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Ci sono band il cui moniker è sempre un piacere incontrare, sia per ragioni legate alla memoria personale, sia perché i loro dischi hanno segnato alcuni periodi importanti per il settore heavy, restando così nella memoria collettiva. Uno di questi moniker è sicuramente quello dei Saxon. Ad un paio d’anni dall’ultimo album in studio, Call to Arms, il gruppo di Biff Byford & soci torna sulla scena con un nuovo, atteso lavoro intitolato Sacrifice. Prodotto da una vecchia volpe come Andy Sneap, la prima caratteristica fondamentale di Sacrifice è proprio il suo suono: l’album, infatti, ha una resa sonora davvero notevole. Potente, aggressivo, levigato quando serve, con la voce nel giusto risalto e con strumenti sempre ben bilanciati ed in grado di rendere al meglio. A questo proposito va fatta notare la vera delizia rappresentata dall’ascolto del suono della cassa di Nigel Glockler, cupa, definita e pesante senza perdere minimamente in pulizia; bravo Andy.
Dopo una breve intro irrompe immediatamente la title-track, un pezzo quadratissimo, riferibile alla produzione dei Saxon degli ultimi anni, ovvero leggermente meno albionica ed un po’ più teutonica nell’approccio, integrato da un efficace chorus tipico della band; ottimo inizio. Il secondo pezzo, Made in Belfast, è meno potente, ma ugualmente interessante per l’uso di chitarre di chiara ispirazione irlandese inserite su un brano comunque piuttosto deciso, anche perché “pompato” bene in sede di produzione. Autentica mazzata quella rappresentata da Warriors of the Road, heavy/speed d’assalto dedicato alla Formula 1 destinato a fare faville durante le esibizioni dal vivo. Dopo un’intro vagamente “japanese style” è il turno di Guardians of the Tomb, canzone non originalissima, ma ancora piacevole nel suo proporre dell’affidabile e roccioso heavy ed un ritornello dal retrogusto epic piuttosto marcato. A questo punto Sacrifice comincia però a perdere di spinta. Stand Up and Fight appare scontata fin da titolo, mentre Walking the Steel risulta essere un mid-time fin troppo prevedibile. Leggera ripresa qualitativa con la marzialità di Night of the Wolf, molto saxoniana se vogliamo, ma senza eccessive pretese nonostante il break folkeggiante prima dell’assolo di chitarra, troppo breve però per poter risollevare le sorti complessive della canzone. Colpo di coda quasi in chiusura con Wheels of Terror, un altro mid-time forse prevedibile, ma con un riff di base tanto semplice quanto efficace, ancora una volta esaltato dal lavoro di Andy Sneap. Finale affidato a Standing in a Queue, più simile ad un pezzo degli AC/DC che alla cifra stilistica dei Saxon di oggi.
Tirando le somme, sono presenti quattro o cinque grandi canzoni che -è facile prevedere- saranno inserite nella setlist dei concerti per un bel po’ di tempo, tre o quattro pezzi senza infamia e senza lode ed un paio di fillers. Sono poche quattro o cinque canzoni realmente buone per giustificare la spesa necessaria per acquistare Sacrifice? Mettiamola così: dopo tutti questi anni, dopo alcuni album eccellenti, altri sottotono ed un’ultima parte di carriera più che buona che ha permesso loro di recuperare pressoché totalmente dalla perdita di immagine conseguente ad un momento non brillantissimo, ponendosi come punto di riferimento per tutti quelli che vogliono sapere cos’è e da dove viene l’heavy, vale ancora la pena di seguire i Saxon. Sacrifice non è il loro album migliore, in particolare a causa dei fillers segnalati. Credo inoltre che fermarsi a Wheels of Terror avrebbe lasciato nell’ascoltatore un’impressione finale migliore di quella generata dal commiato rappresentato da Standing in a Queue, ma si tratta ancora una volta di un lavoro piacevole ed in grado di regalare momenti di esaltazione heavy. Come una birra tracannata con un vecchio amico: sai già cosa direte e quale marca ordinerete nel vostro solito locale, ma è sempre un piacere berla.
