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Rage - End of All Days
( 8430 letture )
Mi trovo un po’ disorientata, è vero, ma altrettanto entusiasta e galvanizzata.
Anche i luridoni marcioni come me hanno una vena focacciosina: lascio per un momento parcheggiati dietro il muro il mio brutal, il mio death, il mio grind e mi faccio cullare dal power (thrash melodico?) di un album che ha scritto i miei primi anni alle superiori, il mio tragitto in metro per andare a scuola, il mio rientrare a casa, i miei più affettuosi ricordi.
Spaesata perché non sono più abituata a modellare parole che vadano oltre "marcio", "violento", "brutale", "sanguinolento".
Con End of All Days devo ammorbidire i toni, lasciarmi coinvolgere dall’introspezione dei brani, godermi quella parte preponderante emotiva che tra viscere in putrefazione, cadaveri squartati, e mattatoi di vergini vittime avevo dimenticato potesse esistere.
End of All Days viene pubblicato nel 1996 e si impone subito come punta di diamante della carriera dei Rage.
Eravamo rimasti, poco tempo prima, con quello che ci sembrò un rilascio insuperabile, Lingua Mortis (seguito in termini qualitativi solo da Black in Mind): album dalla bellezza maestosa e incantevole. Non immaginavamo di certo un successore come questo.
Invece, eccoci alle prese con un lavoro scuro, plumbeo, riflessivo, atmosferico, che affascina e attrae.
I mid-tempo che costruiscono quest’album danno maggiore impatto all’aspetto emozionale dell’intera struttura, l’alternanza di passaggi fulminei e ritmati con cavalcate possenti e meditative rende l’ascolto catturante, dinamico, immediato.
È un album che non può non piacerti.
Le melodie sono memorabili e ti si appiccicano addosso lasciandoti un senso di sospeso, indeciso se agire (Face Behind the Mask) o fermarti a pensare (Fading Hours); le tracce sono orecchiabili, ipnotiche, scadenzate, 14 piste legate tutte dalla stessa sonorità magnetica magistralmente realizzata, eppure 14 brani totalmente indipendenti, dall’anima forte e potente, dalla personalità marcata, dalla tempra bollente e indelebile.
La traversata nell’intimo umano prosegue fluida, senza grumi o stonature, senza sfumature fuori luogo né beceri escamotage dall’appeal commerciale che fanno tanto mercenario.
Non troviamo riempitivi insipidi, orpelli inutili o sfarzosità interpretative: tutto lo svolgimento è onesto, equilibrato pur nella sua potenza esplosiva, cola sin dentro lo stomaco e ti perfora tutti i tuoi stati d’animo.
Le chitarre dipingono riffature lucide, consapevoli. Il mood è energico, a tratti rabbioso, veloce, con ponti indulgenti e più ponderati. Le corde sono suonate con abilità e padronanza, gli assoli sono espressivi, carichi e soddisfacenti.
La batteria ha un suono pieno e saziante, incalza con una ritmica del tutto trascinante che lascia dimenticare un’originalità un po’ debitoria nei confronti di un’esecuzione tecnica e precisa.
Il basso ahimè è poco udibile, troppo timido, male espresso. È un peccato perché finché c’è da maneggiare una tipologia di musica estrema come il brutal tutto rientra nel minimo sindacale del genere, qui invece ti rimane una lontana e vaga sensazione di incompiuto e manchevolezza, ma tant’è.
La voce di Peavy è tonica, poliedrica e netta. Rende bene nelle sezioni pulite, esprimendo un cleanin’ di grande effetto emotivo, con stanze ricche di pathos, così come lo sporco sabbioso del suo vocalism che manifesta una rabbia istintiva e matura tra un digrignato e qualche isolato vocalizzo growl (per la gioia delle mie orecchie insane e in disordine). È una vocalità pertinente, adeguata, che veste alla perfezione le tematiche trattate e la musicalità dei brani. Nessun pasticcio interpretativo, le parole sono ben distinguibili, la timbrica è calda e sicura, le tonalità spesse e colme. Impeccabile.
