|
26/04/24
KARMA
CSA RIVOLTA, VIA FRATELLI BANDIERA 45 - VENEZIA
|
|
Deeds Of Flesh - Portal To Canaan
|
( 5074 letture )
|
Thòia fàt quel? Espressione tipicamente reggiana: “Ti ho fatto qualcosa?”
OGM A GO-GO I romanticoni Deeds Of Flesh tornano dopo ben cinque anni con questo nuovo tassello, dopo quell’ Of What’s To Come che lasciò un po’ di domande sulla direzione intrapresa a diverse persone. Portal To Canaan è il passo definitivo verso una nuova fase compositiva, quel gradino in più che serviva ai nostri per esplorare terre sino ad ora sconosciute: quelle della fantascienza e di tematiche prettamente aliene. Cambio di rotta dunque? Non proprio, perché sin dai primi secondi si sente il tocco di Lindmark, padre padrone di questa creatura. Ha solo cercato di avvicinarsi a territori che sino a quel piccolo capolavoro di Crown Of Souls sembravano impensabili; si possono immaginare gli Hypocrisy ma loro proprio no. Già col precedente album l’avvicinamento era già stato compiuto, lo si poteva vedere però come un semplice primo passo, non come un balzo come in questo preciso caso. Ci teniamo a rimarcare questo aspetto tematico perché indirettamente è andato a mutare qualcosa nel songwriting: all’interno del disco infatti è possibile ascoltare campionature fantascientifiche e dialoghi del solito scienziato pazzo che incita alla violenza terrestre. Ci sono anche degli intermezzi come la splendida Caelum Hirundines Terra/The Sky Swallows The Earth e il finale di Entranced In Decades Of Psychedelic Sleep (ad ogni ascolto mette i brividi). In altre parole, ciò che erano gli argomenti e le composizioni sino a qualche anno addietro riconducibili al gruppo di Los Osos, ora hanno fatto strada ad una nuova era che, probabilmente, è solo all’inizio e quindi portatrice di nuove possibilità stilistiche a tout-court.
QUELLI CHE IL BRUTAL Per l’ambito prettamente sonoro Portal To Canaan è nettamente superiore ad ogni suo predecessore. Non ci sono cali di tensione, mezzi tempi o qualsivoglia tentazione di ammorbidimento. Il brutal si suona così e quello tecnico ancor di più. Molto probabilmente l’aver ingaggiato in pianta stabile nuovi membri del calibro di Craig Peters (Arkaik) alla chitarra e Ivan Munguia (Arkaik, Brain Drill) al basso ha innalzato il tasso di tecnica e qualità a livelli esponenziali. Anche se, come detto poc’anzi, è Erik a tenere il timone e le competenze sono state sviscerate dai nuovi, i quali hanno avuto palesemente carta libera sull’aspetto compositivo. Ascoltare canzoni come Rise Of The Virvum Juggernaut, catchy e tecnica da far impallidire molte band sul globo terracqueo con i suoi stacchi al fulmicotone, Hollow Human Husks con la sola sezione da 1:14 a 1:35 da far paura ai morti e la titletrack risulta la migliore traccia dell’album ad honorem causa, lascia senza parole. Un mulinello di riff che cadenzati si districano nella mente dell’ascoltatore per portare sempre e solamente distruzione e disorientamento. Ovviamente dopo i primi ascolti si arriva frastornati e indecisi sull’avere appena fatto abuso di qualche droga pesante o essere al cospetto di un terremoto di magnitudo 6. Risulta complesso raschiare il fondo ed estrapolare i riff che si susseguono intrecciati con il lavoro di un batterista su di giri quale Hamilton, artefice di una prestazione cristallina e senza sbavature. Lungo tutta la tracklist c’è quel sapore malinconico, quel voler far ricordare ai propri fan da dove si arriva e dove si vuole arrivare; non c’è stato infatti, a dispetto delle novità qui incluse, un abbandono alle proprie origini. Non ci sono compromessi con nuove tecnologie (che aiutano solamente a far apprezzare i suoni), c’è onestà e dedizione sopra ogni cosa perché, come già detto, il brutal si suona così, volenti o nolenti. Doveroso omaggio è la cover di Orphans Of Sickness dei resuscitati Gorguts, dalla quale si capisce palesemente quali fossero le ispirazioni cardine dei Deeds Of Flesh. Non poteva esserci scelta migliore per chiudere un album sopra ogni media qualitativa moderna.
