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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Korn - Take a Look in the Mirror
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( 9139 letture )
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Take a Look in the Mirror è il sesto album all’interno della discografia dei Korn e arriva dopo una serie di uscite di altissimo livello, che hanno segnato in positivo la prima metà della carriera della band di Bakersfield. È innegabile che da lì in avanti la storia non sarebbe stata più la stessa: l’abbandono di Brian “Head” Welch nel 2005, che ad un percorso musicale di rilievo coi Korn ha preferito seguire la via del Signore, lasciando di stucco praticamente chiunque e la sfilza di album meno ispirati dei precedenti (See You on the Other Side del 2005, Untitled del 2007 e Korn III - Remember Who You Are del 2010, mentre per l’ultimo The Path of Totality il discorso è diverso). Va però precisato che gli album sopracitati hanno ottenuto lo stesso molti consensi, tra riconoscimenti ufficiali come dischi d’oro e di platino e apprezzamenti sinceri ottenuti da una gran parte di fan, ma non possono comunque essere considerati ai livelli di Korn o di Life Is Peachy (per citare soltanto i primi due) e rientrano di fatto in un periodo molto travagliato per la band statunitense. Oltre all’abbandono di Head, anche il batterista David Silveria nel 2006 ha infatti voluto separarsi dalla band e ciò ha comportato un’ulteriore e significativa perdita, colmata soltanto con l’arrivo di Ray Luzier l’anno seguente e sentito all’opera per la prima volta nell’album del 2010. Tornando al periodo preso in esame, Take a Look in the Mirror si presenta come un album più duro e pesante dei precedenti, caratterizzato da un sound che fa dell’impatto sonoro il suo punto di forza e che tende a rendere più compatte e unite tra loro le singole canzoni. Non mancano ovviamente elementi esterni al metal, che da sempre rappresentano la vera essenza della band; prima fra tutti, in questo caso, la collaborazione col rapper Nas nella canzone Play Me. Take a Look in the Mirror è un disco che punta dritto al sodo, ma allo stesso tempo diverte come solo i Korn riescono a fare e convince come solo questa specifica formazione sapeva fare, senza mezzi termini.
La partenza è col botto: Right Now e Break Some Off sono infatti due tra i pezzi più duri qui presenti; le distorsioni la fanno da padrone, con il basso di Fieldy in rilievo più che mai, ritmiche potenti e un cantato “malato” che è ormai diventato una caratteristica peculiare di Jonathan Davis. Ritmi frizzanti e mai uguali, atmosfere curate fin nei minimi dettagli ed un impatto travolgente sono caratteristiche altrettanto rilevanti ed evidenti per tutto il corso dell’album. Un ulteriore marchio di fabbrica della band statunitense è la capacità dello stesso Davis di modulare la propria voce a seconda della situazione, passando come se niente fosse da un cantato melodico e più pacato ad uno pieno di rabbia e talvolta tendente al growl. Il tutto emerge molto chiaramente, ad esempio, in Counting on Me, ma è un tratto evidente per tutta la durata del disco. Here It Comes Again, col suo ritornello urlato a fare da contrasto ad una strofa ben più leggera, può essere presa come ulteriore esempio di quanto detto finora, al pari forse di Deep Inside. La successiva Did My Time, primo singolo estratto dall’album, è invece di poco più melodica, nonostante proprio in questo pezzo si possa sentire il growl di Davis, inserito sul finire di un ritornello. Sulla stessa scia si pone Everything I’ve Known, che contribuisce ad una sfilza di brani di gran lunga riusciti e soprattutto molto coesi tra loro. La seconda metà del platter si apre con Play Me e qui si passa su un piano decisamente differente: si tratta infatti del brano eseguito con la collaborazione del rapper americano Nas e, grazie alla maestria dei Korn in questo campo, anche la suddetta canzone finisce per essere immersa nelle atmosfere dell’album senza apparire assolutamente fuori contesto. Alive è un’altra canzone che mischia gradevolmente momenti più aggressivi ad altri più melodici e il risultato è, come ci si può facilmente immaginare, più che buono, nonostante alla lunga il pezzo possa apparire un po’ ripetitivo. C’è spazio anche per le cornamuse nell’intro di Let’s Do This Now, canzone tra le più interessanti del lotto, grazie ad una serie