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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Punition Babek - The Prisoner Within
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( 2319 letture )
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Personalità. Una parola che significa tutto e niente al tempo stesso. Quando si parla di generi datati e celebrati come thrash, death o heavy metal classico si naviga sempre a vista tra contraddizioni di ogni sorta: se una band propone qualcosa di eccessivamente innovativo passa per sacrilega, se invece ripropone la ricetta tradizionale in maniera certosina viene bollata come stantia e priva di originalità. La personalità sta proprio nella capacità di partire da un ceppo comune per poi sviluppare un suono proprio: i toscani Punition Babek ci riescono, perché pur attingendo dalle classiche fibrillazioni thrash metal non scimmiottano nessuno, e non sembrano la fotocopia sbiadita di alcuna formazione storica. Il loro è un thrash d'impatto, ben prodotto e con contorni moderni: con questo termine vogliamo indicare la presenza di riff molto melodici e linee vocali altrettanto accattivanti (ma non certo radiofoniche, sia chiaro), che ben si intessono nelle trame a rincorsa tipiche del genere, svecchiandole e dando loro ulteriore dinamismo.
Possiamo inquadrare lo stile dell'act di Firenze, sorto nel 2008, come un heavy/thrash dalle diverse sfaccettature, capace di passare da episodi incalzanti ad altri mid-tempo, i quali conferiscono parecchia varietà e stratificazione al loro esordio The Prisoner Within; bravi sia come compositori che come esecutori, i Nostri danno il meglio di sè nelle canzoni più tirate, come si intuisce benissimo con l'opener Black Vein (uno tra i passaggi migliori del lotto): il martellamento ritmico scandito dal consueto tupa-tupa è assolutamente godereccio, esaltato da suoni compatti e asciutti. Proprio l'assalto combinato riff/assolo posto ad incipit del pezzo ci fa subito intuire che la band italiana non si limita a composizioni scarne, ma ha competenza e familiarità coi propri strumenti: ecco dunque potenti rallentamenti incastrati nelle fiondate più eccitanti, come possibile udire nella tesissima The Fist, altra corsa appagante e da headbanging. Va detto che anche i pezzi più urgenti e aggressivi mostrano sovente sprazzi di melodia, tanto nelle vocals quanto negli arrangiamenti (Twilight); difficilmente si corre dall'inizio alla fine dei pezzi: l'ignoranza e la foga fini a sè stesse sono bandite, e brani come Murena risultano convincenti anche nella loro alternanza di sezioni up e mid-tempos. Le due chitarre lavorano egregiamente, e l'effetto sincronizzato che se ne ricava conferisce sicuramente profondità alle composizioni; la coppia Gianfriddo/Pollio mostra un grande gusto per i riff, componendone di belli ed incisivi: una peculiarità fondamentale, ma che troppe band-clone sembrano tralasciare. Anche le linee vocali sono efficaci e coinvolgenti, ed il fatto che l'album sia confezionato con una produzione nitida e al passo coi tempi rende le canzoni ancora più invitanti. Certo, a metà disco il canovaccio base (con le sopracitate oscillazioni tra parti serrate, inserti melodici e sezioni cadenzate) inizia vagamente a suonare ripetitivo, e in alcuni passaggi l'ispirazione sembra scemare (Scapegoat, Bleeding Chains), ma nel complesso l'ascolto non annoia e le composizioni conclusive risultano in ogni caso gradevoli.
Le composizioni meno thrashy si fanno piacere grazie a degli ottimi guitar-solos, fluidi ed avvolgenti (No Salvation), anche quando nel complesso la canzone non sembra irresistibile (Jail Of Fire); l'approccio melodico della chitarra solista è di gran lunga soddisfacente, ma del resto pezzi come Sin Of Cain mostrano scale e armonie di influenza quasi maideniana. Qua e là compare anche qualche sfaccettatura epica, mescolata a rocciosi breakdown (Prisoner Within): il buon gusto resta una costante, e la personalità di cui si diceva all'inizio emerge proprio in questo. È un gran merito suonare qualcosa di proprio al giorno d'oggi, ed i Punition Babek lo fanno con uno stile fresco, vivace, quadrato, forse senza pretese clamorose ma sicuramente ben fatto.
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Beh, che dire... grazie per la bella recensione!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Intro 2. Black Vein 3. Jail of Fire 4. (No) Salvation 5. The Fist 6. Twilight 7. Scapegoat 8. Prisoner Within 9. Sin of Cain 10. Bleeding Chains 11. Murena 12. Outro
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Line Up
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Giovanni "Inox" Casulli (Voce) Marco "Frozen" Gianfriddo (Chitarra, Cori) Stefano "Roccio" Pollio (Chitarra) Alessandro "Alex" Fantini (Basso, Cori) Roberto "Bob" Chimentelli (Batteria)
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