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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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A pochi mesi di distanza dal primo EP (Stories of North) ritornano i Vallorch armati di contratto con la nostrana Moonlight Records e con in mano il loro debutto discografico intitolato Neverfade. La vicinanza delle due uscite mostra da un lato la grande voglia di emergere della band veneta e quindi di guadagnarsi un posto tra i nomi che contano, dall’altro invece questa immediata pubblicazione potrebbe rivelarsi una lama a doppio taglio, dato che tra le due uscite vi è poca differenza e non c’è oggettivamente stato il tempo per la band stessa di compiere un qualche passo in avanti, anche se i Nostri già dimostrano una base qualitativa che fa molto ben sperare per le uscite future.
Come prima cosa notiamo subito l’ottimo lavoro svolto in fase di produzione: gli strumenti sono bilanciati a dovere e sono tutti perfettamente riconoscibili, dunque non risulta esserci nessun problema di collisione tra le varie sonorità, anzi, quelle di derivazione popolare vengono correttamente messe in risalto per l’intera durata del disco. Dal punto di vista lirico l’argomento principale verge attorno alla figura del vichingo, e, più in generale, sono presenti storie e viaggi ricchi di caratteristiche nordico-mitologiche. Il rapporto con i testi è piacevole ed immediato, ponendo così la lettura e l’ascolto in uno stato di complementarità che aiuta l’immedesimazione con le atmosfere e con le ambientazioni dell’album.
Sin dai primi minuti ci si può accorgere di quale sia il principale punto di forza dei Vallorch, ovvero i continui cambi vocali che rendono l’iniziale Voices of North una canzone scorrevole e allo stesso tempo intrigante; in questo caso l’anima folkloristica della band rende alla grande grazie all’utilizzo e all’inserimento di alcuni particolari strumenti. Questi ultimi, specialmente il violino, le cornamuse e i flauti, costituiscono il secondo punto di forza di Neverfade: attorno ad essi vengono infatti costruite tutte le composizioni e, tutto sommato, le trame che compongono l’interno album riescono a variarsi con una certa regolarità. Prendendo per esempio la quinta Endless Hunt notiamo come la gestione delle melodie tradizionali sia assolutamente perfetta, purtroppo in questo caso il brano manca di mordente a causa di una sensazione di monotonia derivante dalla sola presenza della voce di Sara. Lo stesso discorso va fatto anche per il pezzo intitolato Anguana, anche se in questo caso è proprio la voce femminile a mancare ed è presente solamente la coppia vocale formata dal growl e dallo scream di Matteo. In sostanza ritengo che la formazione veneta perda molto nel momento in cui decide di non giocare interamente sul proprio bagaglio canoro, anche se da un lato capisco perfettamente che è giusto osare qualche piccola variazione per evitare di cadere nella ripetitività. Parallelamente al discorso riguardante le voci è possibile parlare anche del fattore “ritmica”: nel caso di canzoni come Fialar e Sylvan Oath le particolarità sonore e le variazioni portate dai cambi di ritmo e stile rendono questi due pezzi veramente ottimi, specialmente Fialar che gode di un comparto di trame di altissimo livello; quando invece l’atmosfera tende a smorzarsi, ovvero ciò che accade in Leave a Whisper, quell’effetto di divertimento e spensieratezza svanisce e il brano finisce per diventare troppo statico e schematizzato, quasi ai limiti del prevedibile. Infine abbiamo Silence Oblivion e The End (entrambe contenute anche nel precedente EP): la prima si lascia ascoltare con piacere grazie al suo carattere maggiormente estremo rispetto al solito; mentre la seconda è forse il brano che più preferisco dei Vallorch, merito soprattutto di una buona dose di varietà e di un ottimo connubio tra il folk più puro (ineccepibile il lavoro di flauti e cornamuse) e il lato più black-oriented del gruppo.