La produzione non mi dispiace, sebbene non renda giustizia al cantato di cui sopra: sento un po’ troppo riverbero in alcune angolature, inoltre, come dicevo prima, il basso è poco distinguibile e la batteria a volte troppo secca. Ma è un montaggio fatto a regola, pulito, che riesce a distrarti da quelle piccole debolezze: le produzioni tanto perfette quanto asettiche e sintetiche che tanto vanno di moda oggi avrebbero anestetizzato la base emotiva e viscerale che fa di quest’album un lavoro passionale, una delle guglie più splendenti della loro carriera.
Che si ascolti solo End of All Days, la title track e al polo opposto Silent Victory, le due tracce simbolo di questa release. L’una – End of All Days – è efficace, massiccia, compatta, rapida, uno dei pezzi che più mi è rimasto impresso della loro intera produzione. L’altra è una ballata metal come poche ormai se ne sentono in giro. Evocativa, dai regimi sommessi e introspettivi, carica di tensione emotiva. Una canzone suggestiva e melodica, nulla a che vedere con le ruffianate patetiche, teatrali e penose che i poser (gli spiaggiaroli del metal) suonano per adulare sprovvedute metalline in estasi.
E se una brutallara lerciona come me si spinge ad emozionarsi per un album power ci sarà pure un motivo, no?



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
89.20 su 39 voti [ VOTA]
Andrew Lloyd
Domenica 26 Dicembre 2021, 21.41.31
32
Probabilmente Il loro disco più bello, arrivato dopo tre altrettanti grandi dischi che fecero fare loro il salto di qualità.
LUCIO 77
Lunedì 5 Luglio 2021, 22.09.29
31
Quando dico: IL Primo ascolto per Me fà la differenza.. Album coinvolgente da subito.. Oleggio è dalle mie parti...
Tino
Lunedì 5 Luglio 2021, 21.50.31
30
Io li ho visti a Oleggio nel tour del disco con gli stratovarius di visions. Gran bel concerto e bellissimo periodo
fasanez
Lunedì 5 Luglio 2021, 21.25.59
29
Mi associo ai ricordi di quel bellissimo periodo... 24 anni all'epoca. Mi ricordo un Peavy che ad un Gods of Metal urlò "This is the end, this is the end..." e tutti "no....." e lui "... of all days!!!!" e attaccarono il pezzo. Mitico. voto 90 minimo.
Stefano
Venerdì 1 Dicembre 2017, 18.30.13
28
Mi domando come mai la sola Deep in the Blackest Hole, che è una canzone inesauribilmente perfetta e catchy al punto giusto, non sia mai stata considerata così tanto né da un punto di vista commerciale né dalla prospettiva dei fans della band. Eppure è un brano assolutamente memorabile. Una classica struttura pop investita di pesantezza e atmosfere cupe tipicamente heavy dove non si avverte alcuno stridore, nessun bisticcio né prevaricazione tra un elemento e l'altro, niente che non sia funzionale alla resa espressiva di quattro minuti buoni di dolce e delicata frustrazione.
rush1981
Venerdì 11 Agosto 2017, 15.42.00
27
Grande disco... ma vogliamo la recensione del loro innarivabile "Trapped" 😉
Silvia
Martedì 14 Marzo 2017, 0.51.33
26
Album incredibile, sotto tutti i punti di vista e curiosa la recensione! Bello anche come hai descritto la voce di Peavy (uno dei miei artisti preferiti, i suoi testi e la sua voce quante volte hanno saputo curare certe ferite? Un grande!) Sono d'accordo su tutto, peccato il basso non si senta molto e la batteria, mamma mia!!! [io avrei infierito 😅!!! X fortuna Chris con gli anni è migliorato! Con i Refuge suona molto meglio!] ma il termine focacciosina vicino a un album di questo calibro non ci sta!!!! 😉 Uno dei tanti album dei Rage che adoro, e a proposito, come mai non avete recensito anche Trapped e XIII?
