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29/03/24
ENUFF Z’NUFF
BORDERLINE CLUB, VIA GIUSEPPE VERNACCINI 7 - PISA
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Hell`s Domain - Hell`s Domain
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( 1926 letture )
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Monicker cattivo, scritto con un font squadrato difficile da decifrare a una prima, rapida occhiata. Segni di violenza, sangue e un folle uomo in camicia di forza (la cui somiglianza fisica con un famoso direttore sportivo calcistico italiano non è un dettaglio così rilevante). Già dalla copertina questo disco riassume tutti gli stilemi artistici del thrash metal ottantiano: lo stile, i colori e il disegno non possono essere associati a nessun altro genere musicale, diverso da quello che ha rivoluzionato la musica estrema negli anni ottanta. Per questo loro omonimo debutto sotto Punishment 18 Records, gli Hell’s Domain hanno scelto di mettere in mostra le loro nette ispirazioni già a partire dal mero punto di vista visivo: Forbidden, Toxik, Evile e Xentrix spiccano su tutte le band che hanno reso onore al thrash metal in generale. Fondati dal chitarrista Bjorn Bihlet e dal bassista Lars Knudsen nel tardo 2007, gli Hell’s Domain sono un progetto nato con l’intento di ricalcare il classico thrash della Bay Area; malgrado siano passati ormai sei anni dal giorno in cui la band è stata formata dal duo succitato, la prima demo è stata pubblicata solamente nel 2011, ancor prima che la line-up fosse completata dall’axeman Andreas Schubert. Il primo concerto sotto questo monicker è stato suonato all’inizio del 2012, quando la band sembra finalmente aver trovato le tempistiche per tentare di rendere il progetto molto più concreto rispetto a quanto è stato nei suoi primi anni di vita. Grazie alla demo del 2011, i cinque danesi hanno potuto firmare un contratto con la Punishment 18 Records per dare alle stampe questo omonimo debutto, quando ormai ci si sta avviando verso la fine del 2013. Sarà valsa la pena attendere così tanto prima di riuscire a sbarcare nel mondo della musica, oppure questi sei anni sono stati solamente una perdita di tempo per il duo originario? Non ci resta che scoprirlo mettendo su il disco.
100 Days in Hell apre le danze con un inizio secco e tagliente, tipico del thrash di scuola californiana; ai riff aggressivi viene associato un breve assolo e poi la voce di Alex Clausen inizia a snocciolare il testo con la pulizia di un cantante heavy: il ritornello è coinvolgente ed entra subito nella testa dell’ascoltatore, trascinandolo all’interno del pezzo e rilasciandolo a ridosso di un bridge da headbanging. Finisce un pezzo, ne parte subito un altro mantenendo la stessa furia e lo stesso ritmo incalzante della precedente: The Needle and the Vein si profila come uno dei brani più riusciti del lotto. Le linee vocali e le rasoiate del duo Schubert-Bihlet spingono l’ascoltatore a cimentarsi con l’headbangin’ più furioso, specialmente durante i classici riff a corda vuota che sembrano riuscire a far muovere il collo come se fosse un corpo estraneo dotato di una propria autonomia. Con i brani successivi il copione si ripete: le chitarre seminano riffs affilatissimi, la voce, in certi momenti effettata, cerca di trascinare l’ascoltatore dietro di sé e s’iniziano a sentire i primi assoli consistenti. Il lavoro solista dei due axe-men non è eccessivo, non è pregno di orpelli tecnici ma si limita ad appoggiare le ritmiche nel loro velocissimo incedere, fornendo qualche scala al fulmicotone. A lungo andare, il coinvolgimento diminuisce leggermente, come accade spesso nei lavori un po’ troppo omogenei e derivativi; nulla di grave, non c’è il rischio d’annoiarsi, ma, purtroppo, non c’è nemmeno il rischio di esaltarsi eccessivamente. The Walls Come Tumblin’ Down mette in mostra un gran lavoro di Anders Gyldenohr dietro le pelli, a sostenere le ritmiche sempre furiose; Crawling Shadows inizia come una tranquilla ballad, salvo poi dimostrarsi uno dei pezzi più arrabbiati dell’intero disco, con qualche rapidissimo assolo di grande effetto. Verso la conclusione di Hell’s Domain si merita una nota d’elogio A Good Day to Die, brano che contende lo scettro di miglior composizione del platter alla precedente The Needle and the Vein. Ben eseguita, ma francamente inutile e velleitaria, la cover di Sneaking Disease dei Crionic posta in chiusura del platter, già lievemente troppo lungo nella sua durata.
