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21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
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Bunker 66 - Infernö Interceptörs
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( 2650 letture )
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Finalmente arriva al debutto sulla lunga distanza una delle migliori band siciliane, da anni portabandiera del thrash più ortodosso e intransigente. I Bunker 66 nascono nel 2007, e hanno alle loro spalle una manciata di 7 pollici e una gavetta on stage di tutto rispetto che, tra gli altri, li ha visti coinvolti al Live Evil Fest 2011 a Londra, in cui hanno diviso il palco con i norvegesi Aura Noir. Il sound dei Bunker 66, nel corso degli anni, si è fatto sempre più compatto e aggressivo; oggi, con il nuovo Infernö Interceptörs, è possibile apprezzare un songwriting decisamente più ispirato e maturo, che ci consegna otto fucilate a pallettoni sparate a bruciapelo e senza nessuna pietà. Se nei precedenti lavori aleggiavano i fantasmi di Sarcofago, Venom e Sodom, oggi la band - pur non distaccandosi da queste influenze - dichiara apertamente la sua discendenza diretta dai mitici Celtic Frost, a cui pagano tributo ripetutamente durante la mezz'ora di ascolto, incorporando anche momenti di Bulldozer, Exodus e tanto buon thrash d'annata. Prima che si possa pensare all'ennesima clone-band è bene specificare che i nostri hanno saputo far proprie le lezioni dei maestri; i Bunker 66 vivono, respirano e suonano sul modello dei grandi, incorporando nuovi elementi nel proprio groove, senza però rendere ibrida la propria proposta musicale.
L'album parte subito con la serratissima Overnight Sacrifice che, sin dall'iniziale "Uhh!!", ci riporta alla mente le lezioni di Tommy G. Warrior & soci, influenza che rimarrà come punto di riferimento principale per la band, e a cui i nostri aggiungono sapientemente componenti hard rock, hardcore e – nei passaggi più tirati - anche old school death metal, creando un loro sound fresco e personale, pur trattandosi di pura ortodossia thrash. Night of the Scream Queen è leggermente più cadenzata rispetto all'opener, e si caratterizza per il loro tipico utilizzo dei coretti di ispirazione Exodus, mentre la successiva Institor ci catapulta in pieno periodo To Mega Therion, per poi venire ingoiati dopo qualche battuta da un up tempo veramente micidiale. I brani sono molto scarni e diretti, così come la produzione, decisamente cruda ed essenziale, che permette di mettere l'accento su quello che veramente conta: la musica. Pur trattandosi di un genere decisamente retrò e non particolarmente fantasioso, è doveroso sottolineare come i Bunker 66 abbiano il thrash nel sangue, e questo - unito all'abilità nel songwriting - permette loro di confezionare dei pezzi che sembrano usciti dalla recording sessions di qualche putrida band anni ‘80, tale è l'atmosfera profusa da questo Infernö Interceptörs. Si va avanti con Storm of the Usurper, brano dall'incedere cadenzato che ci concede un attimo di respiro, prima di rituffarsi nell'headbanging di Chubby Love, pezzo dannatamente hard rock, pur presentand una delle pochissime parti in blast beat contenute nell’opera. Scorrono i minuti, e si arriva in prossimità della fine con una doppietta veramente letale: Witch Flights & Sexy Nights è l'ennesima conferma di come la band sia riuscita sapientemente a coniugare la tradizione con la personalità, unendo le immortali atmosfere degli eighties con l'aggressività dei nostri tempi. Il lavoro si conclude con l'ottima The Escape, composizione strumentale veramente bella e formalmente impeccabile, ma con l'unica colpa di durare meno di 3 minuti, poiché, se fosse stata concepita con una linea vocale, l’avrei certamente candidata come miglior episodio dell'intero lotto. Thrash old school al 100%.
Inutile dire che ci si trova al cospetto di una band ancorata solidamente al periodo d'oro del thrash, noncurante delle mode, delle tecnologie e delle degenerazioni moderne. I nostri continuano imperterriti sulla loro via con l'onestà e la passione di chi crede fermamente in ciò che suona, passione che si riflette anche nella loro immagine, fatta di immancabili gilet di jeans tappezzati di loghi, borchie e scarpette da tennis, tutto in perfetto stile Sarcofago, Destruction, etc.. Un’ultima doverosa nota riguarda l’artwork del disco, interamente realizzato a mano - come da tradizione, ovviamente - dal cantante/bassista Damien Thorne, che da sempre cura tutte le grafiche del gruppo. In tempi in cui la tecnologia e le super produzioni sembrano essere divenute l'unica via possibile in campo estremo, è bello ritrovare un buon disco confezionato alla vecchia maniera, e che sprizza marciume da ogni nota. Thrash rules!
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8
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Il primo album del mio amico damien.molto grezzi.thrash heavy anni 80.hail bunker! |
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7
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Lavoro gradevole e ben fatto per chi apprezza questo genere "crudo"...li vedo bene a braccetto con i Barbarian, i Bunker pero' pigiano di piu acceleratore. Ovviamente c'e puzza di zolfo ed Hellhammer - Celtic Frost. Condivido il vodo. |
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5
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Marci e cazzoni,mi piace!Attitudine a manetta! |
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4
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zozzi e coinvolgenti. Dal vivo spaccano! |
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3
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Un bel dischetto, divertente e senza pretese. Voto azzeccato. |
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2
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ridono e scherzano con il metal. Ma gran rispetto per il sound che tirano fouri. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Overnight Sacrifice 2. Night of the Scream Queen 3. Institor 4. Storm of the Usurper 5. Chubby Love 6. Still They Lurk (In the Shadows of War) 7. Witch Flights & Sexy Nights 8. The Escape
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Line Up
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Damien Thorne (vocals, bass) Bone Incinerator (guitar, backing vocals) Desekrator of the Altar (drums)
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