di ritornelli “corali” che ci trasportano sempre più nel sound-Korn e ci permettono di arrivare alla parte finale del disco non con la stanchezza che in molti casi ci attende perfidamente dietro l’angolo, bensì con una voglia indecifrabile di immergerci ancora di più nelle atmosfere dell’album e magari riascoltarlo una volta giunto al termine. La pur bella I’m Done non aggiunge granché a quanto detto ed ascoltato finora, ma la grandiosa Y’All Want a Single rende l’ascolto più originale e divertente, grazie al suo ritmo movimentato ed ai suoi ritornelli che è impossibile non ritrovarsi a cantare. Dalla canzone, le cui tematiche riguardano il dibattuto mondo del music business, è stato tratto anche un videoclip la cui visione è consigliata vivamente a tutti. La conclusiva When Will This End è l’ennesimo esempio di come questa band sia in grado soprattutto di coniugare diversi stili (di cantato, di ritmiche, di riff, ecc.) andando a creare canzoni originali e molto varie e, forse proprio per questo motivo, dalla forte longevità. Al termine del brano, dopo sei minuti e mezzo di silenzio, vi è una traccia nascosta, la cover registrata dal vivo di One dei Metallica. Notevole è la presa che tale canzone trasmette se suonata da una band come i Korn, che riesce a farla propria senza alcuna difficoltà ed anzi dandole un tocco di vivacità in più, pur differenziandosi sotto molti aspetti dall’originale.
Take a Look in the Mirror, prodotto da Jonathan Davis in persona ed ultimo album uscito per la Epic Records prima del contratto stipulato con la EMI e la Virgin Records, può essere considerato come l’ultima grande fatica del periodo d’oro dei Korn, che si conclude in un certo senso dopo un intero decennio costellato da importanti uscite e canzoni che ancora oggi sono tra le più apprezzate durante le esibizioni della band americana. Quello che avvenne dopo non fu un vero e proprio passo indietro, ma piuttosto il gruppo venne travolto da venti di cambiamento sempre più rilevanti, fino alla stabilità quasi definitiva raggiunta soltanto negli anni più recenti. Intanto, album come Take a Look in the Mirror continuano a risuonare dagli stereo di tutto il mondo. P.S. Una piccola curiosità riguarda la line-up che si può leggere all’interno del libretto, in cui i membri del gruppo vengono così indicati:
Jonathan Davis - Vocals Wally Balljacker - Drums James the Gorilla - Guitars Sir Headly - Guitars Dog - Bass
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L'unica che non mi piace è deep inside. Per il resto bellissimo album ma troppo derivativo, è il primo ritorno al passato che guarda con nostalgia ai primi due. Ma i gioielli ci sono assolutamente: right now, Did my time, everything i've known, Alive ripresa dal demo del '93 e la spassosa y'all wanted a single. Tanta aggressività ma traspare la voglia di andare sul sicuro dopo le vendite basse di untouchables che era un disco più coraggioso ed "evoluto". Poi se ne andò head e calarono le tenebre per un lungo periodo |
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lo sto ascoltando proprio ora.bellissimo."shut up or fuck you up" |
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Disco sottovalutatissimo secondo me.L'unico "difetto"potrebbe essere il fatto che hanno "copiato"loro stessi tornando alle origini dopo le critiche (ingiustissime secondo me) per Untouchables.Alive infatti è il rifacimento di una loro vecchia B side.Dopo anni riascoltandolo si conferma una bomba dall'inizio alla fine |
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Dopo la mezza delusione di untochables non avevo vissuto l'uscita di questo album con grande attesa, quando lo acquistai una mazzata, un capolavoro! non un punto basso, dalla prima all'ultima tutto tracce bellissime, il mio album preferito secondo solo a issues che per poco lo metto al primo posto! voto 95! purtroppo il loro ultimo vero capolavoro! |
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Mi piace parecchio, si lascia ascoltare molto gradevolmente e lo si assimila all'istante( oltre ad essere molto heavy ). Unica pecca è il basso di Fieldy che si sente troppo. Voto: 87 anche per me |
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oggi ho letto una cosa curiosa che è l anniversario del 4 singolo Everything I’ve Known uscito esattamente dodici anni fa..al tempo una canzone nella norma ora si tratterebbe di un capolavoro, che disco questo non smetterò mai di dirlo! inferiore solo a issues e alla pari con follow e i primi due |
