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19/03/21
MAYHEM + MORTIIS + GUESTS TBA (POSTICIPATO!)
ORION - CIAMPINO (ROMA)
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( 3551 letture )
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PREMESSA Il sottoscritto segue da tempo questo progetto ad opera di Clive Nolan (Pendragon) assieme alla compagnia teatrale Caamora; She, il primo parto di questo connubio, era un disco ottimo e un musical sopraffino e di alta classe. Alchemy è la seconda opera e ruota su una storia ambientata in tempi vittoriani, scritta dal buon Clive. Si apre il booklet e sembra di essere a teatro: assisteremo a due atti divisi in ventisette canzoni per due ore di musica! Si precisa che, per avere un quadro completo del tutto, la rappresentazione andrebbe vista e non solo sentita; ci si soffermerà qui sulla descrizione della musica, poi sta a voi voler scoprire la storia: siete invitati a farlo, perché l’artista merita di essere supportato e Alchemy va vissuto coi testi alla mano, roba d’altri tempi.
PRIMO ATTO – PRIMO CD Ogni buona opera che si rispetti inizia con un prologo, e anche qui non siamo da meno: Prologue/Overture alterna parti narrate a parti suonate e non potrebbe essere altrimenti. Poco lascia presagire quello che succederà ed è giustissimo così. Deception fa semplicemente paura: appena si scosta dalla narrazione si rivela un pezzo di prog rock coi fiocchi: epico, sognante, oscuro, cantato e arrangiato in maniera sublime; cos’altro si può chiedere di più? Eppure il di più arriva inaspettato e non richiesto: One For The Noose è semplicemente magnifica, ha un incedere marziale supportato da una marcia e linee vocali stratosferiche, è un sogno orchestrato nella maniera che solo i più grandi sono in grado di raggiungere. Dura quasi sei minuti senza scostarsi dal tema più di tanto, ma nessuno se ne può accorgere, chi ascolta è impegnato a figurarsi visioni di ogni tipo ed è ciò che la grande musica dovrebbe suscitare. The Warning non sposta di una virgola i livelli qualitativi vertiginosi raggiunti finora. Le prestazioni femminili al microfono sono riuscitissime e il pezzo entra in testa ancora prima che finisca, è impossibile non emozionarsi davanti a questa pura bellezza; chiude il pezzo un finale stupendo e in questi primi minuti dell’opera si rimane basiti. Amelia è una ballad meravigliosa, a questo punto non resta che scomodare la Disney e provare ad applicare il tutto ad uno qualsiasi dei suoi cartoni animati: ci può stare, assolutamente, in particolar modo se pensiamo a quanto abbia influenzato il musical la casa di produzione americana. Per adesso non c’è una nota fuori posto, un solo momento morto e non esistono stonature in un disco che è uscito fin troppo in sordina rispetto a ciò che contiene; misteri del marketing. La linea vocale posta all’inizio di King Explains si ripete molte volte all’interno dell’opera e giustamente, perché se non rasenta la perfezione ci manca davvero poco. Si alternano poi voci maschili e femminili e momenti più o meno cadenzati; manca solo un grandissimo ritornello che purtroppo non arriva e questa mancanza rende il pezzo più che discreto ma non ottimo. In Desperate Days si va sull’acustico con un ritorno ad un valore compositivo stellare; il sogno non si interrompe e qui si impartiscono lezioni sul come si possa suscitare emozioni, al di là del livello qualitativo che oggettivamente oggi solo in pochi sono in grado di raggiungere. La prestazione di Noel al microfono è toccante e lascia senza parole. Planning A Break-In consiste in un passaggio che dura poco più di un minuto ed è più funzionale alla narrazione che alle nostre orecchie, ma il capolavoro è in vista: Quaternary Plan fa semplicemente venire i brividi. Ora immaginatevi la scena di un qualsiasi cartone disneyano in cui il protagonista sta vivendo la solita catastrofe emotiva e arrivano i bonaccioni di turno a tirargli su il morale: questo brano calzerebbe alla perfezione in quel contesto. Non contento il buon Clive tira fuori dal cilindro un finale davvero eccezionale. The Unwelcome Guest si sposta su lidi un pochino più oscuri, risulta orecchiabile ma assolutamente non ai livelli delle composizioni precedenti: si ascolta piacevolmente ma non offre molti picchi di particolare eccellenza. Waiting For News fa della teatralità la sua arma principale e si amalgama perfettamente con la storia che si sta raccontando; The Girl I Was torna prepotentemente a livelli di pura eccellenza con una melodia meravigliosa e azzeccata alla massima potenza. Il teatro si unisce col sogno. Il primo atto si conclude con la lunghissima Highgate, che alterna partiture da osteria piratesca a prog rock di alta classe; c’è qualche passaggio non molto felice ma siamo ben lungi dal tedio che può suscitare una partitura poco ispirata. Ora fate un bel respiro, sappiate che se ne vedranno delle belle anche nel secondo atto.
