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KinetiK - Greed
( 1356 letture )
I fiorentini KinetiK si formano nel 2011 dall’unione di musicisti provenienti dalla zona del capoluogo toscano. Particolarità di questa formazione che salta subito all’occhio scorrendo la biografia, è il fatto che ben tre membri su cinque ricoprivano altri ruoli nelle band in cui suonavano precedentemente: il chitarrista Massimo Falciani imbracciava infatti il basso nei Sickening, il bassista Niccolò Parenti era il chitarrista tra le fila degli Infame, mentre il cantante Roberto Grillo si proponeva pure lui come chitarrista, ma nei Diabolical Bog. I cinque thrashers amanti delle sonorità di band culto del filone tedesco e di quello californiano della Bay Area, ci propongono quattro tracce dure e crude, precedute da una breve intro, tutte accuratamente ed interamente prodotte dai due chitarristi Massimo Falciani e Fabio Docci. L’intenzione è quella di creare qualcosa di nuovo senza apparire troppo derivativi, ma ciò si realizza solo in minima parte. A partiture di chitarra aggressive e taglienti, correlate da alcuni gradevoli assoli, e ad un tappeto ritmico mai troppo statico, si contrappone una linea vocale generalmente piatta ed incapace di destare grandi sensazioni; da una parte si percepisce il tentativo di interpretare i pezzi ponendo l’accento sulle parti più dure e dirette, ma dall’altra è facile notare come alla fin fine si arrivi a soluzioni sempre simili tra loro e spesso poco incisive. Proprio la voce è l’elemento che più di tutto impedisce ai KinetiK di tirare fuori canzoni veramente originali, ma sicuramente come primo impatto bisogna ammettere che il tentativo è perlomeno apprezzabile e siamo sicuri che le potenzialità espresse da Roberto Grillo, così come il sound della band nel suo complesso, abbiano largo margine di miglioramento.

La cortissima intro Subject 16 da il via ad un quartetto di canzoni specificamente d’impronta thrash, con soltanto poche lievi differenze riscontrabili tra l’una e l’altra. Nella prima di queste, Warped, emerge su tutto il buon lavoro delle chitarre, mentre la voce di Grillo cerca di farsi strada, ma senza riuscire ad incidere più di tanto. Il cantato semi-parlato non è una soluzione sempre accettabile e si sente la mancanza di vere melodie vocali, che non per forza devono essere pulite o acute e nemmeno rischiare di risultare innaturali, ma che se ci fossero potrebbero rivoltare completamente il giudizio sulle varie canzoni rendendole molto più interessanti di quanto appaiano al momento attuale; ottimo l’assolo di Massimo Falciani, ispirato e coinvolgente, così come efficace risulta il drumming di Niccolò Stumpo. Nel secondo pezzo la sostanza cambia poco, ma già si percepisce un lieve calo qualitativo rispetto al buon incipit che aveva avuto il disco. Face Your Dark Side è, infatti, un brano che lascia una scia abbastanza flebile nonostante l’attitudine aggressiva che lo caratterizza. Qui, però, il singer sembra essere più a suo agio e la rabbia sprigionata dalla voce viene esaltata anche per mezzo del buon assolo di Fabio Docci. L’episodio meno apprezzabile è invece Greed, canzone che da il titolo all’album e su cui si basa l’artwork di copertina, tra l’altro molto ben fatto. La titletrack non convince come dovrebbe, si esaurisce in poche sfuriate che non appagano il nostro appetito di riff, e sembra infatti che si concluda fin troppo in fretta; canzone dal potenziale più alto di quanto espresso dalla band nei tre minuti della durata del pezzo. La conclusiva Revenge rappresenta, invece, il vertice qualitativo dell’album, assieme alla già citata Warped. Il mood incalzante riesce nell’intento di tenerci incollati allo stereo (o alle cuffie) dandoci modo, inoltre, di apprezzare una volta di più il buon lavoro della sezione ritmica e quello delle due chitarre. Anche le linee vocali si lasciano apprezzare senza grandi complicazioni e rendono vario ed originale il brano nel suo complesso.

Greed è una prova che non lascia il segno come dovrebbe, ma presenta più di un motivo per non dimenticarsi all’istante di questa giovane band proveniente dalla regione toscana. Si sente la passione con cui i singoli pezzi vengono suonati e, nonostante la derivatività da nomi più blasonati come Slayer, Kreator, Megadeth (e chi più ne ha più ne metta) sia lampante, non mancano spunti originali sparsi tra un brano e l’altro. Niente male la produzione del disco, che permette a tutti gli strumenti -ed alla voce- di avere ognuno il proprio spazio vitale e di essere bilanciati tra loro. Dal punto di vista tecnico, i KinetiK non appaiono certo come dei novellini, ma tanto impegno sarà necessario in fase di composizione per riuscire a dare un’impronta più personale al gruppo. Solo il tempo potrà stabilire quante possibilità abbia questa formazione per emergere dall’underground metallico italiano.



VOTO RECENSORE
59
VOTO LETTORI
68.1 su 10 voti [ VOTA]
DestructionThrash
Giovedì 2 Gennaio 2014, 22.09.54
2
anchio gli do 59, hanno solo bisogno un pò di maturare, non è proprio malaccio...
massimo
Martedì 12 Novembre 2013, 9.37.37
1
grazie per la recensione, vi assicuro che stiamo già lavorando per migliorarci!
INFORMAZIONI
2013
Autoprodotto
Thrash
Tracklist
1. Subject 16 (Intro)
2. Warped
3. Face Your Dark Side
4. Greed
5. Revenge
Line Up
Roberto Grillo (Voce)
Massimo Falciani (Chitarra)
Fabio Docci (Chitarra)
Niccolò Parenti (Basso)
Niccolò Stumpo (Batteria)
 
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