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Uno dei miei album preferiti dei Korn perchè è molto orecchiabile e perchè c'è Did My Time, messa anche su Tomb Raider la culla della vita. Anche è vero che la voce di JD è più studiata e poco spontanea, per esempio i growl su Right Now a tratti è irritante, mentre la parte del canto pulito è ottimo nonchè suo grande punto di forza. Voto 84 (però FTL è superiore a 85) |
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come ho già detto è un album troppo duro per essere un album dei korn, però nella mia personale classifica arriva comunque subito dopo i primi 4 capolavori... dopo un album buono ma un po' troppo sperimentale come "untouchables", si avverte un ritorno ad un suono più "ignorante", allo slapping selvaggio di fieldy, al brano hip hop e alla cornamusa... però qua non c'è praticamente nulla della sofferenza degli esordi, questa è tutta rabbia costruita... JD nei primi album anche con un sussurro ti faceva cagare sotto dalla paura, talmente la sua voce era malata e carica di odio, qui già sgombro da tutto quel marciume che aveva dentro diciamo che si diverte a dare libero sfogo alle sue corde vocali... e poi secondo me in alcuni casi l'alternanza tra growl e voce pulita non è ben amalgamata, troppo duro il growl e troppo "leggera" la voce pulita... l'utente qua sotto ha ragione sul fatto che sia un po' forzato... sul discorso del metalcore capisco cosa intendi, ma se c'è una band del nu metal che più si avvicina al metalcore quelli sono gli slipknot... i korn di questo album musicalmente non hanno nulla di metalcore... "break some off" è la mia preferita, una sorta di replica di "jingle balls"... sul discorso che non è nu metal, meglio che non rispondo perché potrebbe nascere un'altra discussione kilometrica... |
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Secondo me, é un bell' album, ma primo:a mio modesto parere, non é Nu Metal; secondo, é un po' forzato, e, uccidetemi se dico una cazzata, ma Y' All Want a Single e Here It Comes Again sembrano dei brani metalcore cantati al contrario; voglio dire: in generale nel metalcore, ci sono le strofe in growl e i ritornelli con voce pulita, mentre qui é l' esatto opposto.Bellissima Break Some Off, con le sue influenze death e la sua rabbia più naturale che nelle altre; lei sí che ricorda gli esordi... |
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non sono male, prova a dargli un ascolto, anche i godhead sto rivalutando, spero in una recensione ! |
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mi spiace, mai ascoltata mezza nota, così come per la roba solista di JDevil... non sono interessato, però nella vita mai dire mai, magari un giorno se avrò voglia mi metterò lì ad ascoltare qualche cosa... |
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più l ascolto e più penso sia un capolavoro, personalmente inferiore solo a issues!voto 97 @nu metal head che ne pensi dei lavori solisti di head?Love and Death? |
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Meno istintivo e minimale, ma suona che è una meraviglia. L'80 ci sta. |
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alzo il voto di 2 punti, da 77 a 79. |
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non a caso la canzone da te citata è stata ripescata e rielaborata dalla demo del 1993 "neidermeyer's mind"... comunque secondo me non è la migliore, la mia preferita in assoluto rimane break some off... |
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Il voto che avete dato a questo album mi sembra davvero alto , disco "korniano" vecchio stile ma monotono e dispersivo , una traccia che risalta ( a mio parere una delle migliori dei korn) è alive, una vera perla in un disco deludente (ovviamente a mio parere) voto 50 max 55 |
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fanculo , ho sbagliato rece (comm 27) |
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Sinceramente trovo anch'io sia l'album che chiude la grandissima serie di album sfornati dai Korn. Gli altri non li considero degli aborti ma chiaramente non sono a quei livelli! Sul discorso della spontaneità di Davis, è normale che quando diventi ricco, famoso, riempi gli stadi e stai con un pezzo di figa non lanci più certe urla cariche di odio e frustrazione. Trovo non sia un album "finto", anzi. Sono in linea con il voto, anche se trovo bizzarro che prenda più di Follow the leader... |
