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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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Meliah Rage - Kill to Survive
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( 3028 letture )
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È sempre stato difficile inquadrare bene la proposta musicale dei Meliah Rage. Costantemente in bilico tra un thrash metal dettato da una violenza sonora invidiabile ed una forte componente heavy, riferibile specialmente a certi riff della coppia Koury/Nichols, ma anche ai numerosi elementi melodici presenti all’interno delle loro composizioni (soprattutto quelle più recenti), i Nostri sono stati spesso accostati, in ultima istanza, al power metal, visto però nella sua versione US Power Metal, che nulla ha a che vedere con quello “europeo” di band come gli Stratovarius o gli Helloween, per intenderci. Innegabile è il fatto che i Meliah Rage, pur non inventando niente di nuovo, hanno avuto il merito di far uscire album di grande rilievo per la scena metal mondiale. Dischi come il qui presente Kill to Survive hanno significato sicuramente qualcosa di importante e sarebbe ingiusto continuare ad ignorarli. Pubblicato dalla Epic Records (label che li ha seguiti fino a Solitary Solitude, il terzo disco in studio) nel 1988, l’esordio discografico dei cinque di Boston è caratterizzato da un sound potente, graffiante e quadrato, già allora ottimamente prodotto, ed è assai interessante notare come il tutto risulti sempre estremamente realistico, sincero, quasi registrato in presa diretta, nonostante, come detto, il suono sia tutt’altro che amatoriale.
Si parte con la maideniana Beginning of the End, che ci introduce vivacemente alla variegata proposta del combo statunitense. Fin da subito si nota quanto la voce contribuisca alla pesantezza del sound di base, in stretta connessione con la sezione ritmica, robusta ed efficace; veloci assoli e riff graffianti rendono inoltre questo pezzo un incipit tutt’altro che povero di contenuti. Più riuscita si dimostra però la seguente Bates Motel, che ricorda da vicino i Metallica dei primi album, specialmente per il suo incedere marcato e solenne. La strumentale Meliah Rage riesce nello scopo di rendere merito alle capacità dei singoli musicisti, tra progressioni di doppia cassa e virtuosismi chitarristici di vario tipo, capacità che vengono esaltate ancor di più nella grandiosa Deadly Existence, canzone violenta e prettamente improntata al thrash metal, grazie a dei riff graffianti e suonati a velocità sostenuta, quasi claustrofobici nel loro incedere, un drumwork altrettanto (pre)potente ed un cantato arcigno coadiuvato da dei cori riuscitissimi presenti in piccole dosi. Enter the Darkness è invece il momento meno originale dell’album, non negativo nel suo complesso, ma poco significativo ai fini del risultato finale; buono il lavoro del bassista Jesse Johnson, che aiuta a mantenere incollate le varie parti della canzone in assenza delle chitarre, ma un po’ sottotono risulta essere l’esecuzione al microfono di Mike Munro. Ai limiti dello speed metal la seguente Impaling Doom, perentoria e cattiva fino al midollo, con una parte centrale spaccaossa e magistralmente costruita, così come folle si rivela essere la conclusiva The Pack, canzone capace di far impallidire molti “Maestri” del genere ed al cui interno è presente l’assolo di batteria di cui si parlava nel paragrafo iniziale, anche se più che un assolo vero e proprio sembra trattarsi di una dimostrazione di forza da parte di Stuart Dowie: quaranta secondi in cui spazza via definitivamente ogni dubbio sulle sue effettive capacità e sulla sua resistenza dietro le pelli.
Kill to Survive è un album dai molteplici aspetti, ma che non potrà in nessun modo deludere le aspettative di tutti quei fans amanti delle sonorità heavy/thrash o US Power Metal che ancora oggi risultano fresche ed imperniate di una veracità ai limiti dell’immaginabile. Non faranno parlare troppo di sé i Meliah Rage, oggi non sono certo considerati al livello di nomi ben più conosciuti nel panorama mondiale, ma un album come Kill to Survive merita di essere ripreso in mano e ascoltato con la dovuta attenzione. Vi si potrebbe aprire un mondo che non pensavate neppure esistesse.
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5
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Riascoltato appena adesso. Fu un gran bell’esordio, gioiellino a cavallo tra power e thrash, pezzi che funzionano alla grande ancora oggi, come Enter the Darkness, Bates Motel o anche la strumentale. Si supereranno col successivo secondo album, Solitary Solitude (stupendo!), poi purtroppo di rilevante poco o niente, peccato. Giusto il voto della recensione. |
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4
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Comprai il vinile da ragazzino, l'ho sempre trovato un disco molto musicale e scuro di atmosfere. |
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3
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Solo due commenti? Ha ragione Graziano questo nel suo genere e' un classico, minore se si vuole, ai confini power/thrash |
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1
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bConsigliatissimo. Manca la title track per problemi di censura, ma si trova sul mini lp dal vivo Live kill. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Beginning of the End 2. Bates Motel 3. Meliah Rage 4. Deadly Existence 5. Enter the Darkness 6. Impaling Doom 7. The Pack
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Line Up
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Mike Munro (Voce) Jim Koury (Chitarra) Anthony Nichols (Chitarra) Jesse Johnson (Basso) Stuart Dowie (Batteria)
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RECENSIONI |
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