SECONDO ATTO – SECONDO CD Ci siete? Pronti per la seconda parte? Andiamo! The Labyrinth apre le danze in maniera prima oscura, poi allegra e sinfonica, poi ancora oscura con un cambi repentini e imprevedibili. Si procede con parti narrate e con un pezzo che nulla aggiunge e nulla toglie al complesso; è piacevole ma niente di trascendentale. I temi qua e là si riprendono e si rincorrono, il senso di omogeneità e continuità è reso benissimo, in particolare con la successiva Ambush, che è tanto stranissima quanto bella. Cori onirici, partiture prog, incedere quasi marziale con strumenti a fiato in sottofondo e un finale oscuro tessono la trama di un quadretto che non cessa di stupire l’ascoltatore e di bombardarlo di qualità da tutte le parti. The century declared to us that Alchemy was dead The blend of art and science Transforming gold from lead But now I can reveal Such discoveries were true And I will make it happen here Right now for all of you! A man could travel far Walk the Moon or stand on Mars Take a sample from the sun Use as fuel to fire a gun Turn water into wine Create fantasies divine And all such things are possible For those who have the Heart and soul to try This powder is the key Through the years passed down to me Moving molecules about Takes impurities right out The proof is unequivocal The evidence empirical I offer every one of you A thousand golden miracles! A man could learn to fly Move the clouds that fill the sky Calm a live volcano’s flow Turn the lava into snow Find medicine in mould Even cure the common cold And all such things are possible For those who have the Courage and conviction to try
The Tide Of Wealth inizia con questo discorso del re ed in fin dei conti racchiude anche tutto il senso dell’opera: l’alchimia. Il cantato su queste parole è da annali della melodia e il pezzo si rivela un altro vero e proprio capolavoro: l’incedere è scanzonato e festoso come in Quaternary Plan, qui ci si è proprio preso gusto e continua uno stato di grazia che ha quasi del miracoloso. C’è anche spazio per un coretto da canzone per bambini che ci si ritrova a cantare in tutta la sua semplicità e innocenza; è buono il finale in cui si cambia tonalità sul discorso del re e si riprendono i temi portanti del pezzo in un parossismo di fuochi d’artificio. Jagman Arrives è un breve intermezzo che apre le porte alla successiva The End Justifies The Means: qui si gioca con partiture già espresse ma cambiate di tonalità e cantate da una voce che sembra quasi da ubriaco. Purtroppo dura poco, o meglio il minutaggio è normalissimo, ma ci si prende presto gusto e si vorrebbe che durasse di più. Sanctuary è formata da orchestrazioni, pianoforti e perenni duetti tra voci femminili e maschili: ascoltandola non si può non provare emozioni, è impossibile. Clive Nolan sembra davvero possedere la pietra filosofale: qui dentro tutto ciò che tocca si trasforma in oro e noi prendiamo a piene mani con grande gioia. Street Fight prende letteralmente a pugni l’ascoltatore con un inizio che sembra addirittura influenzato dai Tool, lezioni canore e un ritornello in grado che risplende in tutta la sua magnificenza. Amelia Dies non