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CENTRALE ROCK PUB, VIA CASCINA CALIFORNIA - ERBA (CO)

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ALAIN JOHANNES + THE DEVILS + ANANDA MIDA feat. CONNY OCHS
RAINDOGS HOUSE, P.ZZA REBAGLIATI 1 - SAVONA

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TRAUMA hc
HEADBANGERS PUB, VIA TITO LIVIO 33A - MILANO

Mephorash - Chalice Of Thagirion
( 3449 letture )
L’attrazione verso le sconosciute lande dell’esoterismo e del misticismo non è mai stata rinnegata da una parte considerevole dell’universo black metal.
La possibilità di unire nello stesso luogo mentale i lugubri inni alla distruzione di qualsivoglia ideale per poter esaltare il trionfo inevitabile del nichilismo e le ritualistiche invocazioni le quali nella ripetizione (caratteristica cara specie ad alcune formazioni scandinave) trovano il loro compimento come il loro punto di estrema forza, ha non solo conquistato l’immaginazione di innumerevoli mastermind, ma anche vinto le resistenze ad incorporare all’interno di strutture piuttosto semplici (se paragone, of course, alla magnificenza epica del progressive o dell’ambient neoclassico) concetti la cui profondità è a tal punto abbagliante da sfuggire alla piena comprensione degli stessi musicisti coinvolti nell’affascinante ibridazione.

A venire irretiti dal fascino dell’inspiegabile quest’oggi sono gli svedesi Mephorash, misterioso trio (una volta band completa, prima che batterista e bassista lasciassero il progetto) già salito agli onori delle cronache con il primo full length, sempre curato dall’etichetta serba Grom Records (The Stone, Beastcraft), Death Awakens il quale, sotto il profilo stilistico, non si discosta drammaticamente da quanto proposto nella nuova sfida lanciata agli ascoltatori, The Chalice Of Thagirion.
Muovendo le mosse da un configurazione del nostro amato genere che comprende una classica ed irrinunciabile dose di violenza cieca, pura, a cui fanno da contraltare finezze compositive, alternanze tra voci scream e growl di inaudita efficacia, un drumming vario ed infine uno sfondo concettuale raffigurante temi tratti dall’occultismo ebraico (il gruppo cita tra gli argomenti delle liriche le qliphoth, ossia l’incarnazione degli spiriti impuri secondo la Kabbalah, o “ostacoli spirituali riceventi la propria esistenza da Dio per vie esterne, invece che interne”, quindi giudicate entità malefiche), la conoscenza dei quali si può inoltre dedurre dal titolo assegnato al lavoro, essendo Thagirion la qliphah associata a coloro che urlano lacrime e dolore, la cui corteccia (nelle descrizioni le qliphoth sono rappresentate come dei gusci che circondano il nulla), detta Zomiel, indica “Il disgusto (nei confronti) di Dio”. Approfondendo il significato della traccia Descension Of Daath, protagonista della quale è Da'at, lo stato in cui tutti le dieci sephirot (le dieci emanazioni che canalizzano la forza divina creatrice e ne esplicano l’essenza, opposte alle qliphoth) risultano unite, raggiungendo il terzo ed ultimo (secondo alcune scuole) livello di conoscenza.
Spostando il nostro interesse dalla speculazioni esoteriche alla sostanza musicale, è bene puntualizzare fin dal principio che rivoluzioni copernicane non sono avvenute nel breve lasso di tempo di un anno, né è possibile scorgere un spunto di rottura all’orizzonte che sia in grado di perfezionare una materia informe che all’atto della creazione evidenzia già, sorprendentemente, tratti somatici maturi, posti in luce abbacinante da una magistrale produzione, esente da critiche sia nella scelta della qualità dei suoni, sia nella calibrazione degli stessi, dando la sensazione all’ascoltatore d’essere completamente immerso in una torbida e mortifera palude.
Poiché, di fatto, l’architettura attinge parecchie delle sue soluzioni da mastri-carpentieri quali i Marduk (per esempio), riproponendo l’immortale modulo in cui il riff principale è diviso in due linee, la prima eseguita dalla chitarra ritmica attraverso accordi di quinta (ma non solo power-chord si incontrano lungo The Chalice Of Thagirion!), la seconda suonata dalla solista nelle vesti di “melodia” monocorde, il risultato ottenuto dagli ingegneri impegnati nel missaggio è da ricoprire di alloro, visto, in aggiunta, il discreto trattamento degli stili vocali, i quali, pur mantenendo una nitidezza nella dizione encomiabile (un numero non troppo esiguo di termini si riesce a distinguere), mantengono l’alone di oscurità necessario a rinforzare le atmosfere incrinate nella loro inintelligibilità solo da pallidi riverberi di candele rituali (o se preferite, data la provenienza geografica della Kabbalah, di candelabri a sette bracci).
Tuttavia non è unicamente con la ferocia che i Mephorash instillando nell’appassionato il desiderio di penetrare nel simbolismo offerto, sarebbe cosa impossibile. I Nostri ricorrono ad un’ispirazione, che seppur non omogeneamente distribuita, porta alla luce brani ben congegnati, costruiti schivando il pericolo di sembrare anonimi (il rischio c’era, considerato che la prima fatica concedeva il fianco ad alcune critiche riguardanti la personalità), intrecci notevoli quantunque sovente sia la passione più che la tecnica (non vi sono comunque sbavature od incertezze) ad emergere prepotente, donando quella forza bestiale che un album patrocinato solo dalla completa padronanza dello strumento non sa esternare, attitudine vera e non banali trovate commerciali atte a disorientare i consumatori di metal estremo, per poi manipolarne la psiche.

Giunti ad un passo dalla fine, quali potrebbero essere i punti deboli di The Chalice Of Thagirion? Probabilmente nessun difetto sostanziale è individuabile, né nella lunghezza del minutaggio, né nella qualità singola e complessiva, né ancora nella difesa a spada tratta di alcune prerogative abbracciate dalla scuola il cui credo non vuole (e non deve nemmeno) discostarsi dall’ortodossia, né, insistendo, nella varietà delle tracce, tutte godibili anche per il neofita (il quale, in ogni caso, deve aver precedentemente assaggiato almeno qualche sprazzo di album esportati da Stoccolma), esaltando la principale qualità dell’album da sophomore degli svedesi: la solidità.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
77.6 su 5 voti [ VOTA]
Fast
Giovedì 17 Gennaio 2013, 20.12.38
1
secondo lavoro per questa Black Metal band! Maligno, oscuro..... ha tutte le carte in regola per stare alla pari a tutti gli altri gruppi black metal che hanno fatto la storia.... secondo me meritano un voto piu alto. per gli appasionati del genere, e' sicuramente da acquistare!!!
INFORMAZIONI
2012
Grom Records
Black
Tracklist
1. Chalice Of Thagirion
2. Corpus Christi
3. From Orcus Into Erebos
4. Membrorum Defecerit
5. Νεκρος
6. Radiance From The Sacred Shine
7. Servant
8. Legion, For We Are Many
9. Descension Of Daath
10. The Odious Gospel
11. Ain Soph
Line Up
Ors (voce)
Siatris (chitarra ritmica)
Lethargus (chitarra solista, basso)

Session:
Ugallu (batteria)
 
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