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20/04/24
THE OSSUARY
CENTRO STORICO, VIA VITTORIO VENETO - LEVERANO (LE)
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Anche se oggi tutto è classificato ed etichettato con accuratezza certosina, c’è stato un periodo, nella storia del metal, in cui le barriere tra i generi erano labili e spesso confusionarie. Un melting-pot di tendenze ed influenze reciproche, che però rappresentava una sorta di purgatorio per gli scribi di turno, impegnati a definire con i termini più discordanti una medesima entità. I tedeschi Paradox, provenienti da Würzburg, rientrano proprio in questo calderone imprecisato, fondendo nel proprio suono thrash, power, speed ed heavy classico. Sorti nel 1986 e attivi con appena due album prima dello scioglimento avvenuto nel 1991, si sono riuniti poi nel 1998, dando alle stampe una nuova serie di releases in ossequio al loro passato; il qui presente Heresy, datato 1989, era costituito da nove tracce, per la durata complessiva di quarantadue minuti di musica prevalentemente orientata al thrash, nonostante fosse completata da alcuni elementi esterni a tale filone, caratteristiche complementari, ma mai troppo centrali.
Nel full length le due chitarre si producono in un riffing affilato ed aggressivo, molto impattante fin dall’opener e titletrack Heresy, affiancando una sezione ritmica molto potente e moderna per l’epoca; la voce di Charly Steinhauer, molto melodica, adagiava su un canovaccio thrashy dei refrain di stampo heavy classico, generando così un ibrido inizialmente fresco e coinvolgente. Pezzi energici e fortemente ottantiani come Search for Perfection rendono l’ascolto piacevole pur non essendo troppo pretenziosi; discrete sezioni soliste arricchiscono il tutto, portando dimostrazioni di un buon bagaglio tecnico. Purtroppo, però, il pathos va scemando progressivamente dopo quattro o cinque pezzi, in quanto la band tedesca tende a perdere originalità e attrattiva: le ritmiche suonano poco diversificate ed i refrain non sempre appaiono irresistibili, ridimensionando quindi la portata del platter. A proposito di Steinhauer, va sottolineata la sorprendente somiglianza vocale con quella di un Joey Belladonna: non sono le uniche similitudini con gli Anthrax, dato che anche la musica dei teutonici -nervosa e vigorosa- a più riprese sembra citare i newyorkesi, seppur flirtando anche col power metal più crudo e arcaico. L’incaponimento ritmico ostentato nel corpo centrale del disco è un deterrente per questo pur storico Heresy, con pochissimi momenti di stacco forniti da qualche solo melodico (The Burning) o dalla marcia in più posseduta da episodi quali Massacre of the Cathars (dall’impeto arrembante) o Serenity, quest’ultima dotata di un buon groove thrashy e un ottimo assolo. La scelta del four pieces mitteleuropeo è ben precisa e privilegia unicamente mazzate secche, crude, concise; la varietà si consuma dopo poche tracce, e nessuna sorpresa fa capolino nei restanti minuti d’ascolto. Tuttavia queste sono considerazioni che non intaccano il valore simbolico del platter, che permise ai Nostri di ergersi a realtà rispettata nel florido sottobosco thrash tedesco. Certo, una serie di sfortune -ed un valore oggettivamente inferiore rispetto a tante band loro connazionali- ha impedito loro di affiancare la Sacra Triade o altri colossi del thrash germanico nell’immaginario collettivo, ma tutto sommato il ruolo rivestito dai Paradox nell’underground metallico non è affatto disprezzabile.
Probabilmente la direzione sonora troppo statica e del tutto incontrovertibile ha in parte limitato le prospettive per i bavaresi, che avrebbero avuto la possibilità di ottenere maggior fama anche in luce del pregevole lavoro chitarristico mostrato tra i solchi del disco. Invece il destino (e i Paradox stessi) scelse diversamente, generando un prodotto potente e tiratissimo ma che scorre senza troppi spunti significativi, ribadendo cronicamente la sua essenza iperattiva.
