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 25/04/24
MARDUK + ORIGIN + DOODSWENS
AUDIODROME, STR. MONGINA 9 - MONCALIERI (TO)
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( 1412 letture )
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Le credenziali sono di tutto rispetto. Gli Impera fanno infatti seguito al precedente Legacy of Life del 2012, sempre forti di una formazione composta da professionisti di lungo corso e di provata affidabilità. Oltre al batterista/mastermind J.K. Impera, precedentemente all'opera con John Korabi, Bruce Kulik, Vinnie Vincent e Graham Bonnett, troviamo il cantante Matti Alfonzetti (Scott Gorham, Jagged Edge, Road To Ruin, Red White & Blues), il chitarrista Tommy Denander (Toto, Alice Cooper, Paul Stanley, Michael Jackson ed infiniti altri) ed il bassista Mats Vassfjord (John Korabi, Grand Desing, Vinnie Vincent, Scaar). Il background di questi musicisti è pertanto molto solido e per nulla difficile da decodificare. Provenendo da un'area che abbraccia la parte più glam/pop del rock, quella più spettacolare e "kissosa" e quella un po' più vicina all'hard rock vero e proprio, gli Impera confezionano un prodotto che non regala nessuna sorpresa, ma mantiene tutto ciò che promette, confermando in sostanza quanto mostrato all'atto del debutto.
Il disco in argomento evidenzia tutte le sfaccettature che lo stile adottato consente, passando dal grande groove hard rock di Beast Within, vero hit potenziale e sintesi migliore tra durezza -si fa per dire- e melodia presentata dal cd, con Alfonzetti e soprattutto Denander già sugli scudi, a momenti più marcatamente melodici. La prima parte del lavoro conserva comunque un certo tono anche con These Chains e All Alone, rette dal grande professionismo dei quattro, prima di giungere al divertente blues da manuale di Smalltown Blues. Segue l'immancabile ballad bluesy Since You’ve Been Gone, risolta con grande mestiere ed un ottimo assolo, che fa da preludio all'hard rock di Goodbye, cover del pezzo di Paul Stanley contenuto nel suo album del 1978, peraltro non il più riuscito del 33 giri, in cui interviene anche Bob Kulick. Melodia e voglia di suonare sono gli atout di Easy Come, prima di affilare di nuovo le unghie con You And I. Chiusura su di tono affidata a This Is War e Fire And The Flame, più ritmata, ma ugualmente efficace. Questa, in sintesi, la tracklist di Pieces of Eden. In tutte le tracce a spiccare è sempre ed immancabilmente Tommy Denander con il suo chitarrismo avvincente, capace di segnalarlo su tutti, nonostante gli altri tre siano comunque musicisti senza pecche, specialmente il cantante. Alla fine però, a rimanere più in testa sono l'opener e Smalltown Blues, ossia i due pezzi più vicini l'uno all'hard rock vero e proprio e l'altro al blues, segno che tutto il resto è solo consequenziale, a prescindere da quanto possa piacere.
Non è tanto l'analisi delle singole tracce a fornire la descrizione delle qualità dell'album, quanto il suo inquadramento all'interno di un certo settore come prodotto destinato ad una certa utenza. Altrettanto imprescindibile però, è la considerazione dei personaggi coinvolti nel progetto Impera e della loro capacità musicali, che li portano immancabilmente verso una certa direzione. Pieces of Eden è un disco in grado di accontentare fans dei Kiss, dei Mr. Big, dell'hard rock e dell'AOR in generale, ma, come è ormai scontato ripetere, è molto prevedibile nel suo svolgersi. E' invece nella sua organizzazione generale, nella capacità di scrivere ed arrangiare i pezzi in maniera ottimale rispetto al fine ricercato, nell'assenza di tastiere ed orpelli vari per produrre fumo che mascheri il poco arrosto della gran parte delle uscite di questo ambito, ma soprattutto nella credibilità dei singoli musicisti, che l'album trova il suo senso. In particolare è il già citato Denander -non per nulla uno dei turnisti più quotati del giro- a regalare momenti appaganti sia a livello ritmico che solistico. Pieces of Eden conferma quindi le qualità della prova precedente, ma denuncia anche i limiti della proposta, intrinsecamente statica ed impossibilitata a proporre qualcosa che vada oltre la piacevolezza e l'aderenza al "canone". Se comunque ciò che si cerca è un prodotto affidabile, a tratti appagante a patto di non considerarlo da un punto di vista strettamente critico e spaccone come i Kiss insegnano ("We are, and we’re here to rule the world!" è uno dei loro motti preferiti), J.K. Impera & C. possono regalare molti momenti divertenti.
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1
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...mamma che brutti che sono!!! O_° |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Beast Within
2. These Chains
3. All Alone
4. Smalltown Blues
5. Since You've Been Gone
6. Goodbye
7. Easy Come
8. You And I
9. This Is War
10. Fire And The Flame
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Line Up
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Matti Alfonzetti (Voce)
Tommy Denander (Chitarra)
J.K. Impera (Batteria)
Mats Vassfjord (Basso)
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RECENSIONI |
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