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Marco De Francesco - MDF1 - The Wizard
( 2447 letture )
MDF1 – The Wizard è il primo album solista di Marco De Francesco, giovane chitarrista romano, impegnato al momento anche con la band Neurosphere. La sua passione per la musica è nata quando, all'età di dieci anni, si è avvicinato allo studio del pianoforte; il vero amore per quest'arte lo scopre però grazie alla chitarra elettrica, ispirato da alcuni tra i più influenti chitarristi degli ultimi decenni, come Steve Vai, Joe Satriani, John Petrucci, Yngwie Malmsteen e Paul Gilbert.

Il disco si apre con il suono della sirena di Nuclear Alarm, su cui fa il suo ingresso la chitarra, in un'apertura che contiene ricordi in parte dei Black Label Society, in parte dei Metallica, ma che nello sviluppo successivo manifesta una forte suggestione dai Dream Theater.
Con le tracce seguenti, l'atmosfera cambia completamente; le linee melodiche composte da De Francesco guidano a momenti più rilassati. El Dorado si rivela interessante in particolar modo nella seconda parte, quando il chitarrista romano si diverte a giocare con la struttura ritmica di una melodia relativamente semplice. Supernova è invece costruita per contenere anime differenti e virtuosismi che si fanno più presenti rispetto ai brani precedenti. Segue la titletrack, The Wizard, in cui la chitarra riprende più volte l'incipit di un medesimo tema, che rimane più saldamente nella memoria, accompagnato dal suono di un pianoforte.
A questo punto dell'ascolto, le composizioni di De Francesco rischiano di perdere incisività, a causa della loro forte omogeneità; il passaggio ad un brano di chitarra acustica si dimostra quindi piacevole e corretto. Secrets divide esattamente in due parti MDF1 – The Wizard, regalando uno splendido istante di respiro e permettendo di apprezzare i colori e le dinamiche dell'esecuzione acustica di De Francesco. Con Golden silence si ritorna poi allo strumento elettrico, senza però sperimentare uno strappo eccessivamente brusco.
Moonsong ha la capacità di distinguersi all'interno del disco per il largo utilizzo del wah wah; i passi progressive e i cambi di tempo sono invece elementi in comune che si ritrovano nella totalità del disco e concorrono a legare i brani tra loro. Particolarmente espressivo è il movimento da accordi costruiti su primo e quinto grado ad accordi di quinta diminuita; proprio con questo passaggio, riscontrabile anche in diverse canzoni dei Dream Theater, si conclude il brano.
Memories introduce il momento meno brillante del disco, attraverso una base di batteria e tastiera, su cui si inserisce la chitarra a ravvivare di molto l'atmosfera.
In chiusura, Two Days After Disaster, si rivela uno dei brani più completi ed interessanti di tutto l'album. Apre la tastiera, prima con un accordo, poi con una melodia che seppur semplice risulta molto intensa; su di essa si innesta la chitarra. L'utilizzo di tonalità minori e accordi diminuiti porta questo brano a recuperare le fila del discorso iniziato con la traccia di apertura e rimasto pressoché nascosto fino ad ora, come una corrente sotterranea, riemersa solo sporadicamente. Dopo un ormai consueto cambio di tempo, la tastiera assume per qualche istante il ruolo di protagonista. Intorno alla metà del brano si ha come la sensazione che il discorso strumentale stia per cedere alla ridondanza, ma il rischio viene evitato da altri cambi di tempo e di atmosfera che riportano al brano energia e complessità.

Terminato l'ascolto di MDF1 – The Wizard è impossibile negare che l'influenza maggiore nella composizione dei brani sia stata quella del chitarrista statunitense John Petrucci e, in particolare, dei suoi lavori tra gli anni Novanta e l'inizio del nuovo millennio. In ogni canzone ritroviamo limpide impressioni alla Dream Theater, siano esse un cambio di tempo, una costruzione armonica, uno stilema chitarristico o anche solo un passaggio di batteria. Per quanto ci si possa rendere conto facilmente che non si tratta di citazioni forzate, ricercate, ma spontanee e frutto probabilmente di anni di studio su questo genere, il risultato è che il disco manca di un pizzico di originalità. Se avete amato lo stile di Petrucci, apprezzerete di sicuro anche MDF1 – The Wizard, ma nel caso stiate cercando una nuova e forte personalità, Marco De Francesco non è ancora pronto a mostrarla: il suo carattere personale fatica a filtrare attraverso le maglie della struttura che ha adottato.
Nonostante ciò, il disco è molto valido, ben suonato ed equilibrato; non troppo virtuosistico, né eccessivamente narrativo, con una calibrata alternanza di calma e tensione. Un'ultima ma importante considerazione riguarda la produzione che, realizzata in maniera impeccabile, esalta i contenuti dell'album.



VOTO RECENSORE
68
VOTO LETTORI
70.66 su 3 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2013
Autoprodotto
Shred/Metal
Tracklist
1. Nuclear Alarm
2. El Dorado
3. Supernova
4. The Wizard
5. Secrets
6. Golden Silence
7. Moonsong
8. Memories
9. Two Days After Disaster
Line Up
Marco De Francesco (Chitarra, Tastiera, Piano, Basso) Alex Galanti (Batteria)
 
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