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in attesa del sequel , un discone . |
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Mi è arrivato il CD qualche giorno fa, ascoltarlo su stereo è ancora più bello!! Veramente un capolavoro a me piace tantissimo, tutte le canzoni mi prendono al massimo e non c'è un minimo calo. Fatelo Vostro! |
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Grandissimo disco Speed/Thrash come piace a me. Appena acquista su ebay la prima stampa in CD |
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Grande disco anche questo,suonato,prodotto e cantato come Dio (o Satana) comanda. Se vi piace il thrash bay area ascoltatelo,vi piacerà. 90/100 |
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Quoto rik, non li ho tutti i loro lavori, ma sono d'accordo parola per parola , questo per me vale 10 punti in più almeno. |
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i paradox sono uno tra i tanti gruppi sottovalutati o presi in poca considerazione e la lista potrebbe non avere fine o quasi. L' album è molto bello è può far parte a ben diritto di una discoteca di ogni thrasher (imho). A me piace molto anche product of imagination. Hanno uno stile riconoscibile, forse dovuto al fatto di avere un signor 'singer'. Quanti album che molti si perdono rincorrendo sempre i soliti 'noti' ..... |
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Cari i miei thrasher ecco un disco con i controcazzi!!! Title track fantastica e il resto non è da meno! Fatelo vostro,90/100 |
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Guarda, basta che cerchi i suoi articoli qui su metallized e ti rendi conto che non puoi certo accusarlo di impreparazione. |
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Anche Benji e Fede e Schettino hanno scritto libri di successo (giusto per dire i primi che mi sono venuti in mente che san fare sicuramente bene il loro lavoro...) |
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Un recensore che intanto ha scritto un libro di successo e scrive per la carta stampata. |
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Forse il buon recensore (thrasher con MOLTE virgolette) farebbe meglio a dedicarsi ad esaltare i suoi amati Essence e lasciar perdere gruppi THRASH con tutte le lettere maiuscole... probabilmente sono troppo complessi per lui. Non si spiegano in altro modo frasi e concetti fuori dalla realtà delle cose, sulla presunta ripetitività e basilarità del thrash/power espresso dai Paradox... |
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Vista con colpevole ritardo la rece, per me un gruppo che meriterebbe molta più visibilità, questo disco per me va dall'85 in su! |
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La title-track da sola vale l'album intero. Album superbo. 90. |
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Dare 70 a questo disco è un'eresia! |
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A veder scritto rust in piece mi si spezza il cuore.... amo quel disco |
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@Erniebowl: RUST IN PIECE???? |
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uno degli album thrash piu' belli che abbia mai sentito.... |
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Album e band che a mio parere dovrebbero stare tra i nomi più blasonati. Master Of Puppets, Rust In Piece, Reign In Blood... non vedo perché debba stare fuori. Tutt'altro stile certo, non ha influenzato nessuno e non ha fatto la storia ma la qualità è quella. Troppo sottovalutati, infatti gli altri album non sono da meno. Hanno un tiro pazzesco e una classe spiazzante, riff che non riesco a concepire come li abbiano potuti concepire loro. Allucinante. |
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3
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Ho un paio di dischi di questa band comprati negli anni '90, non chiedetemi quali perchè sono dispersi chissà dove, però ricordo che uno dei due non era male mentre l'altro l'ho scartato quasi subito. Se li recupero dagli abissi della mia collezione ripasso... |
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Hai ragione Edohard, strano non mi sia accorto di questa rece, grande album, produzione della p...a madonna, mentre il successivo è debole come suoni, in cd intendo, si può che io abbia una cassetta , parlo di Product of imagination, registrata da dio, mentre l'album originale suona da schifo???? Chissà chi me l'ha registrata e con quali mezzi, mah..... |
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proprio nessuno se li caga eh? questa rece assieme a quella dell ultimo album ha poca visibilità all interno dell articolo nel quale va spulciata... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Heresy 2. Search for Perfection 3. Killtime 4. Crusaders Revenge 5. The Burning 6. M.O.T.C. (Massacre of the Cathars) 7. Serenity 8. 700 Years On 9. Castle in the Wind
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Line Up
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Charly Steinhauer (Voce, chitarra) Markus Spyth (Chitarra) Matthias “K.ter” Fries (Basso) Axel Blaha (Batteria)
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RECENSIONI |
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