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E-Musikgruppe Lux Hor - Kometenbahn
( 1811 letture )
Un avamposto tedesco in terra finnica. Un epigone della grande stagione elettronica esplosa nella Germania dell’Ovest durante il periodo che s’estende tra gli anni Settanta ed il decennio successivo, un arco temporale dominato dalle figure carismatiche di Klaus Schulze, dei Kraftwerk, in grado di sfondare anche negli Stati Uniti con una versione radiofonica ridotta a soli tre minuti di Autobahn (ironicamente, il gruppo seppe di aver raggiunto la vetta della classifica proprio mentre guidava lungo un’infinita autostrada californiana), la monumentale composizione presente sull’omonimo album, degli Ash-Ra Temple, dalla scuola di Berlino.
Sono queste le primeimpressioni che suscita il debutto del quartetto finlandese degli E-Musikgruppe Lux Ohr, seguite dalla consapevolezza dell’intelligente riproposizione di stilemi oramai definibili storici da parte dei musicisti dalla terra dei laghi, pienamente padroni sia del lato tecnico-pratico, in quanto nel genere di appartenenza nulla si può ottenere se si è scevri da doti di programmatore ovvero di una visione chiara di che compito debbano svolgere le macchine e di come lo stesso debba essere portato a compimento (filtri da applicare al suono del sintetizzatore, livello di delay, stesura del “tappeto” di accordi dal sustain infinito) sia delle necessarie capacità critiche durante le sessioni di songwriting, atte a scongiurare un’espansione pletorica della componente ambient a discapito delle strutture convenzionali (nel caso: linee melodiche impersonate dal magnifico sibilo classicheggiante dell’ebow, il celebre archetto elettronico, “must-have” negli ambienti post-rock e sperimentali, giri di drum machine, contrappunti offerti dall'arpeggiatore del synth), portando ad una fuga maldestra dal giusto mezzo, il segreto alle spalle del successo di numerosi innovatori teutonici, sottilmente abili a gestire i movimenti in cui l’annullamento delle tradizionali progressioni raggiungeva lo zenit, contrapposti ,senza dar linfa a contrasti struggenti interni al pezzo, alle proposizioni del tema principale, il leit-motiv direttamente influenzato da Richard Wagner, autentica caratteristica della scena germanica (e faro delle fughe strumentali nel presente Kometenbahn, legato sentimentale a quel paradigma fin dai titoli vergati nella lingua di Goethe).
E’ ora fondamentale chiarire l’orizzonte, data la premessa: gli E-Musikgruppe Lux Ohr derivano ma non copiano assolutamente, quantunque l’appassionato delle circolari trame chitarristiche durante i live dei Tangerine Dream (Encore Live in The US su tutti, oppure cambiando spettacolo, l’ipnotica successione di accordi presente su Hallogallo, dal debutto dei Neu!, sulla quale la closer Sonnenaufgang sembra ricalcata) abbia, almeno per determinati tratti, la sensazione di aver posizionato su lettore una collaborazione tra il terzetto di Berlino e qualche misconosciuto emergente, talmente innamorato dei propri idoli da registrare un’ode romantica sfiorata dalla spettro del manierismo. Tuttavia quest’ultima immagine è mitigata dalla peculiarità delle release: partendo dal gilmouriano assolo sul primo pezzo completo (l’opener, infatti, è una classica introduzione alla narrazione musicale, un’ouverture in cui, come nei migliori trailer cinematografici, i tratti essenziali a destare la curiosità sono delicatamente accennati), ricco di vibrati atmosferici, trilli, rapidi intrecci tra pulsazioni elettroniche e bending, non così distante, mantenendo vivo il paragone con il titolare della sei corde dei Pink Floyd, dalla grammatica impiegata dall’inglese sia in Marooned che, assieme al leggendario gruppo inglese, nel