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Korpiklaani - Spirit of the Forest
( 4130 letture )
"There's men, underground
who have never seen the sun
But they really know how to party"


Si apre con queste parole una delle pietre miliari del folk metal. Un album che è difficile definire un capolavoro, dal momento che si tratta di una successione di brani più o meno semplici cantati in modo più o meno stonato in un inglese sgangheratissimo. Eppure si tratta una pietra miliare, non tanto perché abbia dato origine a chissà che corrente imprescindibile del folk metal (anzi, diciamoci la verità, gli emuli dei Korpiklaani sono quanto di peggio si possa trovare nel nostro genere), ma perché ha qualcosa di unico, qualcosa di puro, di primordiale, che parla direttamente al cuore, alle ossa e ai muscoli e che fa provare, fin dalle prime note, l'incontrollabile desiderio di saltare dalla sedia e mettersi a ballare.
Ad ascoltare Wooden Pints, anzi no, a guardare il video di questa canzone, viene spontaneo identificare questi omini del sottosuolo con i musicisti stessi. C'è un tipo che salta fuori da una capanna indossando una specie di saio, imbracciando un violino alla maniera popolare, suonando una musica che è l'archetipo dell'allegria e della spensieratezza con un'aria scocciatissima. C'è un matto che picchia su un tamburo con la faccia di chi sta facendo la cosa più seria del mondo. Poi c'è un indemoniato che urla, gesticola, ha i capelli davanti alla faccia e un'ascia in mano. E quello che suona la batteria? È scalzo! Per non parlare del tipo pelato in poncho, che sta in un angolo e sembra un bonzo. Poi, ovviamente, c'è la scena in cui mangiano, bevono e si azzuffano, ma anche questa è low-cost: c'è solo un tavolo da sagra, due coscette di pollo in tutto e due boccali di legno. Ci credo che poi si picchiano, non c'è abbastanza cibo per sfamare tutti! A vederlo ti viene da chiederti "E questi???? Da dove vengono fuori?". Sembra davvero che abbiano vissuto in una caverna come gli gnomi, fuori dal mondo, che in qualche modo si siano procurati degli strumenti elettrici e dei vecchi dischi metal e punk e che abbiano registrato Spirit of the Forest senza mai vedere il mondo esterno. Il valore dell'album è questo, questo essere fuori dagli schemi e in un certo senso innovativo senza includere assolutamente nessun elemento moderno, dato che unisce la musica più antica del mondo, il folk, ad un tipo di metal risalente ad almeno 10 anni prima.

Spirit of the Forest è composto da canzoni semplici ma di forte impatto, che fanno presa dalle prime note. Anche se potrebbe sembrare il contrario, non è affatto facile ottenere risultati simili con quattro note: basti pensare a tutti quelli che ci hanno provato dopo di loro fallendo in maniera più o meno clamorosa. A dirla tutta i Korpiklaani stessi, nonostante i diversi tentativi, non sono più riusciti a replicare l'immediatezza, la forza primordiale di questo primo album e del successivo Voice of Wilderness. Wooden Pints è il brano con cui i Korpiklaani si affacciano al mondo, un brano unico che di certo farà saltare dalla sedia chi lo ascolta almeno per i prossimi 50 anni. Anche Before the Morning Sun, che ne raccoglie il testimone, è estremamente trascinante. In God of Wind, altro pezzo superenergetico, è soprattutto la fisarmonica che si fa notare. With Trees invece è lenta, una power ballad da fine '80-primi '90 con tanto di assolone dal sapore nostalgico all'inizio, ma con un che di mistico e psichedelico dato dalle percussioni tribali, elemento all'epoca parecchio inconsueto, dal flauto e dalla voce lenta e trascinata, con l'eco che le dona un tocco onirico. Questo brano svela la seconda anima dei Korpiklaani: quella spirituale, legata alla natura e ai rituali della tradizione sciamanica dei Sami. Sì, lo so che può sembrare strano pensare ai Korpiklaani in termini spirituali, ma a ben vedere si tratta di una caratteristica molto radicata nella band di Lahti: tutti conoscono le loro canzoni che parlano d'alcool ma in realtà la maggior parte parla di natura e di sciamanesimo. Pellonpekko riporta sotto ai riflettori il violino: è un brano strumentale dal sapore celtico che, se non fosse per l'accompagnamento dato dalla batteria e dal suono ruvido della chitarra elettrica, sarebbe puramente folk. In You Looked Into My Eyes, invece, emergono le influenze punk. Anche qui a spiccare è il violino, ma il ritmo è quello tipico della polka finlandese, scandito dall'hum - ppa del basso. Hullunhumppaa è un' altra strumentale e ci fa conoscere lo jouhikko, una lira ad arco della tradizione finnica. Man Can Go Even Through the Gray Stone ricorda un po' i Motörhead, con la voce di Jonne che sembra fare il verso a quella di Lemmy, ma non manca il tocco folk dato dalle percussioni tribali. Pixies Dance e Juokse Sinä Humma sono due strumentali (la seconda è un vero brano tradizionale) che sfumano l'una nell'altra. La prima ha un che di celtico, la seconda è finlandese al 100%. Crows Bring the Spring è un'altra sorpresa: è praticamente un brano viking, sembra un omaggio a Bathory. Hengettömiltä Hengiltä non è che un'introduzione per Shaman Drum, un brano epico dove, per la prima volta in quest'album, abbiamo un assaggio del canto tradizionale Sami, lo joik. Infine, Mother Earth è un altro brano riflessivo, dai ritmi tribali, con un che di mistico dato dalla presenza di uno joik di sottofondo.

