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Obscura Nox Hibernis - Il Male Primitivo
( 3092 letture )
Con grande piacere ricevo questo album da parte di Valdes, musicista italiano che magari ricorderete positivamente recensito, con la sua band omomina, qualche mese nella sezione demo. Questa volta si tratta dell'esordio ufficiale su lunga distanza per la band nella quale lui milita come compositore principale di musiche e testi, coadiuvato pero' da tre colleghi che lo aiutano a creare un disco davvero gradevole (buffo usare la parola "gradevole" in ambito black, ma cosi' e'!) e che verra' sicuramente apprezzato dai blackster italiani.
Il motivo? Semplice, questo disco e' ben suonato (grezzo al punto giusto, potente e con una produzione di buon livello, che evita il rischio, sempre presente in ambito black [a meno che non vi chiamiate Dimmu Borgir], di fare un pastone in cui non si distinguono gli strumenti e i suoni sono troppo ovattati), coerente con il vero spirito black, ma non si fossilizza su brani tutti uguali, e, particolare non indifferente, ha una buona quantita' di brani cantanti in italiano, con un effetto originale e quantomai azzeccato.
Questi tre quarti d'ora abbondanti di musica estrema mettono in mostra una band che, partendo da una fortissima base true black metal (piu' di stampo svedese che norvegese), esplora anche i generi confinanti, ovvero il thrash ("Nocturnal Worshipper", buona parte di "Blood spurting" e "Obscura Nox Hibernis" [che e' sicuramente il brano piu', ehm, melodico dell'album, con una forte carica thrash cupa che ricorda i Metallica dei bei tempi, rivisti nell'ottica di una band estrema quale gli O.N.H.], il death ("Gelido Furore"), il viking (la parte iniziale di "Blood Spurting" e "Forest Of The Hanged"), e, perche' no, il doom ("L'Inverno Dei Morti"). Ovviamente non si parla di brani puramente thrash, o puramente death, ecc., bensi' di confluenze di generi, che, mescolati con il black, sempre presente in tutti i brani, danno vita a furiose accelerazioni bestiali, rallentamenti pachidermici, riff gelidi e taglienti, parti da brividi oscuri, e in generale, un headbanging che ha in "Fatum", "The Summon" e "The Raven Bard Of Frost" le sue espressioni piu' potenti e violente (aggettivi che non sempre hanno lo stesso significato), in omaggio alla classica scuola Dark Funeral/Marduk/Setherial (tre nomi che ormai vengono sempre e comunque citati insieme, e non potrebbe essere altrimenti).
Qui e la' alcuni gelidi aliti del black norvegese rendono il disco ancora piu' ombroso e glaciale, e una costante alternanza di riff "motosega" e di sequenze piu' elaborate (che dimostrano come la band consideri di notevole importanza non solo il puro impatto, bensi' anche la scorevolezza e qualita' di songwriting dei brani) rende il disco piu' arioso e interessante da ascoltare rispetto ad un classico disco da "assalto frontale".
Da questo disco non dovete ovviamente aspettarvi un capolavoro, ma se lo vorrete acquistare, non farete di certo un errore! E poi, e' nostro dovere supportare la scena italiana, quando e' di qualita', quindi...



VOTO RECENSORE
71
VOTO LETTORI
23.87 su 31 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2005
Beauty Of Pain
Black
Tracklist
Chapter One : L'Inverno Dei Morti
1. Fatum
2. Blood Spurting
3. L'Inverno Dei Morti
4. The Summon
5. Nocturnal Worshipper
Chapter Two : La Caccia Selvaggia
6. Gelido Furore
7. La Caccia Selvaggia
8. Forest Of The Hanged
9. The Raven Bard Of Frost
10. Obscura Nox Hibernis
Line Up
Valech - vocals
Valdes - all guitars
Schatten - bass
Tamoth : drums

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colgas@inwind.it
 
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