In conclusione all’interno di Neverfade non sono presenti particolari difetti, ma allo stesso modo manca quel qualcosa in grado di innalzare il livello generale di quest’opera. Non dimentichiamo comunque che si tratta del debutto di una band giovanissima che ha ancora molta strada davanti a sé, quindi l’esperienza da acquisire è ancora molta. Per il resto mi piacerebbe che i Vallorch giocassero maggiormente sulla particolarità delle ritmiche (pezzi come Fialar sono veramente belli da sentire) e insistessero su quelle soluzioni che più si legano al metal estremo, infatti ho notato come nei momenti in cui i blast beats salgono in cattedra accompagnati sia dalle trame folkloristiche che dalle diverse voci il risultato sia semplicemente ottimo. Infine mi complimento con la band per il lavoro svolto e consiglierei loro di aspettare più tempo per un’eventuale nuova uscita, in modo tale da poter svolgere un lavoro ancora più maturo, interessante e ricco di idee.
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9
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Imbarazzanti sul disco, mai quanto sono imbarazzanti live. Ragazzi va bene che adesso qualunque cosa sia Folk o similare vi va bene, ma se non alziamo la selezione è la fine. Per favore. Un consiglio a questa band...prima di pagare per suonare, per favore, usate i soldi per lezioni di musica. Scusate il tono polemico, ma sono stufo. |
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8
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Questo disco mi è piaciuto tanto quanto l'EP. Sicuramente da apprezzare...sono da 80 per me. |
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7
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Bravi!Ottime song e dal vivo sono una forza,amalgamare bene tutti quegli strumenti non è facile,sia in fase compositiva che live, anche le composizioni quando hanno la parte estrema bella in evidenza son delle bombe,perchè il lato folk con gli strumenti del caso si completa alla grande.....Ecco,insisterei e terrei le parti estreme belle evidenti.Un pò acerbi in alcune situazioni,ma non dimentichiamoci che sono un gruppo di ragazzini molto giovani.Secondo me,tra qualche anno saranno maturi musicalmente e ci regaleranno delle belle sorprese!Voto 75! |
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6
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Io non sono per niente d'accordo, li ho visti live e per me hanno un energia e una capacità di trasmettere alla gente davvero eccezionale! |
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5
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Dopo averli visti dal vivo ed ascoltati su cd penso che sia una band un poco piatta. Per quanto riguarda la musica, la sufficienza la raggiunge, tuttavia difficilmente potrà andare oltre il limite del 60; questo è solo un mio pensiero personale e chiunque non su prenda a male. - Jonne- |
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4
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scusate, ma i flauti e i vari arrangiamenti stonati vanno di moda? peace and love |
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3
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Io arrivo anche al 72 senza dubbio alcuno ma effettivamente l'impressione purtroppo è quella: l'EP era di qualche misura superiore e personalmente ritengo che era lecito aspettarsi di più vista la qualità media del citato EP. Restano in ogni modo una realtà degna di attenzione. |
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2
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Questa band è una splendida realtà per il folk metal italiano IMO, e questo debut a me è piaciuto assai, sia per il songwriting che per il sound eccellente. Grandi Vallorch, voto 75. |
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1
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La sensazione è quella che il disco sia stato composto in fretta. L'EP era molto meglio. Sono concorde con la recensione, ma avrei abbassato ulteriormente il voto proprio perché durante l'ascolto aleggia quell'aria da promessa non mantenuta che mi irrita alquanto. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Night Fades 2. Voices of North 3. Join the Dance! 4. Fialar 5. Endless Hunt 6. Sylvan Oath 7. Störiele 8. Silence Oblivion 9. Anguana 10. Leave a Whisper 11. The End 12. ...A New Light Rises
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Line Up
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Sara Tacchetto (voce) Matteo Patuelli (chitarra, voce) Marco Munari (chitarra) Demetrio Rampin (cornamusa, fisarmonica, tin e low whistle, percussioni, vibrafono, mandola) Leonardo Dalla Via (basso, voce) Massimo Benetazzo (batteria, percussioni)
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RECENSIONI |
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