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29/03/24
500 HORSE POWER + GAIN OVER
BORN TO BE WILD MC PADOVA, VIA GUIDO NATTA 14 - RUBANO (PD)
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( 7010 letture )
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Il sestetto di Stavanger torna alla grande col sequel dell'omonimo album del 2010; quell'opera che si impose sul mercato della musica estrema piacendo indiscutibilmente a tutti: chi ascoltava hardcore, metal, stoner e chi, in qualche modo, era avvezzo alle sonorità più heavy non è potuto rimanere indifferente al primo capolavoro dei Kvelertak. I nostri ci riprovano ancora una volta, con Meir (che significa appunto "ancòra") ed il risultato è coinvolgente ai massimi livelli. La band riesce a coniugare il mondo di qualsiasi "heavy-rocker" in un linguaggio contemporaneo, estremo ma legato profondamente sia alle radici spirituali di questa musica sia a quelle geografiche. C'è spazio davvero per tutti: le chitarre di Vidar, di Maciek e di Bjarte (si, tre chitarristi !) rispolverano con estrema nonchalance Thin Lizzy e AC/DC, ma anche i Baroness, i Black Tusk e i connazionali Turbonegro (e l'influenza dei "fuck-punkers" di Oslo si sentirà lungo tutto l'album) e Animal Alpha. Kjetil si diverte come non mai a infarcire i pezzi con brutali blast-beat e a conferire all'album quell'alone black metal che, in un modo o nell'altro, fa parte del tuo essere se sei un musicista "heavy" norvegese. L'intro Åpenbaring tira subito fuori quel lato rock-heavy miscelato ad una melodica vena hardcore. I blast-beat di Spring fra Livet sono avvolti dagli alti toni e dai tremolo delle sei corde; il groove ritmico e blueseggiante è stato preso in prestito da Party Animals o da Scandinavian Leather. Meravigliosa e avvolgente la produzione di Kurt Ballou e del suo Godcity Studio che, attorno ai Kvelertak, ha saputo rendere il giusto calore all'album evitando quell'omologazione di suono (Converge, Rise and Fall, Trap Them...) che però è anche il trademark dello studio di registrazione. Questo calore è ovviamente enfatizzato dalla scelta degli strumenti, dai diversi andamenti dei brani: meravigliosa Trepan con le sue chitarre acustiche in sottofondo e i suoi fraseggi incredibilmente "rock". Bruane Brenn (singolo dell'album) è una ballata punk, in pieno stile Turbonegro, con la massiccia dose di chitarre acustiche, di un appeal Motörheadiano e CelticFrostiano, e di un arrangiamento da driving-song. Evig Vandrar e Snilepisk sorprendono per la loro violenza ludica (è un piacere immaginare gli stage-diving sulle note epiche di questi brani) e fanno anche ragionare sul fatto che questo Meir riesce a coniugare perfettamente un'ipotetica dimensione live (durante la quale i suoni sono più pompati e più adatti per l'esperienza dal vivo) con la soluzione digitale "da disco". Di quante band si è detto "ma si, il disco suona bene ma sarebbe più adatto sentirlo in sede live...". Ecco, la proposta dei Kvelertak riesce a trascinare l'ascoltatore in ogni dimensione, dalle cuffie alla macchina e questa è sicuramente roba da pochi. Attitudine sempre più "in-your-face" con Månelyst e le sue chitarre ritmiche, mentre Nekrokosmos farà rimembrare, nelle orecchie dei più estremi, echi di Darkthrone, Carpathian Forest e Celtic Frost. Ma la maturità dei Kvelertak esce fuori proprio in queste tracce, dove il songwriting muta in una specie di progressive-post-hardcore dominato dagli effetti chitarristici e dal mutevole magma delle composizioni. Le fattezze thrash di Undertro e quelle più heavy di Tordenbrak crescono e si arricchiscono di cambi di tempo senza stancare minimamente l'ascoltatore (questi ultimi brani superano tutti i sei minuti e mezzo contro i 3 e mezzo di quelli posti in testa all'album); riff hard-rock dividono gli spazi con le urla di Erlend in un mondo improbabile fatto di Stooges, Foo Fighters, Rolling Stones e Black Flag. Magari Kvelertak era più fresco, più sconvolgente e possedeva un songwriting ancora più vario ed eclettico; la produzione è rimasta pressoché invariata, ma una certa componente di acerbezza era inscritta in un divertente mondo fatto di pazzia e violenza. Meir risulta essere sicuramente un work-in-progress per la carriera dei Kvelertak, un percorso che sta mirando verso la pienezza e la corposità del suono, un percorso che deve quasi tutto alla band di Hank von Helvete, mai così influente come in questo caso.
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15
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L'esordio è uno dei migliori album heavy metal usciti in questa decade |
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14
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bravi.manca anche la recensione di nattesferd.altro buon album! |
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13
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Ragazzi ma la recensione dell’esordio? Poteto metterlo tra i rispolverati che tanto è già un classico.. |
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11
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prima volta che li ho visti erano dal vivo, era la band di apertura , mi hanno conquistato erano energici e bravi a cambiare, con un bel senso del Groove, alla fine il collantre era il rock selvaggio e certo metal, per me bravissimi, se non vi convincono andateli a vedere dal vivo son favolosi |
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10
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e questi sarebbero il mega gruppo del rock in roma???mamma mia, una merda incartata, banalissimo disco e gruppo sopravvalutato.. |
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9
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Ottimo disco,per me voto 80,basta l'ultima canzone e relativo video per l'aquisto del cd,si respira aria di metal degli anni'80.....Non capisco come su altri siti,quasi tutti, abbiano distrutto questo disco......Mistero. |
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8
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adoro questa band 80 ci sta |
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7
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@Markus: beh è cmq un buon voto. 85 li darei ad altri album... |
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6
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Ma quanto mi attizza la Norvegia e la sua dolce poesia in note..... |
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5
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La miglior band degli ultimi 3 anni. Sarà il mio disco dell'anno, lo so già. |
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4
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non ho ancora avuto modo di ascoltarlo ma sento aria di discone!! |
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3
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Sottoscrivo tutto. Comprato con enorme entusiasmo, ma come dice il buon moro nonostante la qualità elevate ed il pacchetto nel suo insieme validissimo i Turbonegro ogni tanto sono molto più che citati. |
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2
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il disco piu tamarro ho ascoltato da anni a questa parte... cala solo un verso il finale ma lo ascolto da un mese incessantemente. tamarri quanto basta. e la cover è splendida! |
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1
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recensione e voto sembrano inversamente proporzionali...secondo me un 85 ci sta tutto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Åpenbarig 2. Spring fra Livet 3. Trepan 4. Bruane Brenn 5. Evig Vandrar 6. Snilepisk 7. Månelyst 8. Nekrokosmos 9. Undertro 10. Tordenbrak 11. Kvelertak
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Line Up
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Erlend Hjelvik (voce, synth) Vidar Landa (chitarra) Bjarte Lund Rolland (chitarra) Maciek Ofstad (chitarra, voce) Marvin Nygaard (basso) Kjetil Gjermundrød (batteria)
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