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19/04/24
DESPITE EXILE + LACERHATE + SLOWCHAMBER
BLOOM, VIA CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Autopsy - The Headless Ritual
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( 4926 letture )
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Eccomi qui, di fronte a questo dannatissimo foglio in bit totalmente bianco, con quella cavolo di linea nera che lampeggia irriverente di fronte al vuoto cosmico che aleggia nella mia mente. Non che di solito abbia più ispirazione, ma io che devo scrivere degli Autopsy? Che deve digitare un povero scribacchino improvvisato di un nuovo album della band americana? Insomma, questi sono in giro da venticinque anni e, se non fosse per l'alone di "gente poco raccomandabile" che si porta dietro il metallaro ai suoi occhi, pure l'onnipresente casalinga di Voghera potrebbe aver sentito, non dico un disco od una canzone, ma il nome degli statunitensi di sfuggita da qualche parte. E la cosa è di per sé un mezzo miracolo, anche se non interessa a nessuno. Ecco lo sapevo, sto cominciando a scrivere chili di nulla, per giunta in forma virtuale, nulla di nulla. E adesso chi glielo dice ai responsabili di redazione? Sapevo che non dovevo accettare sto disco, dovevo dir loro subito "no guardate ho un’invasione di cavallette da sistemare, poi i bambini della cugina della nonna del pronipote del mio vicino di casa da portare ad arma antica, mi si è forata una gomma, e il dentista, no non si è forato il dentista, ho un appuntamento... non è stata colpa mia - non so che c'entra, ma sembra starci bene -". No, non posso, altrimenti quei due seviziatori chissà che fine mi fanno fare. Già non è che siano un perfetto esempio di gentilezza insomma, "la prossima volta mi sbagli la tracklist ti mando le mie locuste assassine ammaestrate, ho pronto un nuovo rito satanico nel caso mi sbagli il congiuntivo" e cose simpatiche di questo genere diciamo. Come, non vi sembrano così perfidi? Son io mammoletta dite? Perché continuo con tutte queste paranoie? Ma mi sembra ovvio: cosa bisogna dire ancora di questi quattro ragazzi che non si è ancora detto?
Che sono americani già lo si è detto. Il mio gatto sa che il buon vecchio Reifert era batterista dei Death, quindi un po' di materia la digrignava già agli albori. Che il loro sound all'epoca originalissimo ha influenzato una moltitudine di gruppi fino ad oggi è un dato di fatto. Che per avere il quinto album si è dovuto aspettare qualcosa come quindici anni, mentre noi siamo lì a decantare le loro lodi nella speranza si degnino di pubblicare ancora qualcosa per la nostra effimera contentezza. Poi questi si svegliano e cercano di recuperare il tempo perduto: due album in tre anni, più un EP. Allora lo fanno apposta dico io, questi disgraziati. E allora cosa dovrei dire? Che lo stile non cambia dall'oggi al domani? Questi sapevano suonare qualche lustro fa, non è che si sono dimenticati ora come funzionano gli strumenti. Che, nonostante la formula -vincente- provenga direttamente da quel sound sporco, marcio ed incredibilmente asfissiante, nel 2013 regga ancora alla perfezione, adattandosi ai giorni nostri come un alligatore si adatterebbe alle fogne di New York? E poi, perché sto facendo tutte queste domande, a voi tra l'altro che mi state guardando lì, con certe espressioni stranite e nemmeno rispondete qualcosa? Dite voi qualcosa, no? Cosa? "Dicci come suona sto cavolo di album invece di fare giri inutili?" Ma se son fermo qua? Ah, non in quel senso, eh scusate, il vuoto cosmico, le cavallette, sì, sì, non ricomincio, cerco di andare al sodo stavolta, non vi si può dire niente!
