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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Massdistraction - Follow The Rats
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( 1657 letture )
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I Massdistraction, forse, hanno le idee poco chiare. Altra spiegazione non sussiste: a vederli, sembrano thrasher di quelli più fieri, e la scelta del moniker o il disegno del logo non farebbero che accreditare questa tesi; poi, però, inserito il loro disco di debutto nello stereo, ci si ritrova al cospetto di una poco coerente miscellanea di anni ottanta e anni duemila, peraltro con esiti non molto esaltanti. Quello del quintetto svedese è un thrash ruggente ma non troppo originale, contraddistinto da riff velenosi e ben concepiti ma anche da un vocalism rude, eccessivamente piatto e privo di inflessioni melodiche, salvo alcune eccezioni che però eccedono nel senso opposto: si sfocia quasi nel metalcore ed in refrain inerenti al genere, anche se bisogna dire che questo non accade così spesso. Al di là dell'operato del singer, tuttavia, è l'intera formazione scandinava a denotare continue e marcate influenze moderne, tanto nel riffing quanto nel mid-growling o nella struttura dei brani: una peculiarità che farà venire i conati di vomito a qualche thrasher oltranzista, di quelli più intransigenti. Il nucleo portante del sound dei Massdistraction si basa su una matrice old school, ed in certi versi le chitarre imbastiscono dei riff che riportano alla mente quelli ottimi dei contemporanei Vektor, ma gli spunti neofiti rimangono costanti e spesso stridenti con il caro vecchio thrash, già dopo tre o quattro episodi, inoltre, il platter inizia a zoppicare, suonando piatto e ripetitivo, con canzoni tra le quali è veramente difficile trovare delle differenze, dei momenti salienti o memorabili. Un tempo si pubblicavano capolavori a gettito continuo, anche se dotati di produzioni di gran lunga perfezionabili; oggi siamo subissati da dischi come questo, perfetto ed ineccepibile nella produzione, levigata, asettica, stellare, ma che hanno ben poco da dire a livello artistico: certo, il comparto riff è discreto, ben affilato, e gli assoli di chitarra sembrano addirittura accattivanti, ma sono schegge di positività affidate quasi al caso, che mai vanno a costituire un tessuto uniforme e trascinante. Discorso simile merita la sezione ritmica: compatta, scrosciante, ma dal profilo tremendamente freddo e artificiale. Il cantato rimane il tallone d'Achille, difetto principale dell'act nordico ed evidente fonte di noia, nonché prorompente incentivo allo skip.
Lo si intuisce fin da subito, con l'opener Headgrenade, una mazzata vigorosa che alterna accelerazioni e pesanti rallentamenti, mettendo in luce evidenti sfumature modernistiche; See No Evil possiede un incedere più ritmato e, pur non essendo eccezionale, suona gradevole, volendo, mentre la testa inizia finalmente a scuotersi con Something Violent, brano dotato di qualche pregevole serrata thrashy. La titletrack Follow the Rats è arricchita da un eccitante tupa-tupa batteristico, il quale la rende molto più appetibile ai tradizionalisti, e da un solo melodico dai tratti decadenti, il primo dell'opera; non lasciatevi ingannare: nonostante l'avvio ritmico tellurico e roboante, la successiva Sudden Deaf riserva un inaspettato gancio melodico nelle vocals, puramente metalcore e decisamente fuori luogo, che non può venire compensato dal buono e fiammante assolo di chitarra. Nel corpo centrale del disco la band mostra tutte le sue contaminazioni recenti: Walking the Earth è basata su break cospicui (ed è un brano noiosissimo, peraltro), Sane -gradevolissima- è metalcore quasi puro (nel riffery e nelle vocals, con tanto di cantato pulito in coincidenza del chorus), Diluted ripropone ancora rocciosissimi breakdown che, però, non fanno che spezzettare in maniera irritante l'ascolto. In quest'ultimo episodio compaiono ancora riff accostabili a quelli dei Vektor ed un refrain catchy, ma nel complesso la traccia è pesante, opprimente, poco piacevole. Le ultime due composizioni, New Dominion e Master Manipulator ripropongono un po' della tanto desiderata velocità, delineandosi come passaggi molto duri e nervosi, ma classificandosi comunque come non trascendentali.
Paradossalmente, uno dei brani che più si fa piacere è Sane (ovvero uno di quelli più tendenti al metalcore); per il resto, la scaletta è inficiata da un'eccessiva prolissità di certi episodi, oltre che dal fatto che molte volte le tracce danno l'idea di essere claudicanti, spezzettate e poco scorrevoli. Disco difficile da digerire, ma non solo per i puristi del thrash: anche chi si approccia ad esso con una mentalità aperta (e sa dunque apprezzare anche le contaminazioni o le evoluzioni più moderne del metal stesso) troverà pesante la proposta dei cinque svedesi, che hanno ancora molto da lavorare per poter sfornare qualcosa di davvero coinvolgente.
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5
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max non ha tutti i torni |
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4
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quando dò voti troppo bassi a band italiane mi scrivono: ''se fosse stata una band straniera gli avreste dato di più''. Ahahaha non capisco xk la gente si ostini a non capire che la nazionalità non c'entra UN CAZZO |
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2
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se fosse stata una band italiana gli avreste dato minimo 70!! |
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1
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Sono svedesi? mo va là, dai nomi non l'avrei mai detto, comunque provo a sentire qualcosa. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Headgrenade 02. See No Evil 03. Something Violent 04. Follow the Rats 05. Sudden Deaf 06. Walking the Earth 07. Sane 08. Diluted 09. New Dominion 10. Master Manipulator
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Line Up
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Mikkjal G. Hansen (Voce) Ali Nassadjpoor (Chitarra) Jon Hjalmarsson (Chitarra) Kalle Möllerström (Basso) David Larsson (Batteria)
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RECENSIONI |
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