Rob Fleming
Sabato 6 Febbraio 2016, 17.57.14
25
Magnifico. Qui tutto è perfetto ed equilibrato. End of all days (il brano) è talmente bello da mozzare il fiato. Il resto non è da meno. 90
alex
Mercoledì 24 Luglio 2013, 18.00.21
24
che disco eccezionale
AL
Martedì 23 Luglio 2013, 12.49.58
23
album stupendo! non un cedimento in 14 pezzi! favoloso! con black in mind sono i miei preferiti dei Rage.. mi ricordo il loro concerto al Gods of metal del 1997 ... troppo dei grandi!
Sambalzalzal
Lunedì 22 Luglio 2013, 15.33.02
22
Si, hai perfettamente ragione e poi non dimentichiamo sempre di quegli anni gli immensi lavori di Running Wild e Grave Digger sempre per rimanere sul versante teutonico, ma comunque in generale anche non in ambito power ce ne sta di roba gustosa! Io reputo il capolavoro dei Rage come Black In Mind ma questo come del resto The Missing Link sono spettacolari!
Nerchiopiteco
Lunedì 22 Luglio 2013, 15.27.29
21
Sambalzalzal se ci pensi i 90 sono iniziati con Painkiller, e non solo....insomma, le premesse per una grande decade nel mondo del Metal c'erano tutte dei Rage ho preferito, ma solo per gusti personali, di più i primi lavori, perfect man e execution guaranteed su tutti..ma questo comunque è un album clamoroso!! Complimenti per il ripescaggio, una chicca che merita tantissimo; anzi, lo vado a recuperare e me lo sparo alla grandissima
Sambalzalzal
Lunedì 22 Luglio 2013, 11.45.59
20
Esatto!!!
blackinmind
Lunedì 22 Luglio 2013, 11.23.59
19
E citiamo anche gli Angra!
Sambalzalzal
Lunedì 22 Luglio 2013, 11.14.29
18
Qua una riprova, visto che vedo citati anche i lavori di Virgin Steele, Therion, Stratovarius e Hammerfall, che anche nei 90' tante bands misero a segno bei colpi che resistono nel tempo a parità di quelli degli 80'! Stessa magistrale vena compositiva ma arricchita da produzioni più curate che veramente fecero la differenza! Grazie a tutti per condividere le vostre esperienze ed i vostri ricordi!
blackinmind
Lunedì 22 Luglio 2013, 10.51.36
17
Li conobbi proprio con questo disco, e ricordo pure io il concerto con gli Stratovarius ad Oleggio...tra parentesi quanti bei ricordi legati a quel locale! I Rage, i Savatage, gli Helloween...
irastrana
Domenica 21 Luglio 2013, 18.35.58
16
Penso che piu' o meno i ricordi siano gli stessi di tutti noi (quindi suppongo che siamo tutti li' con l'eta'); io End of All Days l'ho conosciuto grazie al fidanzatino dell'epoca. Il pomeriggio andavo da lui, ci si metteva seduti in terra, schiena poggiata al bordo del letto, e si ascoltavano i vari heavy, power, thrash. Dove si poteva seguivamo i testi sul booklet, per quest'album in particolare ci eravamo convinti ci fosse tutto uno studio dietro del peavy per la scelta delle parole in modo che creassero assonanze, consonanze, rime...!!!!! A scuola mi sentivo strafiga mentre le mie compagne riempivano le Smemo tra Eiffel 65 e Nek e io incidevo sul banco Rage piuttosto che Pestilence piuttosto che Deicide! Bei tempi! Mi ha fatto davvero piacere scrivere questa recensione e tornare indietro di 15 anni, e mi ha fatto ancora piu' piacere realizzare che i miei ricordi sono come i vostri, e quindi anche le emozioni, le sensazioni e la gioia nel riviverli. Grazie per i vostri commenti che mi hanno riacceso un tempo che ricordiamo tutti con nostalgia!
