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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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( 4581 letture )
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La musica dei Cayne è musica possente che si sposa con la melodia, è melodia che porta il volto della passionalità e passionalità che si traduce in qualità e livello; che la band porti in seno un po' dei geni dei Lacuna Coil nel proprio DNA, poi, non può che esser una garanzia, oltre che un dato biografico altamente indicativo, artisticamente parlando. Se per questa ultima ed omonima uscita discografica mettiamo inoltre sul piatto la produzione dello stesso chitarrista Marco Barusso, dal curriculum tanto lungo quanto di spessore (già al lavoro proprio con i Lacuna Coil, ma anche con HIM, 30 Seconds To Mars, Coldplay e numerosi artisti nazionali, tra cui Modà, Ramazzotti, Pausini, 883, Bennato, Celentano, Finley, etc.), e le partecipazioni di Paul Quinn (Saxon), Jeff Waters (Annihilator) e Andrea Ferro (sempre facente parte dei Lacuna Coil), beh, le cose si fanno decisamente allettanti.
Il tutto inizia con l'intro The Strain, alla quale è affidato il compito di immergerci attraverso la propria evocatività nell'essenza del qui presente Cayne. Basterebbero in effetti la sola Waiting e la successiva Don't Tell Me... per inquadrare il livello musical-emozionale di questa proposta, la sua capacità così netta di penetrare l'intimo col viatico della potenza ritmica, scardinarlo sempre più, millimetro dopo millimetro, con la meravigliosa voce di Adornato, terminare la propria opera con l'intensità sfuggente del violino e da lì poi diffondersi col tepore delle liriche in ogni livello percettivo. Certamente l'uno-due iniziale non sarà sufficiente a molti palati, resi ormai sempre più immuni alle sfumature e quindi sempre più esigenti dalla maggiore fruibilità di cui possono oggigiorno godere. Poco male: ci penserà l'ulteriore crescendo qualitativo dell'album a vincere molte delle resistenze rimaste, cominciando dalle note del primo singolo e quarto brano in scaletta, Together As One, che inaugura la presenza di power-ballad dal sapore romantico e sofferto; in tutto ciò appare determinante il gusto compositivo di Lanfranchi che sa inserirsi egregiamente tra le tessiture dei brani con l'apporto di tastiere e violino, alzando ulteriormente l'asticella qualitativa e trovando in Little Witch la sua espressione più compiuta. Le rimanenti tracce infine mostrano, per così dire, gli attributi: evidenziate le influenze intrinseche nel proprio sound e con il mini-invasivo contributo degli ospiti sopraccitati, ognuna di esse è in grado di colpire per forza e intelligenza, oltre che per l'identità che ad ognuna è stata cucita addosso e che le caratterizza fortemente: l'incisiva King Of Nothing, il mid-tempo esplodente nel refrain da arena-rock di Deliverance o le più robuste Addicted (dall'assolo heavy-oriented da applausi del violino) ed Evidence non fanno altro che convincere ed assuefare all'ascolto ripetuto e soddisfatto di tutte le tredici tracce del lotto, un'evidenza dei fatti e liberazione dei sensi che saprà fare sicuramente la felicità di molti. L'album si chiude con la stessa evocatività con la quale precedentemente si è aperto: Like the Stars è, a tutti gli effetti, una fin troppo fertile sorgente di sensazioni e ricordi che, soprattutto col senno di poi, sarà arduo da combattere ed arginare; tutto ciò dovrà essere portato a compimento però se vorremo sopravvivere alla vita e a noi stessi, con l'arma che forse più di tutte potrà distinguerci ed elevarci dall'evidenza degli occhi di fronte alla fragile mortalità del corpo: la dignità umana. Ed è un po' così che vedo – a posteriori, certo, ma non solo – quest'album: come una dimostrazione di forte dignità umana, fiera e nobile nella propria personale ricerca di profondità.
Il 17 gennaio 2013 si è diffusa la notizia dell'improvvisa morte di Claudio Leo dopo che, appena pochi giorni prima, era stato reso noto lo stato di salute difficile col quale il chitarrista stava lottando. Inutile dire quanto la notizia abbia turbato l'ambiente, arrivata com'è a seguito dell'atteso ritorno della band meneghina sulle scene e proprio nel periodo di lancio di questa nuova creatura discografica; creatura discografica che sancisce, senza dubbio, il passo più emblematico verso la maturità artistica della band ed accrescerà ancor di più il rammarico per la perdita della sua figura più significativa. Grazie, Claudio.
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8
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Spiderman@ spero li troverai interessanti! secondo me una delle bands italiane più dotate in giro oggi e spero possano farsi apprezzare come meritano! Bravi musicisti, bei testi ed una produzione dietro della madonna. P.s. avevo dimenticato pure nell'altro intervento: per chi legge la recensione, la canzone Deliverance è una cover dei The Mission! Ho sempre amato la versione originale ma questa dei Cayne è veramente coinvolgente!!! |
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7
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Non li conosco,pero' la bella recensione e il voto,mi hanno incuriosito molto,sono italiani anche,li ascoltero',e li supportero',questo e' sicuro. |
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6
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Ciao Claudio |
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5
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l'ho comprato e mi sta piacendo parecchio! Spero che possano farsi notare perchè le carte in regola (anche in copertina) ce le hanno tutte! Supportateli senza se e senza ma! |
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4
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finalmente un album originale di una band italiana...bravi!!! |
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3
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Devo dire la verità, li conosco solo di nome ma la recensione mi ha incuriosito e quindi cercherò di prendere il cd appena possibile... |
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2
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Un solo commento... ah già i gruppi italiani si sostengono solo quando il recensore gli dà l'insufficienza. Non è il mio genere ma ascolterò appena posso per Claudio |
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Per me questo è un capolavoro del genere,non gli manca nulla,anzi pone ,secondo me coordinate esemplari per come certo gothic rock debba andare avanti,voto 100!Grazie di cuore Claudio. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Strain (Intro) 2. Waiting 3. Don’t Tell Me … 4. Together As One 5. King Of Nothing 6. Little Witch 7. Deliverance 8. Addicted 9. My Damnation 10. Through The Ashes 11. Black Liberation 12. Evidence 13. Like The Stars
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Line Up
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Giordano Adornato (Voce) Claudio Leo (Chitarra, R.I.P.) Marco Barusso (Chitarra , Produzione) Giovanni Lanfranchi (Tastiere, Violino elettrico) Andrea Bacchio (Basso) Guido Carli (Batteria)
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