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ALCHEMICA MUSIC CLUB, VIA DEI LAPIDARI 8B - BOLOGNA

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Dealma - 13
( 2733 letture )
Il crossover è una forma di sperimentalismo, quindi perché – mi son chiesto – non omaggiarlo con una forma "sperimentale" di recensione?
Amo le sfide, l'eterogeneità delle espressioni e l'illusione di un'assenza di confini, proprio come il crossover stesso. Ho voluto pertanto strutturare la sottostante in tredici punti in linea col titolo dell'album sotto analisi, i quali non solo vogliono essere qualcosa di inusuale e magari anche più fruibile e ordinato, ma soprattutto rappresentano l'esposizione di tredici motivi per cui avvicinarsi a questa sorprendente realtà: i Dealma.

Iniziamo.
1) Nazionalità italiana. Sottolineerei la provenienza sarda della band, esprimendo altresì il non trascurabile orgoglio dei risultati che l'underground italiano sa produrre anche in un territorio poco favorevole, come quello a cui è costretto, a causa dei propri natali non certo rock business-oriented.
2) Band esordiente. Non è di per sé un pregio, ma è certamente un motivo di curiosità – al giorno d'oggi è raro trovarsi di fronte a dei debuttanti nel campo del crossover – oltre che motivo di aspettativa, in questo caso più che confermata, concernente vivacità, freschezza e coraggio di osare, che la giovane età può e dovrebbe offrire. "Fattore esordiente" che qui, dunque, più che penalizzante, risulta essere una marcia in più.
3) Esperienza. Sono alla soglia del fatidico primo full length – per quanto attivi sin dal 2009 – ma con alle spalle già un demo tape, 13 Toads Of Positivity, ed una serie non trascurabile di esibizioni dal vivo, a cominciare dall'Olbia Rock, proseguendo per il M.E.I. Faenza Festival ed un tour estero tra Germania ed Ungheria, fino al raggiungimento di numerosi riconoscimenti a seguito della partecipazione a contest sparsi per l'Italia.
4) Tecnica. Mura dimostra personalità, verve e duttilità, aspetti che vanno ad arricchire il complessivo lavoro vocale, non di rado supportato da un buon lavoro di cori; Pica sfoggia in tutta la tracklist la sua tecnica e le sue molteplici influenze: familiarità con le numerose ritmiche funk, uso dell'effettistica, della ritmica hard 'n' heavy e acustica, solos; infine il duo Dettori/Pinna risulta preciso e carico di groove, in grado di recitare ottimamente la parte di comprimario senza per questo rimanere relegato ai margini.
5) Coesione e coralità musicale. Quel che traspare da questa uscita discografica è, in effetti, una grande intesa tra gli strumenti, quel feeling tanto difficile quanto fondamentale da raggiungere in un genere come questo.
6) Produzione ottima. C'è una gran cura nel suono ed ancor più nel mixaggio: non è raro – tutt'altro, purtroppo – trovarsi di fronte a prodotti che sacrificano volontariamente una componente per esaltarne un'altra, o che, per semplice incapacità di chi se ne occupa, non rendono giustizia alle capacità dei musicisti. Qui, invece, ogni strumento ha il suo spazio ben definito all'interno del sound, contribuendo a renderlo corposo e dinamico.
7) Songwriting pregevole. Arrangiamenti ben costruiti, buon livello compositivo messo in campo.
8) Abilità nel variare i toni: si passa da torni più distesi ad altri più ritmati ed heavy, anche nella medesima canzone, portando all'attenzione le numerose influenze e ricco background: , Jane's Addiction, Red Hot Chili Peppers, Soundgarden; un'alchemica miscela di rock, heavy metal, funky, soul, pop, elettronica, grunge, stoner.
9) Maturità. Elencare delle caratteristiche come quelle sopraccitate non può non portare a questo giudizio: il gruppo è maturo, lo dimostra ampiamente, e più di quanto sarebbe lecito aspettarsi; dimostra di conoscere molto bene la materia, di saperla plasmare con autorevolezza e padronanza.
10) Crossover di livello. La musica dei Dealma possiede in effetti una costruzione compositiva lavorata, ma nel contempo immediata e ciò risulta essere uno dei punti chiave. Raramente i brani si mantengono sulla stessa linea: evolvono, si dividono fra diverse soluzioni e generi, motivo per cui l'ascolto risulterà stimolante e continuamente mantenuto in vita in maniera efficace.
11) Confronto. Ciò che viene raggiunto con questo album è un risultato che non sfigurerebbe se rapportato ai più grandi esponenti del genere, mostrando di essere pienamente all'altezza del paragone.
12) Prospettive. Mi sentirei di inserire un pensiero ed una sensazione sicuramente di natura personale, ma che credo fermamente che apparterrà ad ognuno, a seguito dell'ascolto: quel sentimento di speranza mista a consapevolezza che la band diventerà un nome di spicco della scena, per quanto questo – ahimè – andrà in contrasto col primo punto. Una cosa sembra certa, però: le prospettive di questa band, a conti fatti, sono esaltanti e fanno ben sperare.
13): 13, l'album. Dall'arrembante inizio funky di Just in Time allo stoner kyussiano della conclusiva Volume, passando per il ricco hard rock di Dimension o la ballad acustica di Trust, tutto di questo esordio sa interessare e coinvolgere, incuriosire e farsi ascoltare, riascoltare e riascoltare.