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Quoto il commento n.4 di Fabryz. |
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l'unica cosa in comune fra The Path of Totality e i primi 2 album è il nome "Korn". |
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jackorn c'hai troppo ragggione!!! |
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matteo37 si vede che non sai un cazzo i precursori del nu metal sono i korn e i deftones |
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musicalmente pochissimo in comune nu metal head, sono uguali le sensazioni che ho provato (IO) ascoltando blind nel 94 e narcissistic cannibal oppure get up dall'ultimo a 35 anni. tutto qui. |
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Narcissistic cannibal a tratti sembra un pezzo dei Backstreet Boys... Carina, niente di più. I primi album stanno su un altro pianeta. |
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per quanto mi riguarda è il loro ultimo capolavoro. Stendo un velo pietoso sui lavori successivi escludendo The Path Of Totality, che ho trovato abbastanza buono. |
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non per fare il polemico matteo37, ma narcissistic cannibal cosa avrebbe in comune coi primi 2 album? |
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sul forum sono stato un po severo con questa band che ha il merito enorme di aver creato (praticamente caso unico con i system) qualcosa di diverso nel metal dalla metà dei 90's in poi . issues è quello che amo di piu seguito a ruota da life is peachy. avevo scritto (sul forum ) che i korn si fermano ad untouchables , ma non è vero. questo è un buon album merita almeno 80. maluccio i tre successivi questo è vero. mentre con path of totality mi son trovato ad emozionarmi come nel 95-96 coi primi 2 album . narcissistic cannibal mi fa tornare a 18 anni .grz korn |
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Inferiore sotto tutti i punti di vista rispetto ad Untouchables, ma rimane il loro ultimo grande album. 80/100 |
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concordo pienamente con Nu Metal Head , se questo album prende 87 , Follow the Leader dovrebbe prendere come minimo 95 , dai . il voto è leggermente esagerato , a parer mio. lo dice un fan dei Korn |
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fatto sta che questo album non può prendere più di follow the leader però... eddai... |
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Un album duro con pezzi al cardiopalmo. Inutile fare paragono con la loro produzione fino a Issues. |
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disco che adoro..penso quello che ho ascoltato di più assieme a issues..enormi le canzoni..personalmente gli do un 95..spero proprio che il nuovo album che sta x uscir sia come questo.. |
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sì anche secondo me il voto è esageratamente alto... l'ho sempre preferito ad untouchables, ma non è di certo paragonabile ai primi 4... ascoltandolo con attenzione si percepisce la volontà della band di dimostrare a tutti di essere ancora in grado di pigiare sull'acceleratore, ma la magia dei primi album però qua non è presente... troppo duro e troppo urlato per essere un album dei korn, come dice bene freedom quelle sono urla di mestiere, nulla a che vedere coi psicodrammi delle prime opere... e poi come detto la musica è troppo soffocante e pompata, mentre nei primi, oltre ad esserci una produzione più scarna ed essenziale, era più diretta e chirurgica, nessun tentativo di far il maggior caos possibile ma solo precisi colpi assestati allo stomaco... le migliori right now, break some off che è una legnata, con le sue chiare influenze "cannibal corpsiane", did my time e y'all want a single... da non sottovalutare anche le varie here it comes again, play me (stupendo il basso iniziale), alive e la conclusiva when will this end, tutte canzoni degne del nome di questa band... mentre invece a me non è mai andata giù everything i've known, non ci posso fare niente, per me è di gran lunga la canzone peggiore del lotto... in definitiva, tirando tutte le somme, il voto per questo album è 77... diciamo che, insieme ad untouchables, rappresenta la "seconda fase" della carriera del gruppo, quella immediatamente successiva al periodo d'oro, a mio avviso rigorosamente rappresentato dai primi 4 album... quella che verrà dopo come si sa sarà tutta un'altra storia, anche se, lo ripeto per l'ennesima volta, per me korn III non rappresenta un buco nell'acqua ma un episodio più che convincente all'interno della loro discografia, il tutto in attesa di ciò che sarà fra meno di 3 mesi... |
