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 25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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( 2558 letture )
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Per quanto io personalmente non ami granché le ristampe, ritenendole nella maggior parte dei casi un modo per tirar su due soldi in più aggiungendo al massimo al prodotto originale un paio di demo, vi sono sempre le dovute eccezioni: l’italianissima Jolly Roger Records, negli ultimi mesi, sta attuando un preziosissimo lavoro di recupero e ristampa di alcuni lavori dei nostri pionieri dell’heavy metal, album magari di buonissimo livello o anche semplici chicche che, per motivi vari, risulterebbero altrimenti pressoché introvabili. Quest’oggi è la volta degli Strike, grintoso quartetto napoletano dedito ad un classico hard ‘n’ heavy vecchia maniera, debitore tanto degli AC/DC quanto dei Judas Priest e dell’allora nascente movimento NWOBHM; l’album ristampato per l’occasione è il loro primo, unico ed omonimo full length risalente al 1981, peraltro il primo LP heavy metal mai pubblicato nel nostro Belpaese, qui ripresentato sotto il nuovo nome Back in Flames, rimasterizzato e con l’aggiunta di quattro tracce.
La bontà del lavoro di restyling effettuato dalla Jolly Roger appare evidente sin dalla prima traccia: i suoni sono freschi e puliti e, nonostante la batteria risulti un po’ troppo alta rispetto alla chitarra ritmica ed alla voce, permettono di godere appieno del ritmo incalzante che caratterizza tutta Shortcut to Hell, squisitamente NWOBHM nel suo incedere; Head Out invece ci appare più debitrice del sound dei primi Judas Priest, sia nelle chitarre che nella voce, con il cantante/bassista Dario Ingrosso che fa spesso il verso al modo di cantare di Rob Haldord, pur non possedendone la micidiale estensione vocale. I Want to Rock (meravigliosamente autentica nel suo titolo) porta l’atmosfera più nei ruggenti anni 70, tessendo un vigoroso brano hard rock con il basso in evidenza ed un ritornello che invoglia al canto, caratteristiche che possiamo ritrovare anche in Hot Wheels. Da queste tracce ci appare chiaro come i nostri amici campani tentassero di comporre un lavoro il più variegato possibile, che mettesse in mostra le loro influenze più disparate; forse l’espediente non regala coesione all’opera, ma il loro lavoro e la loro grinta sono comunque pienamente apprezzabili e godibili. Dopo due brani interlocutori come HM Army e Go Your Way, non malvagi ma neppure brillantissimi ad esser sinceri, il livello torna a farsi alto con la terremotante Fire’s Going Higher, che farà felicissimi tutti i fan dei primi Iron Maiden ed in generale del sound NWOBHM. A chiudere il disco originario, infine, abbiamo la bella Running the Race e We’ve Got the Music, che prosegue sulla falsariga di HM Army e Go Your Way e quindi, nel complesso, ci sembra leggermente meno brillante, seppure sia probabilmente migliore di entrambe le succitate canzoni. A questo punto il disco che abbiamo fra le nostre mani compie un salto temporale in avanti di quattro anni e ci ripropone i tre brani che gli Strike scrissero per un demo: ad aprir le danze ci pensa Flames, che si rivela un po’ a sorpresa come uno degli apici dell’intero Back in Flames con la sua velocità ed i pirotecnici giochi chitarristici di Paolo Ingrosso e Lucio Mazzaro (che sostituì prima della scrittura del demo il precedente chitarrista Jimbo Moshier); si prosegue poi, con eguale sorpresa, con due tracce influenzate dall’hard ‘n heavy di stampo americano, con maggiori aperture melodiche e ritornelli quasi glam (si prenda con le molle questa mia affermazione) rispetto a quanto ascoltato in precedenza. A chiudere il tutto, in conclusione, ci pensa la breve ma intensa Fly, costituita da un paio di minuti di virtuosismo chitarristico.
Back in Flames, dunque, è una ristampa/compilation assai interessante, che raccoglie l’intera produzione musicale di uno dei nostri primi gruppi hard ‘n heavy: i suoi punti deboli, come detto, sono la minor validità di alcuni brani e, in particolare, una varietà a tratti fin troppo eccessiva che non conferisce una precisa identità al lavoro, per quanto sia comunque più apprezzabile di un disco tutto uguale a se stesso. Per il resto parliamo di un lavoro fresco e vivace, che riacquista nuovo smalto e risorge a nuova vita dopo un ottimo lavoro di restyling. Non si tratterà di un capolavoro della storia dell’heavy metal, né mondiale né italiano, ma fidatevi se vi dico che val bene un ascolto.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shortcut to Hell
2. Head Out
3. I Want to Rock
4. Hot Wheels
5. HM Army
6. Go Your Way
7. Fire's Going Higher
8. Running the Race
9. We've Got the Music
10. Flames (demo)
11. Let Me Go (demo)
12. C'mon Let's Rock (demo)
13. Fly
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Line Up
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Dario Ingrosso (Voce, Basso)
Paolo Ingrosso (Chitarra)
Jimbo Moshier (Chitarra su tracce 1-9)
Lucio Mazzaro (Chitarra su tracce 10-12)
Jimmy Sharp (Batteria su tracce 1-9)
Joe Savarese (Batteria su tracce 10-12)
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