Radamanthis
Sabato 20 Luglio 2013, 20.08.07
15
Eheh My Refuge, mi aspettavo che mi rispondessi, hai colto perfettamente che mi riferivo a te...ricordo quei giorni (e quegli anni) vicini di banco a scuola a passarci cd ed mc e i pomeriggi a copiare gli stessi mentre si preparavano i bigliettini x le verifiche del giorno seguente (studiare...noooooo). Ricordo anche io che si iniziava insieme a conoscere il metal (soprattuto i nostri amari power ed heavy) con i gruppi da te giustamente citati e ricordo questo disco ed il parlare che facevamo anche di questo End of all days. E ricordo con simpatia e nostalgia tutto il contorno che c'era a quei giorni in tutte le sfumature che quell'età ci portava a vivere! E direi proprio che quel disco come Marriage of Heaven & Hell dei VS, Visions degli Strato, Glory to the Brave degli Hammerfall, A'arab Zaraq - Lucid Dreaming dei Therion ha marchiato a fuoco le nostre esperienze e ora colleghiamo a quelle canzoni i ricordi di quei favolosi anni!
xXx
Sabato 20 Luglio 2013, 13.45.56
14
certe emozioni che si vivono spesso sono legate a canzoni che girano in quel momento e poi una volta riascoltate anni dopo ti riportano alla mente le situazioni ke stavi vivendo...
Sambalzalzal
Sabato 20 Luglio 2013, 13.29.38
13
Grazie tante xXx@ l'intervento di Radamanthis@ mi ha fatto venire i brividi e ci tenevo anche io a dividere con voi uno di quei momenti che restano impressi per sempre, anche se magari visti dall'esterno sembrano piccolezze o fatti anonimi. un disco o una canzone, possono piacere o meno ma se riescono ad diventare parte integrante di noi allora secondo me quelli sono i veri capolavori. i Rage quando scrissero questo colsero veramente nel segno
xXx
Sabato 20 Luglio 2013, 13.16.47
12
La recensione è strana...ma da irastrana c'è da aspettarsela! Battuta a parte è molto bella, complimenti! Il disco è un orgasmo musicale e mi sono piaciuti molto i post di rada e samba, un dico che evoca ricordi! Il mio voto 90
Mauro Paietta "My Refuge"
Sabato 20 Luglio 2013, 13.09.47
11
Un disco legato ad un periodo fondamentale della mia vita... Caro Rada mi ricordo bene quei giorni in terza superiore ad ascoltare questo album, scoprire il power metal tra Rage, Blind Guardian, Running Wild e Virgin Steele, ah si anche Helloween e Gamma Ray Lo comprai a scatola chiusa anche perché dopo Trapped, Missing Link e Black in Mind non poteva che essere un capolavoro, anche se a parere mio leggermente inferiore ai sopracitati dischi, avevo la versione limitata con bonus track "The sleep" e la cover di "The trooper". Li vidi anche per la prima volta dal vivo con questo tour, al Black Man di Oleggio con gli Stratovarius di supporto! Tornare da scuola con la cassetta duplicata nel walkman, scrivere a caratteri cubitali RAGE sul retro del chiodo... QUANTI RICORDI!!! L'ultimo capolavoro dei Rage che dopo sfornarono buoni dischi ma sempre meno ispirati e più di mestiere, peccato davvero che dischi così ora è difficile sentirli...
Radamanthis
Sabato 20 Luglio 2013, 12.40.59
10
Almeno i ricordi nessuno ce li può rubare...
sonny73
Sabato 20 Luglio 2013, 12.35.44
9
ah dimenticavo...complimenti per la recensione!
