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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Today Is The Day - Temple of the Morning Star
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( 4600 letture )
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I wake in cold sweat and there's no one No one who cares This life no life It's killing me I'm slowly dying I can't be what you want me to be I am dead
Con queste poche parole, accompagnate da una chitarra acustica e dalle percussioni, si apre uno dei lavori più pesanti, schizofrenici, oscuri e degenerati della storia della musica pesante; queste parole descrivono più di ogni altre il disco stesso e l'atmosfera che ne ha accompagnato la genesi.
Il 1997 è stato un anno particolarmente duro per Steve Austin, la mente da sempre dietro ai Today Is The Day: la fine sofferta di una tormentata relazione sentimentale, la morte del padre, la chiusura del contratto con l'Amphetamine Reptile Records (etichetta che aveva messo sotto contratto la band subito dopo il primo EP autoprodotto), le difficoltà economiche derivanti dall'apertura della prima versione della Austin Enterprise (lo studio di registrazione dove sarebbero poi transitati nomi come Converge, Lamb Of God ed Unsane) si erano tutte sommate e gravavano sulla psiche di Austin. L'unica cosa che in quel momento lo poteva salvare dai pensieri suicidi che attraversavano la sua mente era la musica: Temple of the Morning Star è la valvola di sfogo di tutta quella sofferenza.
Dopo aver rivoluzionato la line-up reclutando Mike Hyde alla batteria e Christopher Reese al basso ed all'elettronica, Austin si rinchiude nel suo studio provando e riprovando i brani otto ore al giorno per un mese intero, come riporterà Hyde in una intervista. Il risultato è un magma in costante divenire, dissonante, spiazzante ed implacabile: i campionamenti che si susseguono nel corso del lavoro (dal cantante country Waylon Jennings in apertura di The Man Who Loves To Hurt Himself, ai discorsi fra pornostar che introducono Pinnacle, passando per le imprecazioni blasfeme di Satan Is Alive) creano una cornice schizoide e deviata; chitarra e basso formano un tutt'uno cangiante, diventando di volta in volta un muro impenetrabile od una lama di rasoio; l'interpretazione vocale stratificata e filtrata di Steve Austin eleva il tutto ad un ulteriore livello di violenza con il suo screaming ferale e lancinante alternato a sprazzi di paranoica melodia. Temple of the Morning Star è un disco strutturato con vuoti e pieni che si susseguono, sprazzi di calma apparente inseriti come a voler far riprendere l'ascoltatore prima di sferrare un nuovo colpo e farlo ripiombare nei vortici del flusso di coscienza di Steve Austin; non è un lavoro di facile assimilazione, con il crescere degli ascolti rivela particolari mascherati dalla violenza del primo impatto.
I Today Is The Day sono da sempre una band a parte, non facilmente ascrivibile a questa o quella corrente, estranei a qualsivoglia trend musicale, tra i pochi a meritarsi pienamente l'etichetta di band di culto ed a potersi definire come seminali. Il loro contributo è stato fondamentale per l'evoluzione della scena metal e Temple of the Morning Star, un disco tanto opprimente e difficile quanto affascinante, lo ricorda ad ogni ascolto.
Tra parentesi, aggiungo che la riedizione del 2007 voluta dalla Relapse Records, che aveva dato alle stampe anche l'originale, è stata rimasterizzata da Austin stesso e contiene, come hidden track, una bella cover di Sabbath Bloody Sabbath originariamente pubblicata nel 1997 dalla Hydra Head nell'ambito della serie di 7" In These Black Days realizzata come tributo ai Black Sabbath.
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5
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95. Album secondo solamente al devastante Sadness will prevail.. Quel disco è veramente un monumento al malessere. |
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4
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Di loro mi sono sentito solo Sadness wil prevail, molto bello. Vedrò di ascoltare anche questo. |
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3
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Semplicemente li adoro, tutti i loro lavori. Questo album poi è magnifico, nonostante quello a cui mi sento più affezionata resti Sadness Will Prevail. |
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2
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Disco da 93, tra i più belli degli anni '90, a mio parere, un disco lacerante ed incendiario ma con una varietà che non sempre è propria del genere. Spettacolare, poi, la cover di "Sabbath bloody Sabbath" |
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1
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Stone Cold Steve Austin! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Temple of the Morning Star 2. The Man Who Loves to Hurt Himself 3. Blindspot 4. High as the Sky 5. Miracle 6. Kill Yourself 7. Mankind 8. Pinnacle 9. Crutch 10. Root of All Evil 11. Satan Is Alive 12. Rabid Lassie 13. Friend for Life 14. My Life With You 15. I See You 16. Hermaphrodite 17. Temple of the Morning Star
Traccia Nascosta: 18. Sabbath Bloody Sabbath
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Line Up
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Steve Austin (Voce, Chitarra, Samples) Mike Hyde (Batteria, Percussioni) Christopher Reeser (Basso, Elettronica)
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RECENSIONI |
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