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Non mi aveva colpito molto all'epoca della sua pubblicazione. L'ho rispolverato oggi, è senza dubbio un buon album, l'ennesimo. Un passo indietro rispetto a Call To Arms, che però va detto - sempre secondo me - è il migliore dei Saxon degli ultimi 15 anni. Sacrifice purtroppo si spegne nella seconda metà, però nel complesso si fa ascoltare benissimo, in virtù di una solidità sia del sound che della band e di un Biff sempre in forma. Non serve ricordare che questi qua continuano imperterriti a pubblicare album sempre di buon livello regolarmente ogni 2/3 anni, dando ancora l'esempio a parecchie band che hanno 20 anni di carriera in meno sulle spalle. Come si fa a non amare questa mitica band?!?!? Voto 75 al disco... 20000 (ft) alla band! |
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Buon disco come ormai ci hanno abituato da sempre !! |
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Non sono mai stato un loro fan ma la nuova "Battering Ram" mi ha fatto venire la voglia di riscoprirli e questo "Sacrifice" è il loro disco che di primo acchito sto apprezzando di più dopo "IIME" del lontano 1985 |
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Ennesimo album di buona fattura dei grandiosi e leggendari Saxon. Il livello dei loro dischi è ormai stabile da 25 anni, raramente sbagliano ma anche raramente sorprendono, da super fan della band ammetto che i Saxon non producono un album eccelso da una vita. Questo Sacrifice è l'ennesimo lavoro discreto, piacevole ai primi ascolti e con momenti efficaci alternati ad altri anonimi, perciò confermo il voto della recensione. E' un disco da 7, non di più. Le band da pensione sono altre ma bisogna essere onesti, i Saxon si sono adagiati e non sorprendono più da tantissimi anni. |
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Riascoltato ora 2, 3 e 4 volte, mi sono abbastanza raffreddato - buon album, ma niente di straordinario. Mi associo in toto alla rece di Raven e al voto. N.B.: Nel frattempo ho rivalutato alcuni album post Denim and Leather, che avevo inizialmente un po' snobbato, tipo Power and the Glory, Dogs of War e Unleah the Beast... Evviva! |
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per me i saxon sono una religione e sacrifice e un bell album potente con nigel glockler spettacolare e biff sempre in gran forma! |
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sono i migliori e basta |
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Sicuramente tra i loro album più brutti... |
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Personalmente trovo Sacrifice un buon disco, ben suonato e cantato , ma inferiore al precedente album CTA , comunque avercene di gruppi come i SAXON. |
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Sacrifice occupa già un posto sullo scaffale dei dischi del sottoscritto...pienamente d'accordo con l'analisi di Raven, un vero peccato quei fillers...alzo il voto a 78 |
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Sono ben altri i gruppi ed i musicisti da pensione. |
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Pochi cazzi i Saxon rimangono uno dei migliori gruppi della storia e questo disco ne è la conferma!!!Sono d'accordo con la recensione anche se come voto gli metterei anche un 80 o di piu,metà dei pezzi sono una figata pazzesca purtroppo non tutti sono di altissimo livello ma per me basta e avanza e che dire poi di Biff?All'età di 62 anni ha ancora una voce della madonna!!!!!Altroche pensionamento cazzo!!!!!!! |
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L'ho appena ascoltato per la prima volta e mi è piaciuto molto. Per me è (decisamente) meglio di CtA. Veramente una bella sorpresa. Come dicevo non apprezzavo così un disco dei Saxon da Denim and Leather. Ho trovato dei bei riffoni tirati, delle linee vocali e melodiche ispirate a tratti epiche, solos convincenti, alcune innovazioni atipiche per i Saxon (vedi mandolino nella 3). Bello. A me ha davvero sorpreso positivamente. Confermo il 73 di Raven, che nella mia scala equivale a un 85! Evviva! |
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dopo il primo ascolto devo dire che non mi piace molto il suono delle chiarre, ma mi pare che il disco abbia degli ottimi spunti. il riff di standing in a queue mi è piaciuto molto. il voto lo metterò più avanti , per ora mi limito a dire che mi sembra cmq un album realizzato con la giusta cura |
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Dario, ormai le discussioni si sono sviluppate su certe valutazioni, mi pare sufficiente ammettere certi errori senza cambiare il voto. Jek, infatto ho detto in un commento precedente che CTA è un gradino superiore  |
