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26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
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( 4469 letture )
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Quando una band che abbia una certa esperienza e una discografia già presente se ne esce con un album omonimo di solito vuole mandare un messaggio importante, cercando nell'essenzialità del titolo le proprie radici musicali o volendo sottolineare il valore che, per qualche ragione, attribuisce alla propria creatura. In effetti il quarto disco dei doomster Trouble reca con sé alcuni importanti cambiamenti rispetto agli usuali canoni del quintetto statunitense, a cominciare dalla copertina stessa: non più immagini visionarie come nei precedenti lavori, ma una semplice foto della band - piuttosto seventies se vogliamo - sullo sfondo delle rovine dell'ex arena Chicago Coliseum; è inoltre il primo album a uscire sotto la nuova etichetta (la Def American del guru del mixer Rick Rubin); la vera novità la troviamo però nelle canzoni stesse. Infatti, pur senza snaturarsi, i Trouble cambiano leggermente stile rimanendo però ben riconoscibili; il loro doom – quasi - positivo proiettato verso lo stoner e dagli evidenti richiami blueseggianti, vede delle chitarre ora più differenziate tra loro (soprattutto nelle distorsioni) e quindi con una maggior personalità, le quali creano un sound acido sconfinante a tratti nella psichedelia. Anche la voce di Wagner appare migliorata e ancor più incisiva, ma è tutto il gruppo a beneficiare della cura Rubin, ferme restando ovviamente le indubbie capacità tecniche di questi talentuosi musicisti.
Passando all'analisi dei brani, quasi dispiace tralasciarne qualcuno, essendo tutti di ottima fattura: At the End of My Daze è canonica nel suo incedere cadenzato e nelle plettrate così debitrici nei confronti del Maestro Tony Iommi, ultimate le quali troviamo un sottofondo di organo che ci introduce all'highlight The Wolf, fantastica grazie anche all'apporto delle cowbell che scandiscono il tempo, come pure in Psychotic Reaction, un brano intrigante di ispirazione chiaramente southern che cattura subito l'ascoltatore. Più tipicamente 70's A Sinner's Fame, nella quale il dialogo delle sei corde ha un qualcosa di ipnotico. Impossibile poi restare indifferenti dinnanzi alla semi-ballad The Misery Shows (Act II), una delle migliori del lotto, sulle note della quale basta chiudere gli occhi per ritrovarsi nelle tristi lyrics:
Sitting here wonderin' 'bout things That only the Lord knows Tryin' to feel all the pain you have inside Misery shows It doesn't matter how hard you try It still shows
Anche l'assolo di chitarra sul finale della canzone è da brividi. Non solo malinconia comunque, ma anche energia: R.I.P. ha un inizio pesantissimo e poi una ripartenza sparata che ci conduce alle evoluzioni chitarristiche dell'inossidabile coppia Wartell/Franklin, la quale povvede a sotterrarci col riff assassino di Black Shapes of Doom, marziale nella sua semplicità, risultando più che efficace anche nella seguente Heaven on My Mind. Spazio anche al compianto Barry Stern che in E.N.D. può sbizzarrirsi con la propria batteria in colorate evoluzioni. Chiude degnamente il tutto All is Forgiven, caratterizzata da momenti musicali diversi che comunque legano alla perfezione tra loro, facendo di questa song una piccola gemma incastonata tra i solchi di questo stupendo disco.
Niente filler quindi, Trouble non presenta cedimenti di sorta, andando anzi a inserirsi di diritto tra i momenti più alti della discografia della band: da avere e da gustare sorso dopo sorso. Per poi ricominciare.
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11
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Bellissimo lavoro, soprattutto la prima parte. Recensite anche Manic Frustrations e Plastic Green Head, a mio avviso i loro migliori |
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10
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Fortunatamente posseggo tuttie le loro uscite tra musicassette e lp e cd ...sono tutti belli ....da questo lo in poi hanno cominciato a variare il loro sound con un approccio stoner ...sopratutto lad manic frustration e plastic green head...comunque sia questo albulm lo considero il piu’ completo....molto 70’s....molto rock oriented e doom al punto giusto....poi la copertina fantastica....voto 90 |
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9
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una delle migliori doom band di sempre.di loro mi piace molto manic frustation che qui non e' recensito! |
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8
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Io invece sbavo per ogni loro album |
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7
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Li ho sempre ritenuti altalenanti, ottimi lavori e album che mi convincevano a metà... questo è buono, ma non lo reputo uno degli immancabili data la qualità di ciò che veniva prodotto nello stesso periodo. |
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6
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@Matocc vero! mi sono dato la zappa sui piedi)) |
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Diverso dallo stile degli esordi, ma anche qui tanta qualità. |
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4
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certo, puoi dire quello che vuoi guerriero63 eh eh |
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3
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grande album,grande gruppo,grande musica.. posso dire che odio la parola "filler"?parliamo tricolore... |
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2
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Senza dubbio uno dei dischi più belli di una discografia comunque validissima se non eccellente. La "svolta" contenuta in questo disco è sen'altro molto significativa ed difficile trovare all'interno della discografia dei Trouble uno stacco tanto netto quanto quello tra questo album e il precedente Run to the Light che pure contiene la prima The Misery Shows. Altrettanto forte sarà la stacco psichedelico di Plastic Green Head, ma è senz'altro da qui che si mette in moto l'evoluzione della band verso "l'ignoto". Qua la componente doom è ancora molto forte, ma la novità tanto nella produzione, quanto nello sviluppo dei brani, è grandissima. Un gruppo da riscoprire assolutamente. |
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1
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Trouble - Trouble '90 album incredibile per la data di uscita un vero masterpiece!! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. At the End of My Daze 2. The Wolf 3. Psychotic Reaction 4. A Sinner's Fame 5. The Misery Shows (Act II) 6. R.I.P. 7. Black Shapes of Doom 8. Heaven on My Mind 9. E.N.D. 10. All is Forgiven
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Line Up
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Eric Wagner (Voce) Bruce Franklin (Chitarra) Rick Wartell (Chitarra) Ron Holzner (Basso) Barry Stern (Batteria)
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