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UFO - Lights Out
( 5208 letture )
Ci sono band il cui nome è sinonimo di successo. Ci sono altre che, pur proponendo un genere affine alle prime, non hanno mai ottenuto gli stessi consensi. Viene da pensare ai mastodontici Deep Purple e ai loro “cuginetti” Uriah Heep, oppure agli intoccabili Iron Maiden e agli imperturbabili Saxon. Se i primi nomi delle due coppie si possono permettere di suonare all’Arena di Verona o di fare da headliner ai festival di tutto il mondo, i secondi si arrabattano come possono tenendosi stretti locali come il Live di Trezzo d’Adda o il Factory di Milano. Lo stesso discorso vale per gli UFO. Conosciuti e apprezzati dagli aficionados del genere, sentiti nominare o del tutto sconosciuti da parte di chi dice di essere un rockettaro perché ha comprato col Sorrisi & Canzoni Back in Black o Appetite for Destruction. In realtà la situazione della band inglese è addirittura peggiore, perché non ha mai avuto un vero e proprio alter ego più fortunato. Formatasi più di quarant’anni fa e con all’attivo ventuno dischi in studio, riesce ad accaparrarsi un modesto palazzetto dello sport solo come band di supporto ai Judas Priest, mentre con le sole proprie forze si aggiudica lo splendore (!) dei Magazzini Generali. Negli anni ’70, però, era uno dei gruppi fondamentali del movimento e, se non altro, Doctor Doctor frutta loro ancora un po’ di quattrini in diritti d’autore (almeno finché i Maiden faranno concerti). Ma al di là dello strepitoso Phenomenon, tutta la loro produzione settantina è degna di nota. In questa sede punteremo i riflettori su Lights Out.

Era il 1977, anno fondamentale per la storia della musica: muore la prima irripetibile incarnazione del progressive rock, pugnalata alle spalle dall’esplosione del punk. Tra l’altro è interessante il fatto che una musica casinista e poco impegnativa ne abbia scalzata una più artificiosa e ponderata sul finire degli anni ’70, che una amareggiata ed introspettiva abbia decretato la fine di una festaiola e frivola agli inizi dei ’90, e che ormai in radio si preferisca la musica “sintetica” a scapito di quella “elettro-acustica”. Abbiamo bisogno di un nuovo umanesimo. Chiedo scusa per questa nostalgica parentesi. Tornando al ’77, ecco che gli UFO pubblicano Lights Out. L’album si apre con Too Hot to Handle, un classico rockettone che ancora adesso infiamma le esibizioni dal vivo. Just Another Suicide è 70's fino al midollo, allegra ma non superficiale, un po’ The Who. Insomma, davvero un bel pezzo. La terza traccia è un gioiello. Try Me è una splendida ballata acustica con la voce di Phil Mogg che si muove carica di pathos su un dolcissimo pianoforte e con un curatissimo arrangiamento di archi ad impreziosire il tutto. È la prima volta che la band inserisce strumenti orchestrali in un disco ma, grazie ad Alan McMillan, non c’è insicurezza o inesperienza ed il risultato è impeccabile. Traccia acustica sì, ma fino ad un certo punto, perché a circa metà del pezzo è la chitarra elettrica di Michael Schenker a rubare la scena da protagonista e dopo aver riproposto strofa e ritornello, l’axeman teutonico si avvale della batteria per dare ritmo ad un assolo di una classe sopraffina. A chiudere il lato A dell’LP ci pensa la title-track. Lights Out è coinvolgente e con un groove indimenticabile, ma la caratteristica principale è che, costruita su una scala dorica, è già un manifesto della NWOBHM. La successiva Gettin’ Ready è più pacata e vecchio stile, ma comunque piacevole. Alone Again Or è una cover dei Love. Questa volta la sfumatura è frigia ed il risultato fa molto heavy metal nella sostanza, ma quasi british invasion come cornice. Strana, ma parecchio interessante. Il palm muting di Elecrtic Phase sarebbe sensazionale con un suono più moderno, ma ci si deve saper accontentare. La canzone è comunque piacevole. Siamo in dirittura d’arrivo e manca all’appello il brano più ricercato del platter: si tratta di Love to Love. Nell’intro di chitarra elettrica, Schenker sembra quasi Brian May, ma dopo il gong le cose cambiano completamente. L’inizio in 4/4 con la tastiera e la ritmica ossessiva non è più prog rock ma non è ancora prog metal. L’anello di congiunzione è stato finalmente trovato. Il pezzo che ne consegue è una ballata old fashioned, tanto che, sebbene la batteria suoni un 12/8, la divisione armonica fa pensare più ad un 3/4. La parte finale è di nuovo in mano a Schenker, il quale si lascia andare regalandoci un frenetico ma fantastico assolo.

