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25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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Mithery - The Awakening of the Beast
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( 962 letture )
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Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 inizia un filone di progressive sviluppatosi principalmente negli States che vede protagoniste diverse band, tra cui la più influente è sicuramente quella dei Dream Theater. A differenza dei padri fondatori del genere, le band di questo filone persero l’attitudine a miscelare i più disparati stili musicali come jazz, blues, classica sinfonica, rock e via dicendo (caratteristica che più di tutte distingueva le composizioni delle band degli anni’70) preferendogli l’inserimento e la ricerca delle variazioni metriche e abbandonando quasi completamente l’utilizzo di strumenti acustici (trombe, clarinetti, sax, viole, violini ecc..) di cui erano colmi i precedenti e adottando in linea di massima dei suoni molto potenti,definiti e particolarmente costruiti a livello di effettistica. Questa caratteristica non è riconducibile solamente all'appesantimento dei suoni che trasportarono il genere verso il progressive metal ma è da considerarsi una vera e propria svolta verso una nuova concezione del genere che, rispetto al passato, propone delle composizioni stracolme di variazioni principalmente tempistiche, atte spesso a stupire l’ascoltatore più con la tecnica individuale che con arrangiamenti e composizioni di grande melodia e atmosfera. E’ proprio da questo movimento da cui prendono maggiore influenza i danesi Mythery. Per farsi subito una chiara idea di quello che ci aspetterà quando metteremo il disco nel lettore, ci basta immaginare lo stile prima citato, utilizzarlo come base e aggiungere le dolci melodie e sonorità provenienti dal symphonic metal mixando tutto con dei suoni perfettamente strutturati. Tolte le similitudini già citate, la caratteristica che più di tutte risalta è la massiccia presenza del violino di Michala Høj , che risulta in primo piano su buona parte delle tracce del disco, donando loro una nota ancora più sinfonica.
Iniziamo dall’artwork: vediamo una sorta di buco nero coperto da un simbolo apparentemente di origine celtica, contornato da una nebulosa rossastra e sovrastato dal nome del gruppo e del disco. Sinceramente risulta prescindibile: non presenta alcun nesso con il significato dell’album e graficamente si manifesta in maniera piuttosto banale. Il disco è composto da cinque brani di cui l’ultimo, che da il nome all'album, risulta una suite di quasi 33 minuti divisa in 5 tracce: senza ombra di dubbio si parla del pezzo più interessante dell’opera, che raggiunge in alcuni punti (come nell’intro) dei momenti di grande musica. Se non fosse stato per questo brano la disamina sarebbe stata molto più severa. Nel complesso l’opera scorre facilmente e i pezzi sono abbastanza piacevoli e di facile ascolto, in alcuni frangenti anche troppo: è ben percepibile una nota un po’ ruffiana della band, che utilizza dei classici clichè inseriti nei punti giusti in modo da rendere il tutto più orecchiabile col (presunto) fine di accattivare il pubblico meno avvezzo al genere. Questa caratteristica è presumibile che sia da imputare principalmente alla produzione; resta però il fatto che, in alcuni punti, il livello scende palesemente verso un approccio quasi pop. Viste le note negative, diciamo anche che il songwriting, seppur soffrendo delle problematiche già espresse, risulta buono e sicuramente questi ragazzi sanno suonare; la tecnica individuale c’è, come d'altronde il talento e, in alcuni frangenti, sono presenti degli spunti sicuramente positivi. Se riuscissero nei prossimi lavori a dare maggiore personalità ai brani e a eliminare questo velo di commercialità, potrebbero diventare una band molto interessante.
Possiamo affermare tranquillamente che questo disco non aggiunge nulla alla storia della musica; si parla comunque di un lavoro ben confezionato che risulterà quasi sicuramente noioso per chi volesse sentire qualcosa di nuovo. Se però siete fan di quest’approccio al prog, non fatevi problemi a sentire cose che già conoscete, oppure approcciatevi nel caso siate neofiti del genere, sicuramente questo The Awakening Of The Beast potrebbe piacervi.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Another Universe 2. Epoch Of Destruction 3. The Crusade 4. Godforsaken 5. The Awakening Of The Beast Pt. I: Overture 6. The Awakening Of The Beast Pt. II: A Dark Epiphany 7. The Awakening Of The Beast Pt. III: Awoken By The Fire 8. The Awakening Of The Beast Pt. IV: Through Shadow Eyes 9. The Awakening Of The Beast Pt. V: The Words Of Salvation
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Line Up
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Laurits Emanuel (Voce) Simon Rabenhøj (Chitarra) Tobias Dall (Basso) Nikolaj Holger (Batteria) Michala Høj (Violino) Mikkel Rosenbeck (Tastiere)
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RECENSIONI |
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