SI CHIUDONO I PORTALI Soltanto nelle città di questi popoli che il Signore tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amorrei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come il Signore tuo Dio ti ha comandato di fare, perché essi non v'insegnino a commettere tutti gli abomini che fanno per i loro dei e voi non pecchiate contro il Signore vostro Dio. Molto probabilmente è questo il significato che sta alla base della scelta lirica compositiva di questo disco, La famosa terra di Cana, di proprietà dei Cananei. Popolo indotto verso lo sterminio e alla distruzione. Fosse realmente così non ci sarebbe concept più azzeccato, perché ciò che risiede nei quarantadue minuti e trenta secondi di Portal To Canaan è puro annientamento, odio e abominio. Non esistono gruppi al mondo capaci di tanta perizia tecnica e gusto nello scrivere alla pari dei Deeds Of Flesh. Hanno fatto di questa attesa durata mesi un piacere ed ora che sono qui alla portata di tutti qualche vittima sicuramente verrà fatta. Per gli amanti del genere, e solo per loro, tutti gli altri troveranno solo suono e rutti ma non hanno colpe, solo non riescono a interagire attraverso la lingua mondiale del brutal death. Un capolavoro dei tempi moderni.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
23
|
Ad Astra: scusami ma a volte mi faccio trascinare dalla mia passione per la science fiction americana anni '50 tant'è vero che ho un'ipotesi anche per il dialogo che si sente nel brano Rise Of The Virvum Juggernaut ma non voglio tediarti ulteriormente e quindi passo ai complimenti per la tua azzeccatissima recensione di un disco bellissimo che non riesco a smettere di ascoltare. Grazie e scusami il "disturbo" con domande off topic. |
|
|
|
|
|
|
22
|
@therox... il libretto originale come dici tu non riporta nulla... non avrei idea del dialogo perche non sono un grande esperto ad ogni modo in questi giorni ci controllo... grazie per la segnalazione |
|
|
|
|
|
|
21
|
Ad astra: se la mia memoria, il mio inglese ed il mio udito non mi ingannano il 'dialogo dello scienziato pazzo' che si sente nella parte finale della title-track dovrebbe essere il discorso finale fatto dall'alieno, prima di tornare sul suo pianeta, al gruppo di scienziati terrestri riunitisi per ascoltarlo nel film 'Ultimatum Alla Terra'. Siccome sul libretto del cd sono riportati i testi ma non i dialoghi volevo sapere se risulta anche a te. |
|
|
|
|
|
|
20
|
arkaik li seguo dalle origini. quando appresi dell'inserimento di membri di questo gruppo fui molto contento perche. come si puo vedere..avrebber portato novita... ora da dire che gli allievi battono i maestri vorrebbe dire che basta qualche anno di gavetta per buttar giu una storia come quella dei DoF... sarebbe cpme dire che gli evile battono i metallixa perche suonano come loro e fan canzoni migliori...mmm.. mi puzza questa affermazione |
|
|
|
|
|
|
19
|
Il recensore penso non si sia mai ascoltato gli Arkaik, perchè per quanto fighi siano i Deeds Of Flesh in questo, beh, SONO gli Akrik, ne più e ne meno. Grandissimo lavoro,altà qualità ma non si sottolinea la band a cui sinceramente rimandano di più, in gioco di ruolo e di scambio tra maestro e allievo (prima allievi gli Arkaik ora i DoF) nonostante tutto ARKAIK > Deeds Of Flesh |
|
|
|
|
|
|
18
|
Allora ti capisco, però devo dire che se fossero rimasti con il sound dei due dischi che hai menzionato, li avrei smesso di seguire da tempo. Questo disco è la loro naturale evoluzione, però ti do atto che con "of what's to come" si sono ulteriormente "tecnicizzati", cosa che però non mi è dispiaciuta. Portals è il culmine del lavoro iniziato precedentemente. Che dire: io godo e non ho dubbi che fra qualche anno 'sto disco continuerò a divorarlo, forse anche più dei suoi predecessori. |
|
|
|
|
|
|
17
|
