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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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( 4750 letture )
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Ascoltare gli Eagles è come tuffarsi a braccia aperte dentro un arcobaleno. Suoni, melodie ed armonie della band losangelina non hanno niente da invidiare ai mille colori che squarciano il cielo dopo una tempesta. Glenn Frey, Bernie Leadon, Randy Meisner e Don Henley: nomi che hanno segnato un’epoca, quella di inizio anni Settanta, e che ancora oggi evocano grandi ricordi in ognuno di noi. È nel 1974, in previsione del terzo album in studio, che la band accoglie un nuovo chitarrista, Don Felder, vecchia conoscenza dell’altro chitarrista Bernie Leadon, con cui aveva suonato insieme nei The Continental (poi rinominati Maundy Quintet e di cui inizialmente faceva parte Stephen Stills dei Crosby, Stills and Nash, anche se questi ultimi si formarono più avanti). L’apporto di un nuovo membro, tra l’altro l’unico a non imbracciare un microfono, risulta di notevole importanza per la creazione di un sound più orientato al rock rispetto al country che aveva fortemente influenzato i primi due lavori. Questa scelta ha portato ad alcuni cambiamenti interni, primo tra tutti l’arrivo di Bill Szymczyk in veste di produttore, dopo che Glyn Johns aveva già messo mano alle prime due canzoni registrate dalla band. On the Border esce il 22 marzo 1974 e piazza ben tre singoli in classifica, ovvero Already Gone, James Dean e Best of My Love, quest’ultimo l’unico a raggiungere la posizione numero uno. È anche il primo album che la band realizza usando la tecnica della quadrifonia, ben nota specialmente ai fan dei Pink Floyd, in quanto introdotta negli Stati Uniti proprio da loro.
Note tecniche a parte, On the Border ci presenta dieci brani in perfetto stile Eagles, per quanto -come detto in precedenza- più orientato al rock rispetto ai primi due lavori in studio. Si parte con Already Gone, canzone frizzante che irrompe con la sua aria rockettara tipica di quegli anni, a cui fa seguito l’ancor più bella You Never Cry Like a Lover, che un po’ ricorda quelle atmosfere leggere e melliflue alla Doors, con qualche nota di piano giusto dove serve e delle linee vocali (di Don Henley quella principale) estremamente dolci e toccanti. Aria di country rock invece con la successiva Midnight Flyer, in cui è il banjo a fare da strumento principale, che ci sorprende per il suo facile rimando al precedente album Desperado. Se saloon e balli di paese non fanno per voi, allora non preoccupatevi, perché My Man ci riporta al più tipico sound della band californiana, quel rock estremamente melodico e “leggero” che tende a rilassare gli animi più che a smuoverli. Questa volta è Bernie Leadon a gestire la maggior parte del lavoro dietro al microfono, per una canzone da lui stesso scritta e dedicata all’amico Gram Parsons, morto l’anno prima, e col quale Leadon aveva suonato nei The Flying Burrito Brothers. Tutt’altra atmosfera con la seguente On the Border, in cui ritroviamo alla voce Don Henley, mentre Glen Frey rimane alla prima chitarra; la canzone è ispirata dallo scandalo Watergate del 1972 e poggia tutta su dei ritmi vivaci, col basso molto più in risalto rispetto a quanto finora sentito. James Dean, il secondo dei tre singoli qui presenti, vede alla voce Glen Frey e alla chitarra principale Bernie Leadon ed è effettivamente uno dei pezzi più d’impatto dell’intero lavoro: ritmiche e chitarre in pieno stile rock’n’roll, voce scoppiettante e divertimento assicurato. Ma siamo appena oltre la metà del platter, e rimangono ancora pezzi di primo piano come la successiva Ol’ 55, originariamente composta da Tom Waits e qui rivista in una versione più corposa e probabilmente anche migliore, Is It True? e Good Day in Hell, che non sono allo stesso livello dei pezzi sopracitati, ma certo non lasciano nulla al caso: la prima ricorda addirittura un po’ i Beatles nelle strofe, ma si distingue per lo stupendo suono del basso, vero strumento cardine del brano, e la seconda ci riporta all’atmosfera inizialmente percepita su Already Gone, deliziandoci anche con l’uso della slide guitar per mano di Don Felder. La chiusura è affidata al terzo singolo, quello che riscontrò il maggior successo, la ballata Best of My Love, più volte negli anni ripresa da artisti di vario tipo in qualità di cover. La voce principale è questa volta di Don Henley, mentre tra i crediti risulta anche la partecipazione di J.D. Souther, e il risultato è una ballata delle più classiche, smielata fino all’inverosimile ma dal sicuro impatto emotivo sulle giovani donzelle di ogni epoca.
On the Border è un album che ad ogni ascolto lascia qualcosa, un album che non può mancare nella collezione di un vero appassionato di rock settantiano e che deve essere consigliato a chiunque ci si voglia avvicinare. Qui sono probabilmente racchiuse le origini di un genere, l’AOR, ed allo stesso tempo vengono fuori tutti quegli elementi che nel tempo hanno contribuito alla creazione stessa di questo tipo di rock melodico. Gli Eagles non meritano di essere conosciuti soltanto per quell’unica canzone che ancora oggi tutti sentono per radio (mi riferisco ovviamente a Hotel California), bensì anche e soprattutto per lavori come questo. Da riscoprire.
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4
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Un signor Disco che ha il difetto di seguire un esordio eccellente, e il loro Capolavoro Desperado, x cui, in un eventuale confronto, sarebbe destinato a soccombere. On The Boarder è pieno di belle canzoni, ma non lascia il segno come gli altri due. In + cala un po' nel lato B. |
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3
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i primi quattro lavori sono da antologia della musica rock tutta......poi soltanto noia.......dico solo che questi quattro vinili sono oggi inascoltabili per quante volte sono stati da me suonati sul giradischi |
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2
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Non male, ma i primi due restano irripetibili 75 |
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1
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non è il mio preferito degli Eagles ma parliamo comunque di un album impeccabile come sempre e al di sopra della media. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Already Gone 2. You Never Cry Like a Lover 3. Midnight Flyer 4. My Man 5. On the Border 6. James Dean 7. Ol’ 55 8. Is It True? 9. Good Day in Hell 10. Best of My Love
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Line Up
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Glenn Frey (Voce, Chitarra, Piano) Bernie Leadon (Voce, Chitarra, Banjo) Don Felder (Chitarra) Randy Meisner (Voce, Basso) Don Henley (Voce, Chitarra, Batteria)
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RECENSIONI |
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