Lights Out è un disco di transizione, perfeziona gli stilemi collaudati fino al momento della sua pubblicazione, ma già racchiude in sé le innovazioni che verranno poi canonizzate negli anni ’80. È un disco da avere non solo per il puro valore estetico, ma anche per accorgersi che ciò che oggi è la regola, una volta era un’intuizione geniale.



VOTO RECENSORE
85
VOTO LETTORI
91.55 su 20 voti [ VOTA]
mariner
Martedì 17 Dicembre 2019, 14.59.10
10
Capolavoro degli UFO, album senza punti deboli o filler. L'innesto di Paul Raymond porta alla consacrazione definitiva del sound , doppiando alle tastiere l'ottimo Michael Schenker quando si vuole spingere sulla melodia oppure alla chitarra nei pezzi più potenti. Phil Mogg in grande forma. Assieme a Thin Lizzy e Rush sono i campioni dell'hard rock sofisticato di fine anni 70 che influenzerà parecchi gruppi (es. Def Leppard)
rik bay area thrash
Lunedì 15 Gennaio 2018, 12.20.30
9
Una delle pochissime band di hard rock che seguo Li ho sempre trovati nello stesso momento irruenti, immediati e 'raffinati'. Diciamo un gruppo di classe e molto personali. Sebbene non siano mai ( o quasi) menzionati tra i gruppi di un certo spessore in ambito hard rock, hanno realizzato molti album validi come questo lights out. (Imho)
Aceshigh
Lunedì 15 Gennaio 2018, 8.57.19
8
Personalmente ho sempre trovato questo album leggermente inferiore al trittico di classici che lo precede. Ciò non toglie che canzoni come la title-track e soprattutto Love To Love (per me vertice del disco nonché una delle vette supreme di tutta la loro discografia) le possano tirar fuori dal cilindro solo musicisti fuori dal comune. In linea con il voto della recensione.
Rob Fleming
Domenica 21 Febbraio 2016, 15.43.01
7
Capolavoro supremo. Le canzoni sono quelle note: Too Hot to Handle, Lights Out, trascinante come poche, Love to Love con il tedesco in una forma tale che avrà difficoltà lui stesso a ritrovare in futuro, Try Me veramente toccante. Ma non solo. Alone again or è il mega classico dei Love; Electric Phase è uno dei loro capolavori nascosti e Gettin Ready ci offre un Moog che canta ed interpreta il brano con una passione degna del miglior Paul Rodgers. Resta Just another suicide, che non avrebbe sfigurato in nessun album del periodo degli Who.90
Alex
Mercoledì 29 Gennaio 2014, 18.41.33
6
Un'eccellente conferma del loro sound, per un album tutt'altro che mediocre. A mio parere c'è maggior impegno e professionalità, anche rispetto a Phenomenon il quale, ritengo sia indissolubilmente legato alla presenza di Doctor doctor!
marmar
Martedì 10 Dicembre 2013, 21.43.54
5
Bello, raffinato, con grandi canzoni, anche se forse un po' troppo "curato", il che mi fa preferire i mitici tre precedenti lavori; stiamo comunque cercando il classico pelo nell'uovo. Grandi, immensi UFO.
Lizard
Lunedì 9 Dicembre 2013, 1.05.35
4
Disco epocale. Schenker a livelli clamorosi e il resto della band semplicemente perfetto, con il solito encomiabile Paul Raymond. Lights out è metal puro con anni di anticipo, sorprende quasi per così tanta veemenza e il doppio assolo è da tramandare. Love to Love è bellissima, un pezzo splendido e carico di pathos. Band assolutamente da scoprire.
LORIN
Sabato 7 Dicembre 2013, 23.12.07
3
Chi conosce l'hard rock sa di che pasta sono fatti gli Ufo. Hanno sfornato dischi di altissima qualità e questo Lights out è un vero "grandissimo" disco. Li ho visti anche on stage molti anni fa ormai, furono devastanti, Phil Moog è un vero animale da palcoscenico.
Metal Maniac
Sabato 7 Dicembre 2013, 15.46.13
2
conosco le versioni dal vivo di too hot to handle, lights out e love to love attraverso lo splendido live strangers in the night... una band che ha il suo perchè...
Osvaldo
Sabato 7 Dicembre 2013, 13.30.21
1
per me è uno dei loro migliori in assoluto.Ottima band, capace di scrivere canzoni sensazionali. Il duo Mogg/Schenker era davvero musicalmente affiatato, anche se dotati di due eprsonalità incompatibili... Complimenti per la chicca
INFORMAZIONI
1977
Chrysalis
Hard Rock
Tracklist
1. Too Hot to Handle
2. Just Another Suicide
3. Try Me
4. Lights Out
5. Getting’ Ready
6. Alone Again Or
7. Electric Phase
8. Love to Love
Line Up
Phil Mogg (Voce)
Michael Schenker (Chitarra)
Paul Raymond (Chitarra, Tastiere)
Pete Way (Basso)
Andy Parker (Batteria)

Musicista Ospite
Alan McMillan (Arrangiamento di archi e fiati)
 
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