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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Beyond Description - An Elegy For Depletion
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( 1838 letture )
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A molti il moniker Beyond Description dirà ben poco: eppure la band giapponese è attiva fin dal remoto 1988, anche se ha dovuto attendere fino al 1992 per rilasciare il suo primo EP (More Power to Your Elbow) e addirittura fino al 2002 per il debutto vero e proprio (Acts of Sheer Madness); inizialmente fautori di un hardcore punk, questi metallers dagli occhi a mandorla hanno poi sterzato su un crossover tra metal e punk, giungendo col qui presente An Elegy for Depletion al quarto studio-album della loro carriera, benedetto dalla Punishment 18 Records.
L'ensemble nipponico propone un thrash dedito alla vecchia scuola e contraddistinto da una forte accentuazione hardcore, irruente e concitato; le strutture sono molto lineari e prive di orpelli, essenziali nella forma e dotate di un rifferrama discretamente adrenalinico ma alla lunga ripetitivo, dallo stile semplice e spartano come una poesia di Kobayashi Issa. Si cerca di tenere alta l'attenzione con continui stop'n'go, ma non sempre cogliendo nel segno: la velocità resta immutata ed elevata in ogni pezzo, tendendo ad omogeneizzarne il profilo e smussarne le differenze basilari. Ritmiche martellanti ma statiche e ripetute pedissequamente senza alcuna variazione si amalgamano al vocalism diHideyuki Okahara, che risulta altrettanto piatto e monocorde nonostante un vago tentativo di emulazione nei confronti del ringhio di James Hetfield; va detto, a favore del singer, che la sua timbrica e la pronuncia dell'inglese sono più che validi, considerando anche la cronica fatica riscontrata dai vocalist nippnici nel cimentarsi con gli idiomi occidentali. Foga e rabbia non vengono mai meno, ma non basta un tupa-tupa ripetuto fino alla nausea per fare un grande disco: i Nostri vanno subito al dunque, senza variazioni di sorta, ma esauriscono praticamente tutto il loro discorso musicale dopo un paio di brani appena, sfoderando una serie di serrate ritmiche sfibranti ma standardizzate sotto un canovaccio granitico, e peraltro prive di inflessioni particolareggianti in concomitanza dei refrain vocali (difficilmente elettrizzanti). Gli sbadigli iniziano a comparire già all'altezza di Bridge, quarta traccia del lotto: la testardaggine con cui ci viene propinato il medesimo sproloquio thrashy è addirittura irritante, nonchè privo di momenti significativi. Un peccato, se si pensa che l'opener Absurd era sembrata una bella sberla coinvolgente, diretta e veloce; il resto della tracklist si rivela incancrenito su se stesso, senza nessuna canzone che si eleva dalla media e con una varietà prossima allo zero. A fatica si riesce ad ascoltare il platter tutto d'un fiato senza subire il fascino dello skip, e ad aggravare il tutto c'è il fatto che -probabilmente- questo non è certo un difetto di inesperienza bensì una scelta voluta e ponderata, figlia proprio di quelle radici hardcore di cui sopra: un difetto di forma che è un dogma quasi necessario per il genere adottato.
Per carità, De gustibus non disputandum est, però c'è un limite a tutto: An Elegy for Depletion rischia di apparire claudicante anche alle orecchie di chi ritiene che il thrash debba essere scarno e monodimensionale, a sostegno di una presunta integrità ideologica. Di certo non bastano i ritmi leggermente più violenti di Individuality o la carica più energica della pur canonica Purpose a cambiare il giudizio sull full length, che pecca pure in fase solista (nessun assolo incisivo ad incendiare i padiglioni auricolari, purtroppo): con mestiere i Nostri si ritagliano una risicata sufficienza, sfoderando a sprazzi un groove discreto (Fossilize) e confezionando un prodotto comunque privo di sbavature nella produzione e nell'esecuzione. La portata, però, non è molto ghiotta: pertanto, meglio virare in altre direzioni.
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3
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A me il disco è piaciuto forse perché sono un amante sfegatato delle velocità folli in musica. Obiettivamente i difetti segnalati dalla recensione ci sono, ma l'ascolto è comunque gradevole , un 70 se lo meritano sti Giapu. |
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2
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Avevo aperto un topic su di loro, per me erano un buon gruppo, ottimo "A road to a brilliant future", altri vecchi per me sono validi e spaccaculi, peccato però che il cantante continui con quegli "yeah" alla Hetfield che mi danno sui nervi, di sicuro non lo compro..... |
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1
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a loro li conosco però questo ancora lo devo sentire , sinceramente ultimamente mi ero dimenticato di loro. devo dire che l'essere variegati non è il loro forte effettivamente, vabè sento e poi commento il disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Absurd 02. Fossilize 03. Potential 04. Bridge 05. Arbitrage 06. Provocation 07. Shut 08. Individuality 09. Purpose 10. Drip 11. Depletion
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Line Up
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Hideyuki Okahara (Voce) Yasunari Honda (Chitarra) Yusuke Adachi (Basso) Hiroshi Yoshioka (Batteria)
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RECENSIONI |
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