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Monarque - Lys Noir
( 1850 letture )
Attivi da circa una decina d'anni, i quebecchesi Monarque hanno sul groppone una sfilza di uscite che farebbe impallidire molti colleghi: circa una ventina tra full-length, EP, live album, compilation e demo assortiti, i più recenti pubblicati tutti sotto l'egida della Sepulchral Productions, etichetta che negli ultimi tempi ha molto valorizzato la scena canadese (Gris, Sombres Forêts).
Non paga di aver mantenuto una fitta frequenza media di pubblicazione nell'ultimo lustro (grossomodo una release a stagione), la band dimostra che la prolificità può andare a braccetto con la qualità con il terzo album, intitolato Lys Noir e composto di sei brani più una cover, per un totale di circa trentasette minuti di running time.
Il black metal dei Monarque si snoda tra tappeti atmosferici di tastiera, sempre presente ma raramente in posizione di predominanza, turbolente correnti melodiche delle chitarre, ondate avvolgenti a cui non è possibile resistere, ed una costante cascata di blast beat della batteria, in uno scorrere impetuoso ed inarrestabile, lasciando l'ascoltatore in balia dell'espressione emozionale del trio nordamericano. Il vortice nero creato da Monarque e soci possiede un'attrazione sinistra, in grado di catturare nella propria orbita dopo pochi ascolti, senza concedere tregua. Lys Noir è una spirale implacabile, da cui non è possibile strisciare via senza ferirsi, senza mettere a nudo la propria anima su di una coltre di neve cangiante. Lys Noir è il canto puro di un terreno che ancora trattiene i propri spiriti pulsanti, incatenati all'humus vivo e brulicante di piccole e tetre creature.

Si parte con L’Appel De La Nuit, lunga traccia in cui il trio mette in luce il proprio corredo balistico: rasoiate di chitarra celate sotto un turbinio di cenere impalpabile, atmosfere dilatate create dai synth e stratificate in una densa caligine color antracite, carezze di seta scarnificante rette da una sezione ritmica tellurica e coriacea, in grado di percuotere i fusti e per estensione far vibrare le corde degli ascoltatori, in un'alchimia di echi e risonanze.
Pur insistendo spesso su velocità elevate e ritmiche incalzanti, i nostri sanno quando sfruttare la veemenza di Bardunor e quando invece inserire dei passaggi di natura più minimale: un arpeggio su cui si innestano suoni gutturali del vocalist (in piena tradizione depressive), una struttura di stampo liturgico di solo synth, creando un gioco di pieni e vuoti che non necessita del sostegno di elaborati contrafforti, ma in grado di reggersi in piedi in virtù di un songwriting consapevole e maturo, spontaneo nell'espressione, ma al contempo per nulla banale.
Vigor Mortis, con il suo sepolcrale gioco di parole, si configura come la traccia più canonica di tutto il platter, niente di più di un breve diversivo intrappolato tra l'opener e La Quintessence Du Mal, brano in cui le vocals malsane di Monarque sono raddoppiate, che scivola verso la conclusione con uno dei più riusciti giri di chitarra, non prima di aver lasciato un breve fraseggio solistico ad Atheos, del nero giglio a sette petali evocato dai sovrani del Quebec.
Un breve intermezzo naturalistico intitolato Solitude prepara con la sua malinconica nenia il terreno per Mes Condoléances, una delle tracce più lunghe ed intense dell'intero platter. Un rincorrersi forsennato tra gli strumenti, contrapposto all'ovattata calma delle tastiere e alle sporadiche urla disperate di Monarque, caratterizza gran parte del brano, fino a che non si ode il crepitio di un fuoco ed i toni si smorzano, avvicinandosi alla disperazione. Un azzeccato organo incornicia il finale di questa traccia (quasi) strumentale, chiudendola con solennità.
Au Seuil Des Ténèbres è la rivisitazione di una brano dei conterranei Frozen Shadows, formazione stilisticamente (e non solo per provenienza geografica o per la label!) affine al trio in disamina. In questa versione il lungo cappello strumentale di organo è stato tralasciato per dare spazio ad un'interpretazione più ferale e diretta del brano, mantenendo invece inalterato il passaggio acustico che precede la ripresa finale. Una proposta coerente con il taglio del platter.
La riproduzione termina con la desolazione di Comme Des Vers, traccia a velocità ridotta ma carica dal punto di vista emozionale, concludendo Lys Noir con un sentito coronamento.

Per riassumere: la terza pubblicazione dei Monarque è un lavoro di tutto rispetto in cui, pur senza discostarsi dai canoni del genere, i canadesi riescono ad interpretare la tradizione con personalità e a risultare convincenti. Lys Noir è un disco curato e ben prodotto, in grado di valorizzare le sensazioni veicolate dal songwriting del trio, anche grazie ad una produzione invecchiata ma al contempo attuale, riscaldata dalla potenza degli strumenti analogici.
Una prova che non deluderà tutti gli amanti delle sonorità più semplici ed evocative, eppure sentite.



VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
88.66 su 3 voti [ VOTA]
Wild Wolf
Martedì 13 Agosto 2013, 21.59.05
1
Bel songwriting e gran belle atmosfere..è da un po' di tempo che in ambito black dal Québec non arriva qualcosa di brutto..
INFORMAZIONI
2013
Sepulchral Productions
Black
Tracklist
1. L’Appel De La Nuit
2. Vigor Mortis
3. La Quintessence Du Mal
4. Solitude
5. Mes Condoléances
6. Au Seuil Des Ténèbres
7. Comme Des Vers
Line Up
Monarque (Voce, Chitarre, Basso)
Atheos (Chitarre)
Bardunor (Batteria)
 
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