live a Pompei, durante l’esecuzione della monumentale Echoes, all’epica odissea spaziale Durch Den Kosmischen Dunst. In questa traccia traspare l’eredità di Irrlicht, soprattutto nell’elezione a protagonisti di classicheggianti strumenti digitali, quasi a voler lanciare un ponte con la potenza espressiva delle note evocate dal sintetizzatore in Thor, uscito nel 2007 come side B dell’LP Kontinuum, ancora ad opera del Klaus più celebre nella scena elettronica, dalla quale si distacca, spalancando prima un panorama di pura contemplazione celeste (fan del miglior Midnight Odyssey, il materiale potrebbe interessarvi!), ed, in chiusura, esponendo una reinterpretazione delle melodie dei Summoning in chiave galattica, supportate dai cori angelici posizionati sullo sfondo. I finnici conquistano l’ascoltatore regalando un Bifrost su fondamenta ad 88 tasti per il Valhalla dell’introspezione e del viaggio onirico, seppur intrapreso in stato di veglia, risultato impossibile se, dietro ai quaranta minuti di Kometenbahn, ci fosse solo ed unicamente uno studio leopardiano della storia della cultura della Germania da Stockhausen ai Faust, non portando sul tavolo della critica un’elaborazione personale, discriminante basilare per poter essere nella condizione di distinguere chi dipinge attraverso il proprio pennello e chi, invece, vede il mondo con gli occhi di un altro, copiando pedissequamente.
Concludendo, gli E-Musikgruppe Lux Ohr non sono la classica formazione adatta al grande pubblico. Malgrado l’intensa attività live, antecedente alla pubblicazione dell’album, il krautrock resta un sottogenere di nicchia, prevalentemente dipendente dalla connessione tra situazione politico-sociale (si veda, per approfondimenti il caposaldo Krautrock Sampler del polivalente musicologo inglese Julian Cope, edito nel 1995, arricchito dalle recensioni meditate di alcuni capolavori del periodo) e decisamente rivolto ad un pubblico con una formazione artistica incline ad accettare lunghe suite, sovente prive di un’architettura, eccezion fatta per il regolare ritorno del cuore della composizione, seppur, in contrasto con quanto appena affermato, le caratteristica ariosità delle creazioni ben si sposa in una situazione intima, ad esempio un teatro, in grado di avvicinare pubblico ed esecutori, uniti nello stesso periplo astrale.
La qualità oggettiva, comunque, non è oggetto di discussione, assolutamente: la preparazione tecnica risalta nell’impiego sicuri dei nuovi mezzi forniti dallo sviluppo moderno, nella scrittura, nel tempismo nello spezzare improvvisi orizzonti d’attesa, il talento, allo stesso modo, travolge ogni preconcetto o pregiudizio come una tempesta solare annichilirebbe le nostre linee di telecomunicazione, concedendo a Kometenbahn, di issarsi ben oltre la mera sufficienza.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
75 su 1 voti [ VOTA]
Jimi The Ghost
Lunedì 8 Luglio 2013, 23.40.27
1
Condivido molto la tua recensione. L'idea di creare un momento ambient music intesa da BE tra "Serialismo", (altezza, durata, intensità, timbro), "Minimalismo", "Pandiotonismo" e mera "Elettronica" secondo l'idea di concretezza del "Groupe de Recherches de Musiques Concrète" svanisce lentamente. Loro ci provano, con qualche picco di degno innovativo ascolto. Interessanti, ma nulla di più. Un caro saluto Jacopo!. Jimi TG
INFORMAZIONI
2013
Svart Records
Ambient/Elettronica
Tracklist
1. Prolog Im Himmel
2. Nachtgeist
3. Durch Den Kosmischen Dunst
4. Sonnewind
5. Mythos
6. Sonneaufgang
Line Up
Kimi Karki (chitarra, ebow, effetti)
Pertti Gronholm (sintetizzatore, drum machine, sample)
Jaako Penttinen (sintetizzatore, sample)
Ismo Virta (chitarra, memotron)
 
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