Sambalzalzal
Sabato 20 Luglio 2013, 12.30.12
8
Cazzo, Radamanthis@ hai commosso anche me!!! Fermo immagine totale per la canzone Let The Night Begin mentre passo verso 23:30 sullo stradone che costeggia Villa Pamphili a Rm in moto per tornare a casa. metà di Novembre e ricordo che piovigginava e faceva pure freschetto. Mi fermai e mi accesi una sigaretta godendomi quel momento con questa canzone nel walkman. Memorabile!!! Le lancette del tempo non le possiamo mandare purtroppo all'indietro ma la musica, la buona musica, non conosce età e non invecchia. Ci trasmette sempre le stesse sensazioni!!!
Radamanthis
Sabato 20 Luglio 2013, 11.49.53
7
Era il 1996 e un compagno di scuola (che sicuramente starà leggendo questo mio post e questa recensione....vero piemme ??? ) mi fece ascoltare questo capolavoro! Rimasi folgorato dalla grandezza di questo disco, dalle linee vocali tracciate da Peavy e dal lavoro solista e ritmico dei due fratelli Efthimiadis e da quello di Fischer; un disco che a distanza di quasi due decadi mi lascia ancora emozioni sia per il ricordo dei bei giorni e begli anni passati (ah....potessi tornare indietro ai tempi del liceo....) sia per la bellezza del disco. Canzoni come Higher than the sky sono diventate alcune colonne sonore della mia vita, ma anche tracce come Deep in the Blackest Hole, End of All Days, Visions, Voice from the Vault e Talking to the Dead sono hits pazzesche. Le più intime Desperation e la straordinaria Fading hours mi riportano alla mente certi momenti adolescenziali mentre la melodia vincente di Silent victory ti si stampa in testa e non ti abbandona più. Che dire....per me in assoluto il miglior disco della discografia dei Rage e di certo uno dei migliori della musica power metal teutonica dagli anni 80 ad oggi. Un disco veramente "ipnotico" per citare Irastana, termine più adatto era difficile da trovare. Complimenti per la recensione, la condivido in quasi tutti i passaggi. Il mio voto? Beh...a livello personale darei 99 mentre obiettivamente credo che un 94 ci stia bene! Stupendo, capolavoro!
Sambalzalzal
Sabato 20 Luglio 2013, 11.36.24
6
Metal3K@ ahhh ok allora!
Sambalzalzal
Sabato 20 Luglio 2013, 11.36.20
5
Metal3K@ ahhh ok allora!
lux chaos
Sabato 20 Luglio 2013, 11.28.23
4
Ricordo moltissime recensioni entusiastiche sulle riviste cartacee dell'epoca (avevo 14 anni) per un album che, dico la verità, non sono purtroppo mai riuscito a considerare tra gli apici dei Rage, essendo composto da canzoni capolavoro e altre secondo me trascurabili...ne preferisco altri precedenti e anche alcuni successivi! Cmq sia inossidabili rage e gran gruppo su questo non si discute! @ilaria, complimenti per la recensione stupenda, hai una proprietà di linguaggio veramente invidiabile
Metal3K
Sabato 20 Luglio 2013, 11.17.32
3
@Sambalzalzal: è appena uscita
Sambalzalzal
Sabato 20 Luglio 2013, 11.10.03
2
Cazzo, mi era sfuggita questa recensione per uno dei miei albums preferiti! D'accordo al 100% con la recensione. Album assolutamente da avere!!!
sonny73
Sabato 20 Luglio 2013, 11.06.41
1
Album stupendo!
INFORMAZIONI
1996
SPV/Gmbh
Power
Tracklist
1. Under Control
2. Higher Than the Sky
3. Deep in the Blackest Hole
4. End of All Days
5. Visions
6. Desperation
7. Voice from the Vault
8. Let the Night Begin
9. Fortress
10. Frozen Fire
11. Talking to the Dead
12. Face Behind the Mask
13. Silent Victory
14. Fading Hours
Line Up
Peter "Peavy" Wagner (Voce, Basso)
Spiros Efthimiadis (Chitarra)
Sven Fischer (Chitarra)
Chris Efthimiadis (Batteria)
 
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