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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Samael - Ceremony of Opposites
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( 6337 letture )
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1994. Ascoltavo solo death-thrash, il power mi faceva vomitare, ammiravo la mia collezione crescente di cassette. Poi mi ritrovai tra le mani Ceremony of Opposites, acquistato probabilmente perché i Samael erano svizzeri, come me, e ne rimasi folgorata. 2012. Ascolto principalmente black, il power mi fa sempre vomitare, tutte le mie cassette sono finite in uno scatolone. Ma ogni volta che ascolto Ceremony of Opposites rimango stupita dalla bellezza e dall'unicità di questo album.
Quando il nastro iniziò a girare nel mio stereo dispiegando le prime note di Black Trip rimasi immediatamente molto colpita, sorpresa da un sound che non avevo mai sentito in precedenza. Freddo, asettico, studiato per ipnotizzare l’anima. Ceremony of Opposites è un album che ancora conserva la struttura dei pezzi e dei riff tipicamente heavy-thrash, con numerose parti rallentate e cadenzate, dosando in un perfetto equilibro gli elementi sinfonici delle tastiere e l’introduzione di alcuni elementi sperimentali e campionati. Il tutto è però avvolto da un’aura sinistra, impregnato di atmosfere nere e malefiche, ammantato da densi vapori sulfurei che rendono affannoso il respiro. E allora sì, ciò che inizialmente facevo fatica ad inquadrare come black metal diventa manifesto nero e spietato di una attitudine crudele e violenta. Del black possiede le atmosfere oscure, i passaggi sinfonici e un odore permeato di malvagità. Come la cover, dura e sconvolgente, il volto di Cristo con una corona di chiodi conficcati nel cranio. Ben lontana dalla scabra raffinatezza delle prime copertine black norvegesi. Così come molto diverso è il sound. I Samael non suonano quel black selvaggio ed istintivo tipico del true norwegian. Il loro è qualcosa di più infido e penetrante. Non è un nero amalgama, i riff ed il ritmo sono sempre ben scanditi e delineati. Inoltre la produzione, grazie al lavoro di Waldemar Sorychta in sede di registrazione, è ottima, con suoni molto puliti e nitidi. Freddo, maligno, addirittura perfido. Eppure intelligente, studiato, calcolato. Basti pensare che i sample utilizzati nell’album sono di Mussorgksky e Ravel. E ancora oggi, a distanza di tutti questi anni, non ha perso il suo fascino ed il suo potere agghiacciante. Anzi, se oggi Ceremony of Opposites viene acclamato universalmente, quando uscì molte furono le critiche mosse dal pubblico verso questo album. Erano tempi duri, in cui il black era black, il death era death ed il thrash era thrash, le contaminazioni e le sperimentazioni non erano mai ben accolte.
Ceremony of Opposites è un album in cui tutto combacia perfettamente, senza sbavature. L’inizio di Black Trip è travolgente, con una voce spietata e la distorsione della chitarra che brucia come il gelo. Son of Earth, pur nella semplicità dei suoi riff, e la successiva Till We Meet Again, con le chitarre che graffiano ritmi incalzanti ed ipnotici, rimangono a mio giudizio tra i brani migliori di questa band. Impossibile non citare Baphomet’s Throne, con le sue orchestrazioni, i riff granitici e la voce efferata di Vorphalak che grida ”Show me the way to the Baphomet’s Throne”, assurge a vero manifesto di questo album.
Chitarra e basso sono un corpo unico, divorano un riff dopo l’altro senza pietà. Il sound è incredibilmente graffiante, acerbo, ma freddo e asettico, senz’anima. E lascia annichiliti. La successione di riff, la struttura dei pezzi, persino la sequenza dei brani è perfetta, non ci sono errori né cadute di tono. Tutto è incredibilmente potente, dilaniante, distruttivo.
Ceremony of Opposites è l’album che getta le basi per il cambiamento, volgendo lo sguardo verso orizzonti allora ancora lontani. È l’album che non solo guarda al futuro, ma lo afferra con un artiglio di ghiaccio, preparando il terreno per la successiva radicale svolta e l’approdo verso terre da cui i Samael non hanno più fatto ritorno, prima del capolavoro Passage, in cui la band ha abbracciato definitivamente la svolta elettronica. Ma Ceremony of Opposites, pur essendo un album di passaggio, definisce pienamente la personalità e l’identità della band, delineando i tratti sostanziali del loro sound, annullando il desiderio di ciò che è stato prima e ciò che è stato dopo. Era ed è semplicemente un capolavoro.
