|
13/07/22
GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR + STEARICA
STUPINIGI SONIC PARK - NICHELINO (TO)
|
|
Necromessiah - The Last Hope of Humanity
|
( 2183 letture )
|
Quando NecroManiac, al secolo Marco Lai, ha creato il suo progetto nella piccola cittadina sarda di Portoscuso, l’idea prioritaria era quella di suonare un grezzo black metal di chiarissima matrice nordica. Era il 2002 e in questi undici anni i Necromessiah si sono evoluti, hanno cambiato line-up e hanno integrato il loro sound forti delle esperienze ottenute nel corso degli anni, arrivando a suonare un potente thrash macchiato di nero metallo. Con l’ingresso del bassista SGT Baal e il batterista Darken, nel 2005 si realizza la formazione che caratterizza ancor’oggi la band, giunta con questo The Last Hope of Humanity al suo terzo disco in studio. Pubblicato dopo ben sei anni dall’ultimo full-length Antiklerical Terroristik Death Squad, è frutto di un contratto firmato con la label Punishment 18 Records. Osservando i titoli dei vari brani si può notare come l’ideologia su cui sono stati fondati i Necromessiah sia ancora ben presente e coinvolga quelle tematiche che, dalla nascita degli immortali Venom, hanno caratterizzato la maggior parte delle band thrash metal con evidente predisposizione per le contaminazioni black. Infatti, proprio Cronos e compagni sono la band che più deve aver ispirato i Necromessiah nella costruzione del loro sound, con la maligna aggiunta di sfumature black a un thrash assatanato e cattivissimo.
L’ultima speranza dell’umanità inizia con l’apertura dei cancelli dell’inferno: Opening the Gates è una rapidissima intro che serve esclusivamente per proiettare con efferata brutalità il grezzo suono del basso in stile Lemmy di SGT Baal nell’intro di Returned from Hell. Il pezzo dimostra immediatamente di che pasta sono fatti i Necromessiah del 2013: rasoiate adrenaliniche sulla sei corde, martellate di puro metallo sulle quattro corde e potenti mattonate sulle pelli; il trio pesta e lo fa con efferata brutalità, mentre la voce si scava un posto su questa sezione ritmica che varia dal thrash più ottantiano a spunti di matrice black, con spezzoni di blast beat che sfociano in una furiosa sdoppiata di chiusura. Non c’è nemmeno il tempo di esaltarsi per la conclusione del primo brano che subito la martellante doppia cassa si fa sentire e il basso prorompe nell’introduzione di Bio Terror Beast, un altro gran pezzo sullo stile del thrash che conta. Da qui in avanti i brani si miscelano nella loro omogeneità, senza tuttavia mancare di quella cattiveria che permea l’intera registrazione: dalle rullate d’apertura di Pedo Priest, passando per la rapidissima Kill the Pope sino ad arrivare a sonorità più tendenti al thrash teutonico ottantiano di Arm Your Machine Gun, ammorbidendo quindi i toni testuali e musicali in Don’t Touch My Glass, brano di chiara derivazione Motorhead; nonostante in alcuni pezzi si possa notare un calo di complessità musicale, l’efferatezza non viene mai a mancare, tenendo alti gli scudi di una band in ottima forma che sa ciò che vuole suonare e lo fa con grande attitudine. Prima della conclusiva Goat ‘n’ Roll, brano che merita già solo per il titolo, vi è un intermezzo di due minuti scarsi che rappresenta anche uno dei punti più alti dell’intero album: Blood Boiler. Questa pura dimostrazione di elegante thrash/groove incede con lentezza, come se venisse tirato il freno a mano per la prima volta nella registrazione: la chitarra segue un ritmo in continua evoluzione e sembra collegarsi direttamente con il collo dell’ascoltatore, impedendogli di rimanere fermo, fungendo quindi da ottima opener per la conclusiva cavalcata al fulmicotone.
La terza fatica dei Necromessiah è un album valido, grezzo, pesante, saturo e pieno d’esperienza. Partendo dal dettaglio più evidente, ovvero una produzione veramente ottima per il genere scelto, si possono elogiare i suoni caratteristici di una band in grande spolvero che martella ossessivamente l’ascoltatore dall’inizio alla fine del proprio full-length. La chitarra ha un sound crudo, distorto all’inverosimile e, sotto le dita di NecroManiac, si prodiga in riff thrash e sfuriate black che, saltuariamente, sfociano in accenni di blackened death; il basso è devastante, un suono secco che esprime tutta la violenza che le quattro corde dovrebbero possedere in una registrazione di metal estremo; la batteria è incessante, detta i tempi con assillante precisione e costruisce un tappeto ritmico in perfetta collaborazione con gli strumenti a corda. Sulla furia musicale si staglia la voce di NecroManiac che, in perfetta simmetria con il sound della sua sei corde, fornisce una prova aggressiva e brutale, interpretando in modo convincente le tematiche black dei testi. Ci troviamo di fronte a una delle realtà thrash più in forma del vecchio stivale, capace di offrire un terzo disco di qualità buona e dalla trascinante violenza che ci proietta direttamente alla fine degli Eighties. Fermo restando che i Necromessiah non inventano nulla e trattano un genere prettamente derivativo, non bisogna erroneamente pensare che sia facile ottenere una tale compattezza sonora in studio, specialmente con soli tre membri; l’omogeneità dei brani è un dettaglio che diventa maggiormente trascurabile a fronte di una consistente macchina sonora, creata per spazzare via qualsiasi intralcio e travolgere l’ascoltatore; inoltre, l’incedere devastante dei brani potrà diventare un cavallo di battaglia in sede live, incrementando ulteriormente il dirompente sound dei brani registrati. The Last Hope of Humanity è furia, è rabbia, è ribellione. Ed è fortemente consigliato agli amanti del cattivo thrash europeo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2
|
Bravissimi, un bel thrash veloce e grezzo con una vena black dosata al punto giusto per i miei gusti . |
|
|
|
|
|
|
1
|
Una delle migliori band italiane del momento,nessuno spacca come loro. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Opening the Gates 2. Returned from Hell 3. Bio Terror Beast 4. Pedo Priest 5. Dead or Alive 6. Kill the Pope 7. Arm Your Machine Gun 8. Don’t Touch My Glass 9. Unleash Disorder 10. Blood Boiler 11. Goat ‘n’ Roll
|
|
Line Up
|
NecroManiac (Voce, Chitarra) SGT Baal (Basso) Darken (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|