Downturn è davvero bizzarra con quel cantato lascivo e svolazzante che assume diverse coloriture durante il timing, un vero pezzo di bravura nella capacità di stesura e scrittura di questo quartetto impressionante, sotto ogni angolatura; chiude poi la cover dei Depeche Mode, Wrong, energica e vestita di una nuova tunica in acciaio chitarroso.
La band, per suo stesso dire, non ama lo sleaze, l'hard rock anni '80 né i Megadeth, predilige qualcosa dei '70s in termini di sporcizia sonora, ama il grunge e il Seattle sound e la scena alternative, collocandosi nel bel mezzo di tutti questi generi e risultando, a parte alcuni cliché -pochi in verità-, coinvolgenti e ammirevoli, sfoderando soluzioni sonore originali, con doti davvero significative. I testi impegnati danno un quid in più ad un combo assai considerato oltreoceano, che gode di giusta reputazione. Un CD davvero molto intenso e che consiglio a tutti, qualsiasi genere si abbia nel cuore. I Rhyme? Fermamente sorprendenti.
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Album e band davvero interessanti!Da tenere d'occhio! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Manimal 2. The Hangman 3. Blind Dog 4. Slayer to the System 5. Fairytopia 6. Party Right 7. Brand New Jesus 8. World Underground 9. Nevermore 10.Victim of Downturn 11.Wrong
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Line Up
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Gabriele Gozzi (Voce) Matteo Magni (Chitarre) Riccardo Canato (Basso) Vinny Brando (Batteria)
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