Tirando le conclusioni, questo esordio omonimo degli Hell’s Domain risulta essere un disco di solido thrash metal d’annata, in grado di coinvolgere l’ascoltatore dall’inizio alla fine senza mai rischiare di annoiarlo pesantemente; un discreto taglio di un paio di brani avrebbe aiutato maggiormente la longevità dell’album, tuttavia non sono presenti dei fastidiosi filler. Una produzione valida mette in risalto la buona prova vocale di Alex Clausen, le rasoiate di chitarra del duo Schubert-Bihlet e le ritmiche trascinanti di Knudsen e Gyldenohr. Certo, non bisogna dimenticare che questo Hell’s Domain è un disco assolutamente derivativo, icona d’esordio di una band che ricalca le orme del passato come migliaia di altri gruppi attuali, tuttavia il modo in cui viene suonato e la qualità dei riff e dei ristretti assoli lo rende un lavoro che può essere appassionante per tutti i thrashers d’annata.
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7
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Ascoltato oggi per la prima volta...mi e' piaciuto abbastanza devo dire. Avevo letto da qualche altra parte che erano meno diretti da assimilare...tutt'altro direi. Molto validi..poco importa se derivativi, se un album mi coinvolge questo sinceramente per me non conta. Quindi alzo il voto ad un buon 7,5. |
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6
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@rik: Bay area il top! Perché non ti iscrivi al forum ? Di thrash si parla e ci sono vari loschi figuri che ti daranno ottimi consigli. Me compreso |
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5
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@AL : intanto grazie dei suggerimenti. Degli angelus apatrida ho i primi due cd (grandi) ; dei suicidal angels ho sanctify the darkness. Ottimi (per me ), anche hexen, fallen angels, evile, tutti con sound 'bay area' , se piace il genere. |
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4
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@rik: quoto. anche a me piace. è un buon cd. per la tua ricerca hai ascoltato i Suicidal Angels? Angelus Apatrida? Harlott? Game over? io ho trovato roba interessante visto che sono super appassionato di thrash. |
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3
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Considerato che le top player band non saranno eterne, nel mio piccolo, ho iniziato a guardarmi intorno. Essendo cresciuto con K'EM, un riferimento c'è l'ho. Di innovativo e di contaminato qui non c'è assolutamente niente. Quindi per me ottimo. C'è del sano e ben fatto thrash metal. Non iper-prodotto, quindi genuino. Le song hanno una struttura, non sono copia e incolla e suonano piacevoli. Questo cd di sicuro lo conserverò, e l'acquisto si è rivelato come una piacevole sorpresa. E la ricerca continua ..... |
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2
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......è ciò che vorrei fare di persona a quel direttore sportivo. |
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1
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Ma sì, il tipo del disegno è Galliani, incatenato perchè vorrebbe strozzare Balotelli...visto le ultime Balotellate... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. 100 Days in Hell 2. The Needle and the Vein 3. In the Trenches… 4. Order #227 5. The Walls Come Tumblin’ Down 6. Crawling in the Shadows 7. Dead Civilization 8. Hangman’s Fracture 9. As Good As Dead 10. A Good Day to Die 11. Sneaking Disease (Crionic Cover)
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Line Up
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Alex Clausen (Voce) Andreas Schubert (Chitarra) Bjorn Bihlet (Chitarra) Lars Knudsen (Basso) Anders Gyldenohr (Batteria)
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RECENSIONI |
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