Beh, caro il mio pubblico così difficile e avverso, vuoi sapere cosa? Sì, Slaughter At Beast House è sinceramente Autopsy. La solita, parte veloce ed annichilente, per poi adagiarsi su schiaccianti sonorità doom, con le chitarre in bella vista. No, l'album non è tutto così, tranquilli, infatti i nostri hanno ben pensato di aumentare lievemente la velocità generale delle composizioni; e sì, Mangled Far Below ne è un esempio, difatti dura anche la metà di una qualsiasi altra traccia dove sia presente l'alternanza death/doom. No, non è un male, anzi, l'ho già detto che questi sanno il fatto loro, puro death viscerale. She Is A Funeral è la classica killer-song marcata Autopsy, dove ritmi opprimenti si mescolano ad un mid tempo massacrante, tra urla strazianti ed i chitarroni in spolvero. Coffin Crawlers, oltre al dualismo ben noto, si fregia delle sue sei corde schizofreniche, come d'altronde When Hammer Meets Bone. Volete fare una pausa? No, devo continuare se non voglio rischiare il linciaggio, che vi ho già fatto perdere troppo tempo? Ok, argomentazione convincente, direi. Comunque la pausa la fate lo stesso, poiché Thorns And Ashes in meno di due minuti è poco più di un intermezzo per la seconda metà del disco: Arch Cadaver è una mazzata death'n'roll in piena regola, che poi, voglio dire, ne esistono di mazzate a non piena regola? Sì, ok, calmi, proseguo. Flesh Turns To Dust è un'altra, lancinante e perfida mostruosità del combo americano, in bilico tra efferatezza e possanza, mentre Running From The Goathead riparte a spron battuto, veramente micidiale nel suo incedere. Chiude il tutto finalmente la title track, che condensa in due minuti e mezzo tutto lo scibile di venti anni di carriera, a degna conclusione di questa ignobile sassata autopsiana.
Ecco, mi spiace essermi dilungato giusto un attimo, non me ne vogliate, ma come si può ben vedere, c'è poco da dire e non sparate allo scriba: o alla fine degli anni '80, o agli albori del nuovo secolo, gli Autopsy rimangono sempre gli stessi, come suono e qualità. Gli americani sono tornati e questa è un'ottima notizia.
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20
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Una band - una sicurezza! Dal loro rientro in pista non hanno sbagliato un colpo. Unici nel loro genere, il più marcio death metal. Sempre efficacissime le vocals pazzoidi di Reifert, un mito. La mia preferita qui è When Hammer Meets Bone, con quel riff che ti si pianta subito nel cervello. Voto... da 80 in su |
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19
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Grandissimi Autopsy, una certezza nel genere, mai un'album sbagliato..death metal senza mai un cedimento..fantastici. |
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18
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Grande recensione e grande disco, ma il successivo forse è pure superiore per me |
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17
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Estremamente bello, ispirato e sinistro... In linea con il voto, grandi Autopsy!! |
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16
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Questo è death metal ...altro che le minkiate melodiche o metalcore delle nuove band e dei COB |
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grandi Autopsy mai una delusione da parte loro, gran disco 83 |
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Ascoltato, mi è piaciuto veramente tanto, sano death old school pochi ca**i e tanta botta, come si suol dire. Fantastico il lavoro chitarristico, e fantastica la prova vocale di Reifert, particolare e molto varia (e in certi casi i suoi versi strappano anche un sorriso ). Per ora il voto si aggira intorno all'80 anche per me, ripasserò quando lo avrò assimilato meglio |
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13
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@tino84: sono d'acciordo che la qualità non è calata, anzi da Macabre Eternal è pure aumentata. |
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Sempre loro,sempre riconoscibili e sempre fottutamente death senza compromessi......Grandi! |
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@Sonny e Giaxomo grazie, troppo buoni comunque gli Autopsy son sempre riconoscibili dopo tutti questi anni, e la qualità non è calata,anzi, gran lavoro questo |
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10
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Grandi, anche nelle parti più Bathoriane del lavoro |
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9
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Al diavolo l'album, ho appena letto la recensione più bella di sempre. Spassosissima ma MOLTO professionale. Grande TINO84! |
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8
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Non sono amante del genere ma gli Autopsy mi fanno impazzire...Grandissimi |
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7
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Piaciuto molto, forse anche più doom del solito più qualche iniezione di metal classico, ma il fiore all'occhiello è il guitar-work, ispirato e convincente. Slaughter at beast house, Mangled for below, Running from the goathead e la bellissima Arch Cadaver per il momento le mie preferite. |
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6
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C,e' sempre trecazzi dietro le pelli .Sotto falso nome ma e' lui |
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5
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80 li merita tutti. Davvero buono questo disco. |
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4
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questi pisciano in testa a (quasi) tutti |
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3
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ma non ho capito alla batteria chi c'e' ora in questo album? |
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2
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Belin devo ancora sentirlo! |
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Che bella recensione, complimenti non vedo l'ora di ascoltarlo... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Slaughter At Beast House 2. Mangled Far Below 3. She Is A Funeral 4. Coffin Crawlers 5. When Hammer Meets Bone 6. Thorns And Ashes 7. Arch Cadaver 8. Flesh Turns To Dust 9. Running From The Goathead 10. The Headless Ritual
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Line Up
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Chris Reifert (Voce, Batteria) Danny Coralles (Chitarra) Eric Cutler (Chitarra, Voce) Joe Trevisano (Basso)
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