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21/03/24
KRASUE + ANTARES + WAH ‘77
FREAKOUT CLUB, VIA EMILIO ZAGO 7C - BOLOGNA
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( 2234 letture )
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Ripristinato l’originario moniker (con il quale erano già stati pubblicati quattro dischi tra il 2000 ed il 2006) ed accantonato quello successivo di Metalforce, i tedeschi Majesty danno alla luce un disco piacevole e affidabile come Thunder Rider, tradizionale e coriaceo manifesto di metal classico, glorioso e debitore in tutto e per tutto del Manowar-sound. Epico ed accorato, il nuovo lavoro presenta ancora una volta validi ed evocativi chorus melodici, dai tratti sognanti, ma effettivamente permeati del retrogusto di già sentito: il platter suona come il sequel di Metalforce, ne riprende le linee guida e presenta una serie di canzoni in tutto e per tutto omogenee con quelle pubblicate nel 2009 sotto differente nome, destinate ai più immarcescibili defender.
Tante sono le citazioni alla formazione di Joey DeMaio, al di là delle odi all’Acciaio presenti nelle liriche: passaggi narrati, riff ed assoli semplici ma potenti e azzeccati, prevalenza di mid-time evocativi e sparute intromissioni di alcuni episodi più speed e tambureggianti. Quando spingono a tavoletta sull’acceleratore con serrate ritmiche power-oriented alla Wheels of Fire, i cinque tedeschi ricordano anche i primissimi Hammerfall: ciò accade con pezzi come la potente galoppata in doppia cassa Warlords of the Sea (dotata di refrain molto pomposi), la bonus track Young and Free o l’eccellente Metalliator, il brano migliore del lotto col suo riffing affilato, le vocals catchy e l’esaltante ritmica rapida. Come è ovvio che sia, il disco è zeppo di momenti altamente evocativi, con le chitarre che staccano e lasciano spazio a soffusi passaggi eseguiti al piano; va detto che anche i pezzi più interessanti suonano lineari e prevedibili, ma del resto è il genere stesso a non prestarsi a sperimentalismi di sorta, quasi per antonomasia. Gli assoli di chitarra sono sempre piacevoli ed esaltanti anche se non certo epocali; Tristan Visser si pronuncia in solismi molto intensi ed emotivi senza necessità di ricorrere al virtuosismo ed il feeling che viene trasmesso è certamente elogiabile. Riff rocciosi e relativamente semplici vengono snocciolati pezzo dopo pezzo, con risultati tutto sommato appaganti; anche la prova del singer Tarek Maghary è appassionante e profonda, soprattutto lontana dagli eccessi o da pacchianate di sorta. Come si diceva in precedenza, la tracklist poggia prevalentemente su mid-tempo anthemici (Anthem of Glory), sacrali (Raise the Beast, marziale nel riffato e solenne nell’incedere), talvolta assai emozionanti (è il caso di New Era, tenebrosa e dotata di vibranti assalti di doppia cassa, nonché arricchita da un ritornello eroico) e, nel complesso, sempre discreti (Rebellion of Steel, Metal Union col suo trepidante refrain corale); i due pezzi d’apertura sono alcuni dei momenti migliori del full length, che si rivela dunque discreto e privo di sorprese, nel bene e nel male: la band possiede uno stile riconoscibile e definito, diretto ad un pubblico con le idee molto chiare, il quale sa benissimo in cosa andrà ad imbattersi esplorando i solchi più reconditi del platter.
Chi apprezza le sonorità più “tamarre” del true metal, quello solido ed orgoglioso, può acquistare il disco a scatola chiusa; questo nonostante la presenza di qualche episodio meno incisivo (la quasi rockeggiante Make Some Noise), che non intacca la resa di un dischetto senza troppe pretese ma destinato a fare la sua bella figura. Non manca nemmeno il lentone di turno (Asteria, alla lunga un po’ noiosa), che poco aggiunge ad un lavoro ascoltabile, gradevole, ma dal quale non bisogna certo pretendere freschezza o originalità; anzi, la certezza granitica trasudata da queste sviolinate metalliche è proprio il punto di forza di Thunder Rider: non c’è pericolo di sbagliarsi, chi non ama spade e destrieri girerà al largo, mentre i novelli adoratori di Odino potrebbero trovare pane per i loro denti.
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7
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Carino. Lo ascolti massimo due volte e poi te ne scordi. |
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6
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la rece è perfetta, io alzo il punteggio a 80 per la simpatia di Tarek e del gruppo!Hail to Majesty! |
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5
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orecchiabili e leggeri,un pò power un pò epic, molto tedeschi, nel complesso simpatici e dignitosi |
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4
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È una mia impressione o il secondo ragazzo da sinistra nella foto in alto è la versione giovane di Demaio? Ad ogni modo visti i commenti devo assolutamente ascoltare. |
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3
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sinceramente se un gruppo è originale o no non me ne frega assolutissimamente nulla (oltre al fatto che ci si lamenta e se sono originali e se son derivativi) cmq in ogni caso non saranno dei geni dell'heavy metal ma sono un gruppo più che dignitoso con una dignitosa carriera alle spalle...che ci mettono passione e svariate canzoni di discreto livello... |
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2
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non facevano prima a fare la cover band dei manowar??? |
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1
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Ho visto il video di Thunder Rider e devo dire che ci sono delle melodie mai udite al mondo...stò ancora ridendo ,però gli darei la sufficienza perchè ci credono. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Thunder Rider 2. Warlords of the Sea 3. Anthem of Glory 4. Make Some Noise 5. Metalliator 6. Raise the Beast 7. New Era 8. Asteria 9. Young and Free 10. Rebellion of Steel 11. Metal Union
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Line Up
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Tarek “MS” Maghary (Voce) Björn Daigger (Chitarra ritmica) Tristan Visser (Chitarra solista) Alex Palma (Basso) Jan Raddatz (Batteria)
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RECENSIONI |
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