Infine c'è la copertina, coi suoi simbolismi e suggestioni: una giungla impervia e ostile, mascherata dal distensivo verde e dal risplendere del sole; nel suo cuore selvaggio vi è una porta chiusa – paradossale ed anacronistica presenza – così fortemente contrastante e discordante col mondo circostante da suscitare diffidenza: diffidenza sì, ma anche un irresistibile fascino. Sulla parte alta dell'anta un solo tratto distintivo, un numero: 13, su di uno sfondo rosso impenetrabile...
A voi la scelta: farsi frenare dalla diffidenza o piuttosto trascinare dal fascino?



VOTO RECENSORE
80
VOTO LETTORI
87.25 su 4 voti [ VOTA]
Celtic Warrior
Martedì 29 Gennaio 2013, 13.08.31
5
Mah !!! certo che i recensori della nostra zona ne hanno "tanta" di fantasia ahahah grande Andrea !!!
BILLOROCK fci.
Martedì 29 Gennaio 2013, 12.38.06
4
Minchia ne hai di fantasia...
BILLOROCK fci.
Martedì 29 Gennaio 2013, 12.37.32
3
O-o oddio sono rimasto sconvolto...
Phoenix
Martedì 29 Gennaio 2013, 12.22.58
2
Oddio billo, hai trovato l'inghippo... Sì, lo confesso, ho omesso volontariamente un segreto che sarebbe dovuto rimaner tale... Iommi in realtà ha lontane origini sarde, mentre Ozzy è diventato metà uomo e metà sardo quella volta che - in vacanza in Sardegna e non contento dell'esperienza col pipistrello - ha voluto staccare a morsi la testa di una pecora sarda; nel 1992, l'album Dehumanizer si sarebbe dovuto chiamare in realtà Dealmanizer per volontà della metà sarda di Ozzy, ma Iommi si è opposto perché ha sempre voluto mantenere segrete le sue origini. La disputa fu violenta e scoppiò così la Prima Guerra Sarda, dove si sfiorò per poco l'uso di pecorino sardo atomico; per fortuna intervenne Dio (Ronnie James) in persona che riuscì a trovare un compromesso tra le parti: Ozzy avrebbe rinunciato a chiamare Dealmanizer l'album e si sarebbe fatto da parte in favore dello stesso R.J., in cambio Dio concesse a lui di accoppiarsi con la pecora che aveva decapitato a morsi e di cui si era intanto innamorato, sentenziando che allo scadere del 13esimo anno di età, il figlio bestiale di Ozzy e la pecora sarda avrebbe avuto il potere di riappacificare le anime: dopo 7 anni di rapporti e tentativi il figlio venne concepito finalmente, nacque nel 2000 e gli venne dato il nome Dealma. I Dealma quindi non sono altro che un progetto parallelo dei Black Sabbath, gruppo omonimo del figlio illegittimo e pecorino di Osbourne che racchiude in formazione anche il padre, Iommi, ed il cugino sardo di 13esimo grado di Iommi: questo è il loro album di debutto.
BILLOROCK fci.
Martedì 29 Gennaio 2013, 8.45.48
1
Ahi ahi cari Black Sabbath, dite la verità che il nome dell'album "13" l'avete copiato dai Dealma, su su ?!!
INFORMAZIONI
2012
Autoprodotto
Crossover
Tracklist
1. Just In Time
2. Contact
3. Plastic Land
4. Travellin' Senses
5. 11th July
6. The Last Sun
7. Water of the Present
8. Dimension
9. Trust
10. Volume
Line Up
Giuseppe Mura (Voce)
Andrea Pica (Chitarra)
Manuel Paolo Dettori (Basso)
Claudio Pinna (Batteria)
 
RECENSIONI
 
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