può essere altro che una ballad e infatti così è; si riprendono partiture precedenti e tutto fila come dovrebbe filare: perfettamente liscio e toccante. Con Burial At Sea si ritorna a un minutaggio più sostenuto, si continua ad ascoltare rapiti ed ammaliati in religioso silenzio; è sorprendente il fatto che non ci si annoi praticamente mai, dato che nel complesso si tratta di quasi due ore di musica. Share This Dream ha un’impronta drammatica e lirica, ma non risulta assolutamente fuori contesto, anzi, dà valore aggiunto a ciò che di ulteriori valori aggiunti non avrebbe proprio bisogno; ovviamente parliamo di una traccia cantata rigorosamente al femminile e sorretta da tastiere e orchestrazioni, l’ennesima ciliegina su una torta che sta diventando davvero troppo grossa per poterle contenere tutte. Treachery riprende temi che conoscete già e lo fa indorando la pillola con un duetto maschile/femminile sorretto da chitarra e violino che si evolve in un terzinato favoloso e in un coro che lo è ancor di più. The Ritual è un breve intermezzo al servizio della trama ma quella sequenza di accordi ormai dovrebbe essere scolpita nei vostri neuroni assieme al discorso del re. Si prosegue quindi con Anzeray Speaks che ci traghetta piacevolmente verso l’ormai prossimo finale dell’opera. È bellissimo il suono della chitarra, che ha un che di medievaleggiante e si rivela altamente evocativo; il pezzo non fa breccia nel cuore dell’ascoltatore ma poco ci manca, siamo un pelino sotto il livello a cui ci siamo fin qui abituati ma non importa, ormai siamo sazi. Aftermath chiude infine l’opera con voci, pianoforte e una breve narrazione.
CONCLUSIONI Ci siete ancora? Bene, perché è giunta l’ora di adirarsi e in maniera neanche poco marcata. Perché un disco del genere è passato inosservato? Perché non è stato pubblicizzato? Perché se non si segue Clive Nolan, che non è di certo l’ultimo arrivato, è quasi impossibile sapere che questo progetto esista? Sono domande a cui converrebbe trovare una risposta, perché ignorare un’uscita come questa rischierebbe di farci concludere erroneamente che i grandi dischi non si fanno più. Detto questo, Alchemy è bello, incredibilmente bello: qui si torna bambini, si sogna e ci si emoziona in maniera sincera davanti a un disco che sa davvero di altri tempi. Oggi spesso ci si dimentica di dare il giusto spazio alla musica, all’arte e a quell’emozione che è raro trovare in un marasma in cui è facilissimo perdersi. Allo stato attuale questo progetto probabilmente non verrà a suonare in Italia, forse perché da noi in fondo non a molti importa di questo cinquantatreenne che ha deciso di rimettersi in gioco nonostante una carriera di tutto rispetto in cui avrebbe potuto benissimo vivere di rendita. Invece costui si ritrova a organizzare sporadiche date in alcuni teatri in Europa con lo scopo di raccogliere fondi per continuare il suo progetto e mantenere la sua compagnia teatrale; sembra un racconto di Dickens, invece è la nuda e cruda verità. Il consiglio per gli amanti del prog rock è di comprare Alchemy, mentre l’auspicio è che qualcuno in Italia renda disponibile un teatro per questo straordinario spettacolo.
