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19/04/24
GOATBURNER + ACROSS THE SWARM
BAHNHOF LIVE, VIA SANT\'ANTONIO ABATE 34 - MONTAGNANA (PD)
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Hail of Bullets - III: The Rommel Chronicles
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( 4715 letture )
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PROLOGO Con III: The Rommel Chronicles il supergruppo olandese Hail of Bullets dà ulteriore prova del proprio valore sul "campo di battaglia" del panorama death metal mondiale. Terzo concept album a tema bellico della formazione, The Rommel Chronicles è incentrato sulla vita di Erwin Rommel, la "Volpe del Deserto", famoso feldmaresciallo tedesco divenuto eroe nazionale, molto amato in patria per le sue azioni nel corso delle due Guerre Mondiali e per la sua fibra morale solidissima. La scelta di dedicare il disco ad una figura di spicco della guerra, laddove i precedenti full length erano focalizzati su conflitti ben precisi, consente agli Hail of Bullets di comporre canzoni ancora più variegate che in passato. Cifra stilistica dei nostri è infatti, oltre alla cura maniacale per la componente testuale, una perfetta coerenza lirico/musicale: se in ...Of Frost and War questo ha portato ad un album lento e soffocante, riflesso degli opprimenti conflitti russo-tedeschi nell'est Europa, ed in On Divine Wings il risultato è stato un death metal meno legato ai downtempo, rapido e violento come gli scontri aerei tra America e Giappone, The Rommel Chronicles gode di soluzioni compositive di più ampio respiro, sempre perfettamente coerenti con gli episodi raccontati. Scendiamo un po' più nei dettagli.
PRIMA PARTE: LA PRIMA GUERRA MONDIALE Swoop of the Falchon, la opener, è un brano dedicato alle prime gesta militari di Rommel, durante la prima Guerra Mondiale, l'inizio del cammino che lo porterà, grazie alle sue doti ed alla buona sorte, alle alte cariche militari. Si tratta di una canzone diretta ed aggressiva, che non rinuncia però ad un poderoso rallentamento nella sezione centrale, un perfetto ritratto musicale delle lotte nel primo conflitto mondiale, in cui cariche forsennate si alternavano ai terribili stalli delle trincee. Possiamo apprezzare un gusto per la componente melodica più accentuato che in passato, ed il ruolo cruciale ricoperto dalla chitarra solista sul piano atmosferico. La seguente Pour le Mérite narra invece le azioni del nostro protagonista nella battaglia dell'Isonzo, che gli permetteranno di guadagnare l'ambito riconoscimento che dà il titolo alla canzone. Stilisticamente è un brano per certi versi simile al precedente, con un utilizzo più diffuso di ritmi marziali e solenni linee melodiche tipiche (nel riff di apertura così come nella splendida transizione di metà canzone) degli Hail of Bullets, che calzano alla perfezione. Su tutto si staglia la riconoscibilissima voce di van Drunen, come sempre sofferta e coinvolgente, nonché perfettamente intelligibile.
SECONDA PARTE: LA SECONDA GUERRA MONDIALE E IL NORDAFRICA Questo "blocco" tematico è il più esteso: esso parla di quanto fatto da Rommel nel secondo conflitto mondiale, con un'attenzione particolare per il suo operato in Nordafrica, che gli fruttò il suo celebre soprannome e per il quale è più conosciuto. DG-7 si riferisce al periodo in cui, durante la campagna di Francia, Rommel guidò la settima Panzer Division, ribattezzata poi Gespenster-Division (o divisione fantasma) per la rapidità con cui i carri armati della divisione colpivano il bersaglio e poi sparivano. Un brano ricco di armonizzazioni, dalla partenza cadenzata e pesantissima, appunto da carro armato, che accelera con decisione per poi sfociare in una lunga outro melodica di alta classe. Musicalmente, la seguente To the Last Breath of Man and Beast (dotata tra l'altro di un ottimo assolo) ne rappresenta un perfetto seguito, molto intensa anche per via del minutaggio contenuto. DAK è un midtempo, condito però da un assolo finale ad alta velocità, ricco di solidissimi riff, dedicato ai Deutsches Afrikakorps, i corpi speciali che Rommel guidò in Libia. La seguente The Desert Fox è uno dei pezzi migliori del disco, grazie ad un tema principale schiacciante e feroce, che si stampa in testa sin dal primo ascolto, ed alla performance vocale di van Drunen, particolarmente soddisfacente. Tobruk ha dalla sua un'atmosfera opprimente, particolarmente adatta per la trasposizione in musica dell'assedio omonimo. In brani come questi si apprezza maggiormente la produzione fantastica, dai suoni perfetti eppure pesantissimi, ottimamente bilanciati. Si avverte il tocco al mixing ed al mastering, del poliedrico Dan Swanö, ormai una garanzia in tutto ciò che fa. Farewell to Africa segna la conclusione della campagna nel Continente Nero e di questa sezione del disco: è un vortice di riff e di solismi spietati e molto poco intenzionati a fare prigionieri.
TERZA PARTE: GLI ULTIMI ANNI Le ultime azioni di Rommel sono racchiuse in The Final Front: un brano fulminante e micidiale, guidato da un drumming molto tirato, insistente sul rullante e sulla doppia cassa . Le chitarre tessono riff letali, e non manca un velocissimo assolo da cardiopalma che colpisce a sorpresa dopo un rallentamento particolarmente monolitico. Si chiude con un'outro cadenziata e fortemente atmosferica che si acquieta lentamente. Con la conclusiva Death of a Field Marshal si raggiunge l'assoluto apice di The Rommel Chronicles: probabilmente il brano death migliore di quest'anno, si tratta di una vera e propria marcia funebre, che si apre con una melodia solenne e mozzafiato, e sfocia in un riffing pesante come un macigno, nel quale la chitarra solista dà un ulteriore tocco di drammaticità. La voce di van Drunen tocca livelli di intensità ancora più alti mentre descrive il terribile stato d'animo di Rommel che, vedendosi scoperto come uno degli artefici della fallita congiura per togliere di mezzo Adolf Hitler nel 1944, deve scegliere tra la propria vita ed il proprio onore. Il brano si chiude con un'outro acustica altamente tragica, interrotta improvvisamente. Si tratta della fine di un viaggio, di una vita segnata dal coraggio, dal successo militare e dall'amore per la patria.