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@freedom: anch'io sempre ascoltati tutti, ma mai più persuaso all'acquisto...vediamo se il rientro di Brian porta un po di "cazzimma" alla band e sferrano un colpo di coda!! |
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Anche per me questo è stato l'ultimo acquisto a nome Korn. Sugli ultimi posso dire che ho trovato molte cose buone sia su Korn III che su TPOT, ma quest'ultimo soprattutto non riesco a farmelo andare giù del tutto. Spero molto nel prossimo. |
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Concordo con la maggior parte dei commenti, per me l'ultimo disco valido e che ho acquistato del quintetto di Bakersfield, anche se sotto i precedenti per i miei gusti e alla pari con "Untouchables" |
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Ti dirò,l'abominio seguente è da dimenticare,Untitled ha dei bei pezzi,ma è da sufficienza proprio tirata.Gli ultimi due,invece,mi piacciono molto. |
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Fondamentalmente sono d'accordo con te, anch'io sento una leggera forzatura...però si sente anche che erano ancora una band "vera", a differenza di quanto fatto dopo, Korn III compreso. |
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Si,tratta da quel demo (che consiglio a tutti di sentirlo). Il disco mi piace,è leggermente meglio del precedente che non ho mai apprezzato particolarmente,ma lo trovo davvero tropo,troppo forzato. Nel senso : "Hey,abbiamo sperimentato,ma siamo ancora capaci di suonare musica aggressiva". E infatti per me i pezzi migliori sono quelli più naturali,dove non si sforzano di cercare di essere come 10 anni prima. Ad esempio la prima canzone,Right Now, si sente da un miglio che cerca di fare il verso a Ball Tongue,senza riuscirci,ovviamente. |
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@xutij: Intendi la versione su Neidermeyer's Mind? Beh quella è molto più cupa, ma è anche molto grezza, soprattutto la voce...ti capisco comunque. |
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Ci sono dei bei pezzi (Did My Time,Counting on Me,Everything I’ve Known,I’m Done,When Will This End) e altri abbastanza noiosi. Alive non regge minimamente con la versione originale. VOTO 65 |
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Nettamente sopra "Untouchables", il fatto di aver ripreso le redini in mano della situazione ha garantito loro di produrre musica e non ritornelli per ragazzini, bei pezzi con "Alive" che ancora dopo anni e anni rimane la mia preferita. |
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Se questo prende 87,il primo omonimo e' da 200 almeno |
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Ottimo disco, qualche punto sopra Untouchables ma decisamente sotto i primi quattro album. Qui i Korn hanno cercato a tutti i costi un sound rabbioso e violento, ricorrendo ad esempio al growl in maniera fin troppo insistente, sacrificando di fatto la spontaneità del cantato di Davis. Comunque non mi lamento, il disco alla fine è una bella mazzata e si ascolta sempre molto volentieri, solo si sente che è un lavoro molto di mestiere. Il voto mi sembra un pelino alto...io darei un 80. |
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Scusate, per me è molto più figo Untouchables degli album del periodo post 2000, poi oh, de gustibus |
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l'unico dei korn che mi piace, all'epoca lo ascoltai proprio tantissimo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Right Now 2. Break Some Off 3. Counting on Me 4. Here It Comes Again 5. Deep Inside 6. Did My Time 7. Everything I’ve Known 8. Play Me (feat. Nas) 9. Alive 10. Let’s Do This Now 11. I’m Done 12. Y’All Want a Single 13. When Will This End
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Line Up
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Jonathan Davis (Voce) Brian “Head” Welch (Chitarra) James “Munky” Shaffer (Chitarra) Reginald “Fieldy” Arvizu (Basso) David Silveria (Batteria)
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