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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Traffic - John Barleycorn Must Die
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( 5758 letture )
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Dopo la breve e proficua esperienza con il supergruppo Blind Faith con il quale produsse nel 1969 l’unico omonimo album, il talentuoso polistrumentista Steve Windwood pensò dapprima alla realizzazione di un album solista in collaborazione con il fido duo Capaldi/Wood per poi decidere, invece, di far resuscitare il vecchio monicker dei Traffic. Una line-up a tre dunque, che non include più l’ormai defenestrato chitarrista Dave Mason con cui Steve non aveva mai avuto un rapporto cordiale a causa di divergenze artistiche. Nel 1970 viene così pubblicato John Barleycorn Must Die, un lavoro che può annoverarsi tra i più significativi realizzati dai Traffic. L’atipicità della proposta musicale, già ampiamente palesata nei precedenti full length, si riverbera anche in questa perla, essendo le composizioni intrise magistralmente di rock, blues, jazz, country, psichedelia, soul e beat. L’ispirata strumentale Glad, scritta dal solo Winwood, ritaglia con classe spazio a tutti gli strumenti, a partire dall’iniziale giocoso pianoforte, e trova la sua apoteosi nella formidabile jam session centrale in cui a dominare è il sax di Wood. L’affascinante ugola di Steve, in stile black quasi a voler imitare il mitico Otis Redding, si erge protagonista nello splendido funkeggiante mid-tempo di Freedon Rider; aperta cupamente dal pianoforte e dal sax su un tema che ricorrerà più volte, la traccia aumenta esponenzialmente d’intensità fino ad un assolo di flauto di rara bellezza. Nella trascinante Empty Page, introdotta dal basso e dall’hammond, sono in evidenza le tastiere e la voce, a dir poco sopraffina, dell’estroso Windwood. Con Stranger To Himself si entra più precipuamente nel blues rock, anche se non mancano sfumature jazz. L’atmosfera country/folk prevale invece nell’incantevole andamento della title-track, con la chitarra acustica sugli scudi nel contesto di una song che costituisce anche il vertice assoluto del platter. Si tratta di un magistrale arrangiamento di una canzone popolare diffusa in Inghilterra e in Scozia sin dal 1600 e di cui esistono numerose versioni: il protagonista è un personaggio immaginario, buffo e beffardo che incarna lo spirito del whisky e dell’alcool, mentre il tema centrale è quello della morte e della resurrezione dello Spirito del Grano. Si tratta di una canzone che avrebbe potuto figurare magnificamente in uno degli album migliori di artisti quali Neil Young, Bob Dylan o Jethro Tull. Il brano è stato anche incluso nella colonna sonora del film Nirvana di Gabriele Salvatores del 1997. A chiudere, infine, troviamo la toccante Every Mother's Son, dall’incedere malinconico a tinte soul/blues, pregno di pathos con prime attrici la chitarra e le tastiere. John Barleycorn Must Die è stato ripubblicato con due bonus track, la breve I Just Want You to Know (intrigante il distorto assolo di chitarra ed il drumming del compianto Capaldi) e la melodica Sittin' Here Thinkin' of My Love (ammaliante il vocalism di Winwood accompagnato dal pianoforte), che dovevano far part del predetto progetto solista.
Adoro i Traffic, li ascolto da sempre in particolare questo disco il cui crossover (volendo utilizzare un termine più moderno) costituisce il marchio di fabbrica di questa fantastica formazione inopinatamente posta in secondo piano rispetto ad altre più conosciute. Il nostro compito è da tempo anche quello di far conoscere, oltre al metal, il sound prodotto nel miglior periodo storico della musica moderna, quello inimitabile degli anni settanta: John Barleycorn Must Die è tra i dischi più rilevanti della storia del rock e ne consegue, pertanto, l’obbligatorietà di possederlo!