EPILOGO: UNA QUESTIONE D'ONORE
The Rommel Chronicles è insomma uno dei dischi death migliori dell'anno. L'ulteriore miglioramento nella gestione del concept, che con questa nuova formula risulta ancora più coinvolgente ed efficace, non può che lasciare sbigottiti, se si considera che già in passato si erano raggiunti livelli di elevata classe. Una sorta di commistione dei punti di forza dei precedenti full length, l'album non fallisce su nessun fronte: aggressività, pesantezza, atmosfera, solennità, sono tutti obiettivi raggiunti brillantemente dalla brigata degli Hail of Bullets, una band meritevole dei più alti onori (in questo caso musicali), e degna di essere considerata un vero caposaldo del death metal mondiale.
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Discone,non hanno mai sbagliato nulla!Una grave cosa il loro scioglimento |
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Gran disco. Tre album..tre centri, ma questo e il primo sono da 8,5. Speriamo calino il poker. |
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Produzione perfetta. Death classico che suona moderno senza pvc di mezzo. Gran disco. |
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Madonna!!! Che gran disco!!!! Questo si che e' vero brutal-metal vero!!!!!! Il mio sangue che scorre per la passione di quegli Hail of Bullets pesanti, feroci, violenti, pieni di riff bellissimi!!!!!!!!!!! E io non cambierò per nessuna ragione al mondo!!!! Mi comperò stra tanti dischi ma dico "tanti" e quando sto dicendo tanti, sappiate bene il significato di quello che sto per dire... Chi e' d'accordo con me? A chi piace il mio commento? E mi raccomando se siete dei veri metallari ascoltate ancora e ancora di più il trash/death metal e grindcore!!! Se non lo siete ci prenderò a calci in culo!!!! |
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Un autentico capolavoro, bellissimo! |
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Confermo, un discone: voto 88 |
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18
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3/5 dei musicisti vengono dai grandissimi Thanatos, più Van Drunen che si dimostra sempre di più il miglior Growler in circolazione. Non può non venir fuori un bel disco, no? E infatti ci troviamo tra le mani un gran gioiellino, che raggiunge i fasti di "Of Frost And War". Solennità, violenza, atmosfera e tanto phatos che si taglia col coltello rendono l'ascolto una vera e propria esperienza. La qualità dei brani rimane sempre molto alta, per raggiungere picchi da pelle d'oca con DG-7 e DAK. Il tutto senza orpelli, senza tecnicismi tediosi e sbrodoloni. Disco Death dell'anno? Senza dubbio. 88/100 |
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17
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Ascoltato anche io, disco pesante come un macigno. Lo devo ancora assimilare per bene ma siamo al cospetto di un disco con 4 paia di palle cubiche! Van Drunen immenso, non ci sono parole... Uno dei migliori dischi del 2013 |
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16
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Mastodontici pura classe .......... |
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15
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Ascoltato.. Hail Of Bullets incredibili, tre dischi su tre di classe incredibile. E chi li ferma questi? |
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Pura goduria!!! Bella Recensione |
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Cazzo è uscito? Si vede che sono stato fuori dal mondo per due mesi devo assolutamente ascoltarlo!! Finora hanno sfornato due capolavori assoluti! |
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12
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Ottima recensione, ottimo disco. |
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Splendida recensione Federico! |
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10
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concordo con enry e con federico, questo è un gran disco, per me il top del death metal quest'anno. Dak è un pezzo da brividi e la produzione è il fiore all' occhiello. |
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9
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Ottimo disco ma non avevo dubbi in merito anche se non riesco a decidere se sia migliore questo o "Kingdom of Conspiracy". |
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8
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EDOhard: li metto dove li ho sempre messi, nella lista delle buone band. L'ultimo l'ho preso e mi è piaciuto, ma per me Gorguts e Hail of Bullets stanno un livello sopra, forse pure due. |
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7
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Non per andare troppo OT ma sinceramente per il sottoscritto l'ultimo Exhumed è un disco "solo" buono, non ai livelli dei pesi massimi di quest'anno |
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6
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@enry e gli exhumed dove li metti? |
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5
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dimenticate Bolt Thrower ed Asphyx, qui c'è "un'altra band".. voto giusto! |
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4
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Lo devo ancora avere ma ovviamente so che sarà un'altro gioiello di death metal classico. |
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3
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Arrivato sabato, Gorguts per il death tecnico e Hail of Bullets per quello classico, un gran 2013 per il death metal. Disco spettacolare, bella rece e voto giusto. |
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2
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NON HO PAROLE MUSICA PER PALATI FINI, NON DELUDONO MAI UNO DEGLI ALBUM DEL 2013 |
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1
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Un colosso quest'album...voto giusto stavolta |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Swoop of the Falcon 2. Pour le Mérite 3. DG-7 4. To the Last Breath of Man and Beast 5. DAK 6. The Desert Fox 7. Tobruk 8. Farewell to Africa 9. The Final Front 10. Death of a Field Marshal
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Line Up
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Martin van Drunen (Voce) Paul Baayens (Chitarre) Stephan Gebédi (Chitarre) Theo van Eekelen (Basso) Ed Warby (Batteria)
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