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Si parla di Samael e dico la mia.Ho studiato Worship Him e questo e li respingo. Manca l'immediatezza, la pastosità del suono,le ghitarre strazianti e i riverberi,in un quadro d'insieme atipico,privo di quel fondamentale concetto di ipotermica malinconia.Non è il perimetro fondamentale di riferimento che decreta l'appartenenza al vero spirito filosofico di stampo trascendentale,al quale guardo con incrollabile trasporto interiore.Quindi non mi piacciono.Bocciati. |
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questi iniziano ad essere i Samael che mi piacciono,non più assalti "zanzarosi" ma ritmiche ipnotiche e glaciali! |
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Blood ritual e ceremony of the opposites per me sono un tutt'uno. L'uno segue l'altro. Gemelli siamesi nella loro satanica, gelida bellezza. Nella voce terrorizzante di Yorphalak c'è l'essenza intera della band, devota al più gnostico verbo "satanico". Niente corse matte e disperate a 200 kmh, ma chitarre come lame che scorrono lentamente e profondamente nelle carni, lasciando segni precisi e assai misteriosi. Culto. |
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20
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Pietra miliare. Forse il migliore album dei Samael (difficile fare dei confronti con quello che poi hanno proposto successivamente). Di sicuro con le sue sperimentazioni è stato un album molto innovativo (era il 1994). Baphomet's Throne, Flagellation e la title-track sono eccezionali. 90 |
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Il vero capolavoro è Blood Ritual. Questo mi deluse un po'... |
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grandissimo disco cattivo come la peste e bellissima rece voto 92 |
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beh non è una novità che i gruppi svizzeri usino musica colta per arricchire la loro proposta, e non mi pare una novità sapere che il dark metal è il progenitore di certo black death metal guarda i celtic frost , altri tuoi compaesani piacciono questi samael . |
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Trattasi probabilmente di, non parlo di album, ma di musica meglio realizzata della storia. Al di la del genere. Qualcosa di incredibile, per cui l'88 è addirittura offensivo. Disco da 100/100 fissi, senza bandiere ne compromessi. Senza nemmeno discorsi su cosa ha influenzata. Da guardare per quello che è: INESAURIBILE. |
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1994 Ascoltavo heavy, power, thrash, death e black. 2012 Ascolto heavy, power, thrash, death, black ed altro...uno dei migliori dischi dei Samael. Pietra miliare del black. |
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I Samael sono un gran gruppo e quest'album ne è una prova. Ultimamente ho rivisto il mio concetto sul Black Metal ampliandolo di molto a differenza di prima e sono d'accordo anch'io che quest'album se è per forza da catalogarlo lo si può catalogare come Black Metal. Ovviamente made by Samael |
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ma si, cosa saranno mai queste foto...tu che mozzi la testa a un cappone in omaggio a Belial truccata da pulcinella...à propos, dicono che camminano via anche senza testa, sai se è vero? |
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12
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@Jusy.. e se vedessi le foto del tempo, quelle si che fanno brutto! |
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10
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'1994. Ascoltavo solo death-thrash' no ma quanto fai brutto? |
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9
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Grandissimo album dei tempi che furono....erano gli anni d'oro del black metal e i Samael a modo loro e naturalmente con Tom G Warrior ben impresso nella testa sfornarono questa oscura perla nera...Personalmente per me l'apice creativo del primo periodo ( Whorship Him, Blood ritual e appunto questo)..Black trip, Baphomet throne e To our Martyrs valgono da sole tutto 'album. 90/100 |
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8
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Onestamente non ricordo passi falsi dei Samael solo grandi sperimentazioni e io amo quasi tutto ciò che han fatto, questo è uno dei capitoli fondamentali della loro discografia anche se rimango legato alle origini rozze, bastarde e figlie dei Celtic Frost. |
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7
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Forse sono esagerato ma non mi interessa: CAPOLAVORO! Per quanto mi riguarda leggermente inferiore a Blood Ritual ma un 90/100 mi sembra il minimo. |
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Capolavoro insieme a Passage |
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Una meraviglia di disco |
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Io non ricordo critiche particolari, ma son passati quasi 20 e magari ricordo male. A me il disco è sempre piaciuto un botto, bella rece e voto confermato. |
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lo sto ascoltando ora, è na figata.. |
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All'epoca fu rivoluzionario. Le critiche non li risparmiarono, ma i Samael seppero andare oltre e fare anche meglio con Passage. Quando acquistai (a scatola chiusa) il vinile il rivenditore mi disse che avrei trovato qualcosa di unico. Ebbe ragione! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Black Trip 2. Celebration of the Fourth 3. Son of Earth 4. Till We Meet Again 5. Mask of the Red Death 6. Baphomet’s Throne 7. Flagellation 8. Crown 9. To Our Martyrs 10. Ceremony of Opposites
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Line Up
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Vorphalack (Chitarra, Voce) Rodolphe H. (Tastiera, Sampler) Masmiseim (Basso) Xytras (Batteria)
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