|
19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
|
|
|
( 3487 letture )
|
Antico motto napoletano/vichingo: Dicette 'o pappece vicin' 'a noce: damme 'o tiemp' ca te spertoso. C’era una volta, tanti anni orsono, una terra prodromica di tante novità musicali: la Svezia. Le cronache narrano che, in principio, lungo criniti tendenzialmente biondi, erranti tra seminterrati e sale prova ricamate di contenitori di uova sataniche, cercassero disperatamente un sound che fosse sì estremo, ma distinguibile da quel che si proponeva negli Stati Uniti. In quegli stessi momenti, nella terra della più grande Confederazione tuttora esistente, il death metal diventava sempre più l’icona di un certo modo di concepire la musica. Nel vecchio continente, invece, ci si divideva tra coloro i quali cominciavano ad importare quelle note ed altri che, al contrario, volevano idearne di proprie. Fu così che nacquero realtà ancora oggi viste come riferimento, tra le quali è doveroso citare Grave, Dismember ed Entombed. Non tutti però ebbero la fortuna e le capacità per emergere tra quel mucchio di vichinghi musicanti ed agli Entrails non fu riservato un destino benevolo. Tuttavia il leader, al secolo Jon Lundqvist, pervicace più di una dermatite sotto il sole africano, non si arrese e, dopo aver rimesso in piedi il gruppo, cominciò a sfornare materiale, come nemmeno Stakanov in miniera. Dal 2009 gli Entrails hanno prodotto due demo e tre full length, l’ultimo dei quali, niente di meno che con Metal Blade Records. Veniamo ad oggi. Non appena si avvia l’ascolto di Raging Death, la sensazione è quella di essere proiettati negli anni ’90. Non c’è nota o suono che non richiami quel modo di concepire il death metal, nemmeno l’iconografia di cui i nostri impregnano l’album ne è esente. Il disco parte bene e procede meglio, forte anche di una registrazione che, per quanto derivativa come l’intero lavoro, pare al passo coi tempi. L’album si suddivide tra canzoni in cui si privilegia l’impeto sorretto dalle classiche ritmiche “tu-pa tu-pa” a tracce in cui sono i mid tempo a dettare le linee. Nel primo caso, come nel secondo, i quattro non cedono alla tentazione di strafare ed infatti, tanto quando accelerano (In Pieces, Carved To The Bone), così come quando rallentano (Death League), non trasmettono mai la sensazione di voler scadere in altro. Semmai, i nostri svedesi si occupano di regalare parentesi atmosferiche (Descend To The Beyond), utili ad alleggerire il climax prima della successiva rincorsa. Il disco, nel complesso, risulta curato, sia dal punto di vista tecnico (tenendo bene a mente che il genere proposto non ha nel tecnicismo la propria finalità), che per quanto attiene la produzione (Dan Swano non sbaglia mai). Formalmente non si presentano difetti, se non per la durata eccessiva di alcune tracce ed ognuno dei nostri non mostra il fianco a critiche troppo severe. Menzione particolare la meritano Joakim Svensson, per il growl dannatamente efficace, e Adde Mistroulis, per la capacità di regalare spunti interessanti pur dovendo sorreggere ritmiche a volte ripetitive. Il rovescio della medaglia è che Raging Death non troverà tanti estimatori oltre quelli che inseguono un certo sound da anni, perché, anche se l’album è ben fatto, l’essere dichiaratamente derivativo lo identifica automaticamente quale settario. Fatto sta che tutti coloro i quali adorano lo Swedish death old school dovrebbero far propria questa uscita, scapocciando intensamente e fregandosene se ora il genere non è più sulla cresta dell’onda. Un po’ come hanno fatto gli Entrails, che, a forza di insistere, sono riusciti ad avere un contratto degno del loro impegno. Del resto ci vuole tempo e molta caparbia, ma alla fine anche un minuscolo insetto riesce a bucare una noce.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
9
|
sono d'accordo col recensore anche se gli ho dato qualche punto in più. ottima band che non propone nulla di nuovo ma si sente che ci mettono del loro, ottimi suoni e giusto equilibrio tra sfuriate veloci e momenti più lenti e pieni di groove, secondo me una delle migliori band di death svedese vecchia scuola al di fuori dei soliti pilastri che hanno dato il via alla scena negli anni novanta |
|
|
|
|
|
|
8
|
Questa recensione mi è piaciuta molto, bravo e grazie. |
|
|
|
|
|
|
7
|
una band tenace che lavorando sodo ha ottenuto un contratto con un' etichetta discografica degna del loro talento! Raging death è inferiore ai due album precedenti, ma merita almeno un 70. |
|
|
|
|
|
|
6
|
e' un po di tempo che mi ripeto di dover prendere il secondo...ora è uscito pure il terzo....cmq mi piacciono proprio per la loro ortodossia musicale.... |
|
|
|
|
|
|
5
|
è lo so diciamo che "purtroppo" è pur sempre un disco uscito nel 2013 e hanno dietro la metal blade che è una signora casa. non mi sorprendo che abbia una produzione molto nitida ma comunque la roba che c'è dentro è buona e vale la pena prenderlo secondo me. |
|
|
|
|
|
|
4
|
@Alessio, l'ho ascoltato in rete, mi sembra suonato bene, però sbaglio o ha una produzione molto nitida? La batteria soprattutto, preferisco suoni più sporchi. |
|
|
|
|
|
|
3
|
questo l'ho comprato, classico Death svedese. nessuna sorpresa solo ciò che ci si aspetta , classico Death vecchio tipo, e in questo caso è quello che cercavo io. buono. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Anche a me piacciono molto,ottima death swedish metal band,old style,con una montagna di attitudine cosa che oggi e molto latente nelle band,a mio avviso questo disco meriterebbe un 75! |
|
|
|
|
|
|
1
|
I primi 2 mi piacciono un sacco, credo che anche questo non scherzi.... |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. In Pieces 2. Carved to the Bone 3. Bloodhammer 4. Headless Dawn 5. Cadaverous Stench 6. Descend to the Beyond 7. Death League 8. Chained and Dragged 9. Defleshed 10. The Cemetery Horrors
|
|
Line Up
|
Joakim Svensson (Voce, Basso) Jimmy Lundqvist (Chitarra) Mathias Nilsson (Chitarra) Adde Mitroulis (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|