Con questo abbiamo passato in rassegna tutto l'album. Per concludere potrei dirvi di considerarlo nel contesto in cui è uscito: nel 2003 la maggior parte del folk metal era legata alla musica celtica, anche se l'humppa iniziava ad essere nota al di fuori dai confini patrii grazie all'attività dei Finntroll (all'epoca al terzo album), e certi elementi ora consueti nel metal grazie al proliferare di folk e derivati quella volta erano rarità, ecc. ecc. Ma il punto è che, anche considerandolo al di fuori dal suo contesto, Spirit of the Forest non perde di valore. Si tratta di un album fuori dal tempo, che verrà ascoltato tra 10 anni come tra 20 o tra 30, che si è guadagnato un posto nella storia del metal dal quale non può essere scalzato. Anche perché, come dicevo, mettere assieme poche canzoni semplici e riuscire a trasmettere questo richiamo ancestrale non è da tutti. Solo un gruppo di persone che viveva fuori dagli schemi comuni poteva riuscirci.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
69.72 su 25 voti [ VOTA]
fabriziomagno
Venerdì 18 Gennaio 2013, 12.09.12
8
insieme a voice of wilderness il mio preferito dei korpiklaani, un classico del folk metal! Voto: 85
HeroOfSand_14
Lunedì 14 Gennaio 2013, 14.16.53
7
Quoto i commenti positivi, qui si che si respira l'aria nordica tra foreste incontaminate e lupi, tamburi e feste popolari! pellonpekko poi merita secondo me tanto quanto Wooden Pints, è una strumentale pregevole. Grandi all'epoca i Korpiklaani, peccato per dopo, il fare canzoni troppo simili o uguali era nell'aria, avevano impostato il loro tipo musicale e non si sono schiodati! Peccato..
Michele
Domenica 13 Gennaio 2013, 11.48.39
6
Un disco imprescindibile. Qui erano ancora incontaminati... Che dire, per me Spirit of The Forest, Voice of Wilderness e Tales Along This Road sono dei capolavori del metal tutto, dei nuovi classici. A chi dice che il metal è morto, beh... Non ha mai ascoltato i dischi di gruppi come Korpiklaani, Finntroll e Ensiferum.
GioMasteR
Domenica 13 Gennaio 2013, 11.31.57
5
All'epoca della scoperta è stato un disco che ho ascoltato moltissimo insieme a Voice Of Wilderness. Pur avendo poi preso una strada un po' diversa, ancora oggi lo riprendo in mano con molto piacere!
LORIN
Sabato 12 Gennaio 2013, 18.26.37
4
Questa è una band che ho scoperto da poco ma devo dire che mi è piaciuta subito ed in particolare proprio questo album.
Theo
Sabato 12 Gennaio 2013, 18.09.52
3
Io considero il migliore in termini assoluti il successivo "Voice Of Wilderness" perchè più maturo (se posso usare questo termine parlando del clan ) però sono entrambi di caratura davvero notevole. Però la maturità, per me, l'hanno raggiunta con "Tervaskanto".
Vecchio Sunko
Sabato 12 Gennaio 2013, 17.03.02
2
Il miglior album dell'allegra "Combriccola della Foresta"!... complimenti per l'ottima recensione, voto confermato 85
Theo
Sabato 12 Gennaio 2013, 15.19.54
1
Mitici Korpiklaani! I primi quattro lavori davvero spettacolari! Questo uno dei miei preferiti... Per me, voto e recensione azzeccatissimi! Benone, pure per me si becca un bel 85 tranquillamente, ascolto obbligatorio a tutti i fan del Folk Metal!
INFORMAZIONI
2003
Napalm Records
Folk
Tracklist
1. Wooden Pints
2. Before the Morning Sun
3. God of Wind
4. With Trees
5. Pellonpekko
6. You Looked Into My Eyes
7. Hullunhumppa
8. Man Can Go Even Through the Grey Stone
9. Pixies Dance
10. Juokse Sinä Humma
11. Crows Bring the Spring
12. Hengettömiltä Hengiltä
13. Shaman Drum
14. Mother Earth
Line Up
Jonne Järvelä (Voce, Chitarra elettrica ed acustica, Tamburo sciamanico)
Toni "Honka" Honkanen (Chitarra)
Jaakko "Hittavainen" Lemmetty (Violino, Jouhikko, Flauti)
Ali Määttä (Percussioni)
Arto Tissari (Basso)
Samu Ruotsalainen (Batteria)
 
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