Il 2013 è stato un anno decisamente soddisfacenti per gli appassionati della scena death metal spagnola. Ad una decade di distanza dall'album di debutto, Planisphærium, sono infatti tornati sulle scene i madrileni Wormed con il loro nuovo acclamato lavoro, Exodromos. Quest'anno, però, ha visto l'uscita del secondo album di un'altra band, molto facilmente accostabile ai cinque di Madrid anche perché originalmente formata da alcuni ex-membri degli Wormed stessi: parlo degli Hybrid e del loro Angst, successore di The 8th Plague, risalente al 2008. Gli Hybrid propongono un death metal dalle atmosfere cosmiche, che ricorda da vicino il brutal apprezzato in Planisphærium ed Exodromos, differenziandosi però grazie all'implementazione di forti elementi grindcore, di una buona varietà vocale e di una ricerca atmosferica molto pronunciata.
Angst è un album complesso da ascoltare ma molto trascinante, grazie ad un'ottima tecnica compositiva che rende evidente il senso di progressione delle tracce, le quali invogliano l'ascoltatore a proseguire per sapere cosa c'è in serbo per lui minuto dopo minuto. Traspare anche la voglia di straniare l'ascoltatore con l'utilizzo di accordi fortemente dissonanti, arpeggi acustici inquietanti, vocalità a cavallo tra pulito, death metal, grind e sofferto black metal; la produzione, davvero riuscita, dona al tutto dei suoni dal sapore quasi jazz, specialmente per quel che concerne la batteria, da questo punto di vista vicina ad album come Focus dei Cynic e sorprendente per gusto e la complessità dei pattern. Non mancano poi strumenti a fiato ad arricchire l'economia di brani come Collapse to None e Cuando el Destino nos Alcance ( in quest'ultimo la band dimostra di avere le capacità compositive più che adatte alla creazione di un brano strumentale), e improvvise incursioni in altri stili musicali come la bossa nova che fa capolino qui e là in Flesh Fusion Threshold. I riff tipicamente death metal, per quanto un po' troppo somiglianti a quelli adottati dagli Wormed, sono ottimamente riusciti, brutali ed intricati: ne è esempio lampante l'ottima Enter the Void. Gli Hybrid vanno forte a qualsiasi velocità, come dimostra la conclusiva, particolarissima Doomed to Failure, praticamente doom metal nel monolitico incedere e sfociante in un lentissimo break orientaleggiante, accompagnato da lunghi, isolati accordi distorti.
La band, dunque, affina ogni sua caratteristica con questo Angst, un album piuttosto vario e ben costruito, una sorta di seconda faccia, più atmosferica e ragionata, degli Wormed. Le somiglianze tra le due band sono evidenti, eppure gli Hybrid sanno conservare la propria individualità rimanendo ben lungi dall'essere una semplice band fotocopia. Prendete il vostro tempo e perdetevi nelle atmosfere desolate e spaziali di Angst... Non ve ne pentirete.
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