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9
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Mi sono piaciuti tantissimo i DVD sia di She che di Alchemy ed ho visto ad Amsterdam She in concerto. Grandissima musica, voci splendide. Classe immensa. Certo, bisogna essere appassionati di prog sinfonico per apprezzare queste cose pompose e barocche; ma questi musical sono la migliore espressione di questo tipo di prog. |
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8
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Ho ascoltato il primo cd e, pur essendo al primo musical prog che ascolto, e pur non sapendo classificarlo come genere, devo dire che mi ha colpito. Musica di classe, forse un pò di melodie ridonadanti, ma l'atmosfera che crea è grandiosa, grandi canzoni e ottime voci. E mi manca da seguire il booklet per i testi, e per capire di cosa diavolo parli! |
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7
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A me Nolan non è mai piaciuto,il suo genere sarebbe prog rock,ammettiamo pure il prog, ma il rock dov'è?Diciamo che è theatrical company music all,il suogenere per me è questo,poi i gusti sono gusti.Vorrei sapere a quanti lo incensano e lodano,alla fine dello spettacolo:che cosa vi ha trasmesso?la sentite la vera anima prog rock scoorrere nelle vostre vene?A me no. Sono il solo eretico? |
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6
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Una cosa è certa... in giro per la rete ci sono pochissime info e recensioni su clive nolan solista e sul progetto Caamora... grazie davvero Waste of Air, perchè sto disco è un gioiellino e meriterebbe molto di più! |
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5
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@ayreon: confermo! A me però è piaciuto di più questo, ma come livello qualitativo siamo lì. |
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4
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se vi è piaciuto, ascoltatevi anche la sua precedente opera She sotto il progetto Caamora,c'è anche in dvd,bellissima,registrata al solito teatro polacco dove fanno i dvd quelli della metalmind |
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3
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Bello devo dire che mi sta prendendo parecchio, non sono un grande fan di opere teatrali o musical, ed in alcuni punti soprattutto all'inizio storcevo un pò il naso per le atmosfere un pò pompose e recitate... ma nel comlesso le canzoni sono davvero ottime, bravo Clive e complimenti per la recensione! |
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2
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Gia' con Caamora aveva colpito alla grande, chi conosce Nolan da 30 anni sa che è uno dei più grandi geni del prog , lo testimoniano tutti i suo iprogetti (arena pendragon shadowland ecc) grazie per esservi interessati a lui, merita tutto il rispetto |
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1
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Splendido.... ottimo consiglio mi hai dato.... appassionante...e per un teatro qui in italia....beh siamo troppo indietro non c'è la mentalità |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Act 1 1. Prologue/Overture 2. Deception 3. One For The Noose 4. The Warning 5. Amelia 6. King Explains 7. Desperate Days 8. Planning A Break-In 9. Quaternary Plan 10. The Unwelcome Guest 11. Waiting For News 12. The Girl I was 13. Highgate
Act 2 1. The Labyrinth 2. Ambush 3. Tide Of Wealth 4. Jagman Arrives 5. The End Justifies The Means 6. Sanctuary 7. Street Fight 8. Amelia Dies 9. Burial At Sea 10. Share This Dream 11. Treachery 12. The Ritual 13. Anzeray Speaks 14. Aftermath
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Line Up
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Cantanti/Personaggi: Clive Nolan: Professor Samuel King Agnieszka Swita: Amelia Darvas David Clifford: William Gardelle Victoria Bolley: Eva Bonaduce Andy Sears: Lord Henry Jagman Noel Calcaterra: Jessamine Paul Manzi: Milosh Paul Menel: Ben Greaves Tracy Hitchings: Jane Muncey Damian Wilson: Captain Joseph Farrell Chris Lewis: Thomas Hizeray
Musicisti Clive Nolan (Tastiere, Orchestrazioni) Mark Westwood (Chitarra) Claudio Momberg (Piano) Ian Stott (Corno) Penny Gee (Violino) Kylan Amos (Basso) Scott Higham (Batteria, Percussioni)
Il Coro: Kate Aston-William Jon Baily Gillie Bower Steve Bower Noel Calcaterra Soheila Clifford Dorothy Frances Matt Goodluck Magdalena Grabias Jolanta Grietnickaite Scott Higham Ron Milsom Clive Nolan Anoushka Reynolds Verity Smith Agnieszka Swita Alexander White Dorothy Frances (Direttrice del coro)
I Mercenari: Graeme Bell John Mitchell Soheila Clifford Steve Bower Anoushka Reynolds Matt Goodluck
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