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L'ho ascooltato più volte e concordo 100% con Raven sia per il voto che per la rcensione, tranne che per il confronto con Call to Arms che trovo decisamente superiore. Penso proprio che sta volta salto il giro. |
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@raven: concordo con te, bisogna concentrarsi sulla valutazione complessiva, comunque ti chiedo: ma non è possibile per il recensore cambiare il voto ? dopo tutto , a volte (e solo "a volte" altrimenti si perde di credibilità ) rivedere il proprio giudizio, come nel tuo caso per BOTN, è dimostrazione di senso critico...a mio avviso . Ciao |
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ok matteo37, volevo essere un pò ironico, sxo mi hai capito!  |
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Scusami, hai perfettamente ragione. Volevo sfottere un po' (-; |
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ho già detto più volte di aver dato probabilmente un voto troppo basso a BOTN, cui oggi assegnerei 3 o 4 voti in più. Al di là di questo però, sarebbe opportuno concentrarsi sullo scritto, Il voto è solo un numero posto in coda allo stesso, talvolta è difficile rendere tutto con due numeri, mentre molti tendono a leggere solo quello. Concentriamoci sulla valutazione completa, non sul voto  |
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Il disco non l'ho ascoltato ancora. Mi piacciono abbastanza i Saxon, li ho apprezzati dal vivo un paio di volte, ma insomma da Denim and Leather non hanno azzeccato un album per me. Lo stesso Call to Arms che mi pare un passo avanti non mi ha detto nulla di ché. Quanto al recensore - che apprezzo molto e prego di non prendersela per il commento - mi chiedo cosa debba essere questo disco dei Saxon per aver preso addirittura un voto in più di Blood of the Nations degli Accept. Le aspettative sono altissime a questo punto, ma dubito che saranno rispettate (-; Evviva! |
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Mi sembra un buon album, più che dignitoso! Ottima la prima parte, poi va un pò calando...ma comunque si merita un 75/80 come voto. Warriors of the Road, micidialeeee!! Sempre grande scuola Heavy, i Saxon. |
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caro xxx non ho tirato in ballo i megadeth e i metallica per il semplice motivo che ritengo endgame e death magnetic due ottmi album mentre thirteen purtroppo no , voglio - diciamo- dargli n'altra possibilità. |
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E te pareva se non venivano tirati in ballo i Maiden, gli Slayer, i Megadeth, stranamente non i metallica e gli altri gruppi storici...per la prima frase però quoto il commento di matteo37! |
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Ragazzi, non mi pare di aver scritto che il disco non mi piace. Ci sono 4 o 5 pezzi che sono eccellenti, ma nel complesso è un po' inferiore agli ultimi. |
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Oldmetalheart61@ ahahahahahahahah! Mitica R4!!! Cmq il disco spacca e mi trovo d'accordo come sempre con tutti quando si dice che i Saxon difficilmente possono essere oggettiodi critiche. Ci mettono il cuore quando scrivono musica e si sente! |
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A me il disco piace,anche se ormai il livello dei Saxon è stabile:i loro dischi non sono mai una delusione,un marchio che è pari ad una garanzia e come ha detto qualcuno prima di me,ce ne fossero di lavori come questo. |
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Suona abbastanza fresco e potente, a me piace, certo i tempi di wheels e di strong arm sono passati, anch'io non ho piu' la R4 e non mi faccio piu' cannoni......il tempo passa... |
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disco piucchebbuono che si attesta sul livello di call to arms e into the labyrinth che mi pare abbiano preso sugli 80. ne facessero di dischi di questa qualità (dopo 30 anni di carriera)gente come iron maiden , judas priest slayer o anthrax. voto80 |
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i Saxon non han mai fatto flop e non credo che inizino proprio ora! |
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Credo che CTA sia un gradino superiore, ma è comunque un buon lavoro, specialmente per chi è legato all'heavy classico. |
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Onestamente mi aspettavo un'uscita a livello do Call To Arms, ma dalla recensione di Metalpedia Raven ho paura di un passo indietro. Ascolterò sul tubo se varrà la pena dell'acquisto. |
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Non ricordavo di questa uscita...lo alternerò sul tubo all'album dei Soilwork in questa uggiosa giornata lavorativa...ps: x fortuna esiste il tubo...che mondo sarebbe senza il tubo!!!! |
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