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Aeternus - And The Seventh His Soul Detesteth
( 1715 letture )
Il bello della musica è che non serve sempre inventare qualcosa di nuovo per suscitare emozioni.
Cosa forse scontata, ma è sempre stupefacente come un disco od una canzone fanno breccia nel nostro animo per via di una componente atmosferica o tecnica già ben nota, ma che si diversifica grazie al talento ed alla sensibilità degli autori.

Ed è in questa ottica che si presenta la settima fatica degli Aeternus, band di Bergen dedita ad un particolare incrocio di sonorità death/black metal.

Con il solo Ares rimasto dalla formazione degli inizi, il sound vede una sempre maggiore tendenza verso il death metal, dopo il progressivo abbandono delle chitarre zanzarose degli albori; la componente black però è ancora viva e presente, cosa riscontrabile a livello compositivo ma soprattutto atmosferico.

Infatti è proprio la capacità di plasmare un' aurea profonda, opprimente ed angosciante che riesce ad elevare And The Seventh His Soul Detesteth oltre il classico stereotipo del “già sentito”.
Certo con una formazione così rivoluzionata non sono assenti momenti meno ispirati, ma le qualità del songwriting e il forte alone da incubo permettono al disco di controbilanciare il tutto senza grosse difficoltà.

There Will Be None irrompe immediatamente rivelandosi un buon biglietto di ingresso nel gelido mondo degli Aeternus, seguita a ruota dalla titletrack, maggiormente orientate al death; con Spurcitias e Ruin And Resurrect si torna a respirare black, mentre Hubris diventa uno spartiacque ideale per riprendere fiato e rituffarci nei meandri oscuri del disco.
Ed ecco che da qui alla fine, la band trova una perfetta sincronia ed incastra perfettamente tutte le influenze finora ascoltate, inserendo momenti dove le chitarre pulite sono le uniche protagoniste, rinvigorendo così le successive scariche di distorsione, e fondendosi perfettamente alle glaciali ritmiche che donano al platter quel quid di sfolgorante maleficenza tanto ricercato.
Anche il lavoro in fase di registrazione è molto buono, nonostante un sound conformato al grosso delle uscite del mercato, laddove invece un suono più personale ed improntato sul carattere oscuro del gruppo avrebbe magnificato ancora di più le fredde emozioni partorite.

In definitiva, gli Aeternus si riconfermano ancora una band validissima, che nonostante debba ancora assestarsi per bene, ha già ben chiara la direzione da perseguire, e questa per gli appassionati, non può che essere una buona notizia.



VOTO RECENSORE
77
VOTO LETTORI
77 su 2 voti [ VOTA]
tino84
Lunedì 22 Aprile 2013, 20.53.14
2
@Undercover secondo me non è poi così male, certo hanno da perfezionare dei passaggi, ma nel complesso l'album si lascia ascoltare, contando su buone atmosfere. certo, non è ai livelli degli album del passato, ma buone idee ci sono, e per me fanno ben sperare
Undercover
Sabato 20 Aprile 2013, 14.13.36
1
Decisamente scarso e per tanti motivi, non è sciatto come "HeXaeon" che era brutto da morire, ma perde colpi in quanto è discontinuo, le sezioni acustiche sono inserite alla cazzo, ci sono riff letteralmente rubati ad altre band e i pezzi sono inutilmente lunghi, per me è da 5 in pagella.
INFORMAZIONI
2013
Dark Essence Records
Death / Black
Tracklist
1. There Will Be None
2. ...and the Seventh His Soul Detesteth
3. Spurcitias
4. Ruin and Resurrect
5. The Confusion of Tongues
6. Hubris
7. Reap What You Saw
8. Saligia
9. The Hand That Severs the Bonds of Creation
10. The Spirit of Illumination
Line Up
Ares (Voce, Chitarra, Basso)
Specter (Chitarra)
Phobos (Batteria)
 
RECENSIONI
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