Lamentarmi no, l'ho detto tecnicamente ormai sono una formazione di livello superiore anche se dei Deeds Of Flesh è rimasto solo Lindmark e se n'è dovuto andar via Jacoby per vedere uno stravolgimento a dir poco assurdo del sound che a tanti è gradito, ma io non li riconosco, per me sono quelli di "Inbreeding the Anthropophagi" e "Path Of The Weakening" i Deeds, questi sono l'ennesima band che suona alla grande e stop... copiare, non credo, che avendo svoltato abbiano perso parte del trademark che li rendeva loro, direi che è evidente, sono entrati nell'ottica Unique Leader e questo per me è un male. |
|
|
|
|
|
|
16
|
@deeds19: insomma mi viene detto che un concetto da me espresso è ridicolo, come posso non prenderla sul personale? Su un disco a cui ho affibiato un 8 tra l'altro... va bè alla prossima. |
|
|
|
|
|
|
15
|
No, dai, non ci credo... Siamo arrivati a lamentarci di questo lavoro? A questo punto dico che se anche domani dovesse uscire un capolavoro senza tempo, sono convinto che molti lo criticheranno, dicendo che in realtà copiano e quant'altro. No, dai, seriamente, sono basito... |
|
|
|
|
|
|
14
|
ok ma nn prenderla sul personale , stiamo solo esponendo le nostre opinioni !!! e anche questo il bello della musica , ognuno la vede in maniera differente !!! cmq mi ha fatto piacere avere questo scambio di opinioni con te !!! ciao alla prossima. |
|
|
|
|
|
|
13
|
@Il brutal si suona così e quello tecnico ancor di più, ma anche no |
|
|
|
|
|
|
12
|
Tralasciando il fatto che ho iniziato il mio commento scrivendo che "Qualitativamente il disco è buono, siamo ai margini dell'80", quindi mica ho detto che fa schifo, non ci posso far nulla se se l'intro di Celestial Serpents mi ricorda Electric Sirens Veil degli Arkaik, inoltre nei Deeds ora ci suona Peters che è il principale compositore degli Arkaik, senza contare Munguia al basso. Allora è così ridicolo accostarli ad una band che ha metà della loro formazione attuale in line up? O al massimo rimarrò nella mia ridicolaggine, campo benissimo lo stesso. |
|
|
|
|
|
|
11
|
di sicuro rispetto i primi album lo stile è cambiato , però qualitativamente sono sempre grandi !!!! è solo accostarli a gente come gli arkaik è ridicolo !!!! |
|
|
|
|
|
|
10
|
Che poi copiare era tra virgolette, mica intendevo copiare in modo letterale. Ad ogni modo questi non sono i veri Deeds of Flesh, non hanno cambiato stile rimanendo loro stessi, questo è un dato di fatto. |
|
|
|
|
|
|
|
|
8
|
Copiare lo stile degli arkaik ????? ma almeno pensate prima di scrivere ????? |
|
|
|
|
|
|
7
|
Qualitativamente il disco è buono, siamo ai margini dell'80 ma il fatto che i Deeds of Flesh, i maestri di un certo tipo di Death, si siano messi a "copiare" lo stile degli Arkaik, una band lanciata dalla loro label, lascia un retrogusto amaro al tutto. |
|
|
|
|
|
|
6
|
Quoto Undercover, son saliti anche loro sul carrozzone delle band iper-tecniche senza un briciolo di originalità. Ripongo le ultime speranze sugli Ulcerate. |
|
|
|
|
|
|
5
|
ALBUM MOSTRUOSO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
|
|
|
|
|
|
4
|
Tecnicamente sono diventati una band con le contropalle, peccato non siano più i Deeds Of Flesh... ridatemi i vecchi macinatori, che due palle. |
|
|
|
|
|
|
3
|
A me sinceramente il nuovo corso dei deeds non piace. Ero rimasto molto deluso dal disco precedente e anche se questo è nettamente migliore, continuo a preferirgli i vecchi lavori. Ormai non parliamo più di Brutal death, questo (come del resto il nuovo Suffocation) secondo me è un disco Thechnical death metal con influenze brutal. |
|
|
|
|
|
|
2
|
L'ho appena comprato, accendo il computer e mi ritrovo la recensione. Molto bene però smettetela di pedinarmi... |
|
|
|
|
|
|
1
|
Azz che recensione! Vedrò di recuperarlo! |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Amidst The Ruins 2. Entranced In Decades Of Psychedelic Sleep 3. Rise Of The Virvum Juggernaut 4. Celestial Serpents 5. Caelum Hirundines Terra/The Sky Swallows The Earth 6. Xeno-Virus 7. Hollow Human Husks 8. Portals To Canaan 9. Orphans Of Sickness (Gorguts cover)
|
|
Line Up
|
Erik Lindmark (Chitarra, Voce) Craig Peters (Chitarra, Voce) Mike Hamilton (Batteria) Ivan Munguia (Basso)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|