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20
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Mi scuso...la memoria non è più quella di una volta. Ho dimenticato Last Exit, che peraltro è una raccolta molto eterogenea, di outtakes e due jam dal vivo poco interessanti. Lo metterei al n. 9 e Far from home al 10 (davvero brutto, non sembrano neanche i Traffic) |
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19
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Bellissimo album dei Traffic, un gruppo che amo molto e di cui possiedo tutto quello che hanno inciso, oltre a qualche bootleg. Alla sua uscita nel 1970 non ho completamente apprezzato John Barleycorn, forse perché troppo legato ai lavori precedenti, più psichedelici. Ma dopo qualche anno e ripetuti ascolti, sono pervenuto alla convinzione che effettivamente è questo il migliore album dei Traffic, oltre che in assoluto un capolavoro dei fantastici anni \'60-70. Voto 100
Classifica personale degli album dei Traffic :
1) John Barleycorn Must Die
2) First (Mr. Fantasy)
3) Welcome to the Canteen (Live)
4) Traffic - Traffic (second album)
5) The Low Spark of High Heeled Boys
6) When the Eagle Flies
7) Shoot Out at the Fantasy Factory
8) On the Road
9) Far fro home |
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18
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capolavoro assoluto....uno dei dischi più belli di sempre
da ascoltare e riascoltare periodicamente voto 100 |
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17
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Lavoro semplicemente sontuoso e perfetto in ogni suo dettaglio. Voto 95 giustissimo. |
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16
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Rob, qual'e' il loro periodo pop? l unico elemento pop e' il soul nelle vocals di Sua Maesta' Winwood, so chi e' Barleycorn, ma non e' un Mr Fantasy. Manca Welcome to the Canteen, il buon rock sta nelle botti buone. Do you remember Jack Daniels? |
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15
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Imperdibile per assaporare i favolosi anni '/0. E' strano che nonostante i numerosi ingredienti citati sia poco conosciuto dal grande pubblico.(solo 15 voti...) E' un LP senza rivali,cioè non paragonabile,vuoi per la voce di Winwood onnipresente ,vuoi per le atmosfere di attesa e sognanti che sa creare. E' un saggio con cui la band dimostra cosa si può realizzare con esperienze diverse,lasciando andare la fantasia e con una sana concorrenza con le altre band di primo piano che si contendevano concerti e botteghini. E' il loro lavoro più significativo,secondo me che li ascolto da a l l o r a ... diciamo. Io voto 94 |
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14
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Devo essere sincero: preferivo il loro periodo pop. Però la tltle track è magnifica |
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13
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Senza alcun dubbio uno dei migliori album della storia del Rock! E nessuno si azzardi a dire il contrario! |
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12
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Bellissim i Traffic. Le Marquis de Fremont@ visto che hai nominato gli Steeleye Span conoscerai i Mellow Candle, acid folk del 1970, bellissimi anche loro. |
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11
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@ ''hm is the law'' |
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10
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@ luci di ferro: prendilo a me piiace tantissimo |
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9
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Ciao ''hm is the law'' ho letto la tua rece.. molto interessante, sui traffic. Da dove compro i cd ha ritirato un album dei traffic ---> Shoot Out At The Fantasy Factory (Island, 1973) che mi dici? lo compro? come? è un capolavoro? ti ringrazio anticipatamente per la tua risposta e gentilezza, grazie!!!! |
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8
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Discone di un gruppone. Da avere e tramandare. |
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@ Le Marquis de Fremont: John Barleycorn è inclusa nel live album dei Jethro Tull A Little Light Music del 1992 |
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6
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album di una bellezza disarmante... |
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5
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Bien sûr, il migliore disco dei Traffic! E la migliore versione in assoluto di John Barleycorn, varie spanne sopra a quelle dei Jethro Tull (che l'hanno fatta ma non mi ricordo in quale album), Steeleye Span e Fairport Convention. Però io avevo letto che si riferiva anche alla fabbricazione della birra e non solo del whisky, come riporta il testo "Well there's beer all in the barrel and brandy in the glass, but little old sir John with his nut-brown bowl proved the strongest man at last. " Album assolutamente da avere. Ho la versione in vinile, poi CD, ora in digitale. Imperdibile! Au revoir e grazie Monsieur Rossi per recensire questi dischi. |
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E' vero!! Grazie!! |
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@ Cocacin: la trasmissione era Per voi giovani |
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Beh...qui si parla un'autentica perla!!! Affascinante equilibrio di suoni, divina la voce di Winwood..Top dell'album: Glad (ricordo che era la sigla di un programma musicale in radio) e John Barleycorn. Ancora una volta mille grazie Fabio |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Glad 2. Freedom Rider 3. Empty Pages 4. Stranger To Himself 5. John Barleycorn 6. Every Mother's Son
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Line Up
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Steve Winwood (Voce, Chitarra, Basso, Percussioni, Tastiere, Organo Hammond, Piano) Jim Capaldi (Batteria, Percussioni, Tamburello, Cori); Chris Wood (Flauto, Sax, Percussioni, Organo Hammond)
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RECENSIONI |
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